Investire nel settore automobilistico?

Analisi azioni
Analisi azioni
La riduzione degli obiettivi legati all’elettrificazione fa diminuire un rischio importante: quello di una transizione troppo rapida, che avrebbe potuto rendere molto fragile il settore automobilistico europeo. Ora i gruppi possono annullare o rimandare alcuni progetti di veicoli elettrici poco redditizi, concentrandosi al contempo su modelli più piccoli e meno costosi, adatti al mercato di massa. Inoltre, i massicci investimenti previsti nelle attività a monte – le gigafactory per le batterie e le collaborazioni nel settore minerario – potranno essere scaglionati nel tempo, migliorando così la situazione finanziaria di alcuni produttori. Ciò non significa abbandonare la transizione, ma piuttosto rimandarla. Restano però numerose sfide per il settore: la concorrenza cinese, molto agguerrita; l’eccesso di capacità produttiva; la forte dipendenza dalle materie prime rare, indispensabili per le batterie; la complessità tecnologica e le tensioni geopolitiche. A questi vincoli strutturali si aggiungono difficoltà congiunturali come l’inflazione, l’aumento dei costi di produzione e una domanda spesso debole.
Le gigafactory (o gigafabbriche) sono impianti industriali di grandissime dimensioni progettati per produrre in massa batterie, componenti per veicoli elettrici o altre tecnologie energetiche avanzate.
Cosa fare?
Anche se i tempi della transizione elettrica si allungano, la strada verso una mobilità più sostenibile resta un percorso pieno di incognite. I concorrenti cinesi che arrivano in Europa impongono infatti i loro ritmi, con veicoli a prezzi accessibili e una grande flessibilità industriale. Permane inoltre l'incertezza sul quadro regolamentare, mentre i prezzi di vendita elevati pesano sulla domanda. Nonostante i prezzi delle azioni dei grandi gruppi come Volkswagen o BMW possano sembrare interessanti – con rapporti prezzo/utili tra 5 e 7 – le incertezze attuali spingono alla prudenza. Ti consigliamo quindi di mantenere Volkswagen (91,15 euro), BMW (79,58 euro), Mercedes (52,73 euro) e Porsche (41,61 euro) e di vendere Tesla (428,75 USD), Renault (34 euro) e Stellantis (8,84 euro), i cui rischi ci sembrano più elevati.
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