Rivoluzione nel mondo dei buoni pasto

Società che emettono buoni pasto
Società che emettono buoni pasto
Pochi giorni fa, in Italia, è stato introdotto un tetto del 5% alle commissioni sui buoni pasto, che sarà pienamente in vigore da questo mese e mira a ridurre i costi per gli esercenti. Per i lavoratori, invece, restano per ora invariate le soglie fiscali di esenzione, 8 euro al giorno per i buoni elettronici, 4 per i cartacei, ma il Governo ha annunciato di considerare la possibilità di innalzare la soglia a 10 euro.
Queste non sono notizie confortanti per le società del settore, per esempio, Edenred, uno dei suoi colossi ha stimato un impatto negativo di circa 60 milioni di euro sui conti del 2025, segno di quanto la misura potrebbe incidere sui grandi operatori. Questo non rappresenta però una novità, tanto che alcune società del settore hanno iniziato ad “attrezzarsi” per far fronte al possibile calo dei ricavi derivanti dai buoni pasto, puntando su formule alternative, sviluppando, per esempio, carte multiuso o piattaforme digitali che permettono di usare il credito non solo per i pasti, ma anche per trasporti, benessere o altri acquisti quotidiani. Nonostante questo, l’andamento di alcuni titoli ha rispecchiato le previsioni settoriali negative per i prossimi mesi: per esempio, il titolo Sodexo (52,25 euro; Isin FR0000121220) negli ultimi 12 mesi ha perso il 30% circa, ed è oggi ai minimi da cinque anni a questa parte, mentre Endered (22,94 euro; Isin FR0010908533) è praticamente ai minimi dalla quotazione e ha perso oltre il 37% negli ultimi 12 mesi.
Potrebbe sembrare azzardato puntare su un settore oggi impegnato in una transizione da un modello di business che potrebbe diventare obsoleto, a uno più moderno in cui probabilmente conviveranno più soluzioni: i buoni pasto rimarranno centrali nei Paesi che li incentivano con agevolazioni, mentre in altri cresceranno gli strumenti più flessibili, pensati per adattarsi alle esigenze delle nuove generazioni di lavoratori. Alcune di queste società hanno ottenuto buoni risultati, e le quotazioni dei titoli hanno risentito delle prospettive del settore – che non prescindono da quelle dell’economia.
Per esempio, il 2025 si è aperto con numeri in crescita per Edenred. Nel 1° semestre i ricavi sono cresciuti del 6,4% rispetto all’anno precedente. Ancor meglio è andata la redditività: l’utile industriale è salito del 14,4% e quello operativo del 18,4%. Le agenzie di rating confermano la solidità finanziaria del gruppo: S&P ha ribadito il giudizio A-. Endered è impegnata da anni nello sviluppo del piano “Beyond22-25”, che punta a rafforzare la crescita al di là di buoni pasto e carburante, ampliando le soluzioni digitali per la gestione del personale e della mobilità. L’obiettivo dichiarato per l’anno in corso è ambizioso, con una crescita dell’utile industriale almeno del 10%. In questo percorso, però, pesa il nuovo tetto alle commissioni in Italia.
Nonostante un contesto macroeconomico ancora incerto, Edenred si muove con prudenza ma anche con fiducia. La diversificazione geografica e di prodotto, in particolare la crescita del segmento “Mobilità” e il contributo dei mercati latinoamericani, garantiscono un equilibrio che le permette comunque di confermare gli obiettivi e presentarsi come un gruppo in salute.
Il cammino di Sodexo, altro “big” del settore quotato in Borsa, invece, appare più sfidante. Nel 1° semestre di quest’anno (chiuso a febbraio), la crescita del fatturato si è fermata al +3,5%. Il risultato operativo è salito del 6,4% con margini in leggero miglioramento. Il gruppo ha messo a segno un record di nuovi contratti, pari a un miliardo di euro, ma ha dovuto fare i conti con delle imposte straordinarie e con la crescita dell’indebitamento netto. La revisione delle stime per l’anno in corso è stata prudente: i ricavi sono ora attesi in crescita del 3-4% (contro il 5,5-6,5% previsto in precedenza), con una crescita dell’utile industriale inferiore al previsto. Il rallentamento di alcuni settori in Nord America pesa sui conti, anche se il portafoglio clienti resta solido. Non mancano comunque segnali positivi: la crescita, pur più lenta, è stata accompagnata da un elevato volume di contratti e l’esposizione al mercato statunitense non ha subito impatti diretti dei dazi. Grazie a una produzione locale e a piani di risposta già avviati, Sodexo mostra capacità di affrontare un contesto complicato.
Guardando ai numeri più recenti, Edenred sembra avere una marcia in più rispetto a Sodexo. La crescita dei ricavi è più sostenuta, i margini sono in miglioramento e soprattutto la generazione di cassa è robusta e positiva. L’azienda ha un piano strategico chiaro, che punta a diversificare i ricavi oltre i buoni pasto tradizionali, investendo in mobilità e soluzioni digitali per le risorse umane. Inoltre, nonostante l’impatto del tetto alle commissioni in Italia (stimato in -60 milioni di euro sul 2025), la società ha confermato obiettivi di crescita a doppia cifra dell’utile industriale: un segnale di solidità e resilienza.
Sodexo, al contrario, mostra un quadro più complesso. La crescita organica è positiva ma più contenuta, il cash flow operativo è stato negativo per imposte straordinarie e l’indebitamento è più elevato. In Nord America, un mercato chiave, alcuni settori stanno rallentando, costringendo la società a rivedere al ribasso le proprie stime di crescita. È vero che il portafoglio contratti resta consistente (1 miliardo di euro di nuove acquisizioni) e che la resilienza operativa è buona, ma il titolo appare più esposto a rischi macroeconomici e settoriali.
Se vuoi puntare sulla capacità delle società del settore di reinventarsi e sullo sviluppo dei benefit aziendali, puoi scegliere Edenred risulta in questo momento più attraente. Secondo i nostri modelli di valutazione, il momentum è negativo, ma la qualità dei risultati buona. Secondo noi, vale la pena di scommettere sul futuro dell’azienda: ricorda che resta un investimento fuori dal portafoglio e che il titolo è potenzialmente esposto a oscillazioni marcate.Attendi, stiamo caricando il contenuto