Italian Sea Group: trimestrale, consiglio e...
Italian Sea Group
Italian Sea Group
Nell'aggiornamento che avevamo messo online sabato 8 avevamo spiegato che cosa aveva generato il crollo del titolo Italian Sea Group (4,165 euro alle 14:35 del 12/11): il taglio del giudizio da parte di una casa di affari. Avevamo anche però esposto un concetto: i mercati hanno reazioni immediate a queste notizie. Le reazioni sui mercati sono però diverse rispetto a quelle che potevano esserci diversi anni fa: i sistemi con cui operano i mercati tendono ad aumentare la volatilità. È ormai diverso tempo che si assiste a variazioni giornaliere anche in doppia cifra per singole azioni e a giornate di Borsa con perdite anche pesanti per interi listini. I mercati finanziari sono più volatili, decisamente più volatili, rispetto al passato tanto che anche la stessa volatilità sulle obbligazioni è aumentata. Questo è un primo punto essenziale da ricordarsi ed avere sempre in mente quando ci si trova davanti a forti correzioni di mercato.
Sempre sabato 8 avevamo ricordato che, sia con gli indici sia con le azioni, quando scattano le vendite, quest’ultime possono durare per qualche giorno e poi solo successivamente si inizia a ragionare e valutare se il titolo è stato ipervenduto, se la penalizzazione è eccessiva… e può anche capitare che scattino inversioni di tendenza o un assestamento del titolo. È una reazione che sui mercati finanziari è stata descritta con l’adagio “vendi, poi fai le domande” – anche di questo abbiamo parlato. È una reazione legata ad aspetti di natura comportamentale dei mercati finanziari che nel brevissimo termine – e/o nell'immediato, cioè a cavallo di una notizia -reagiscono in maniera anche immotivata. L'irrazionalità può essere non tanto nella correttezza di vendere, ma anche in quanto si vende. Come spesso detto, quando ci sono quelle giornate quello è il momento peggiore per poter prendere delle decisioni, perché l'emotività del mercato si trasmette a tutti gli investitori, anche i piccoli investitori, che devono prendere delle decisioni. È ovvio che chi ha in mano il titolo oggetto di forti vendite, vedendo un andamento così negativo si preoccupi – è naturale ed è anche corretto – così come è corretto che ci scriva per sapere cosa fare. Il testo pubblicato sabato 8 era proprio per iniziare a spiegare che cosa stava succedendo e come ci si doveva muovere.
Prendere una qualunque decisione dopo la notizia del taglio di giudizio di una casa di affari su un'azione che ha generato un calo di questo genere pochi giorni prima della pubblicazione di una trimestrale era il momento peggiore. Se si fosse venduto sull’onda dell’ipervenduto irrazionale ed emotivo di mercato prima di avere la conferma che la correzione del titolo era coerente con il prezzo a cui il mercato aveva portato l’azione di Italian Sea Group avrebbe comportato una perdita, perché ora non si sarebbe più posizionati sul titolo proprio quando rimbalza. Se invece ci fosse stata la conferma dello scenario peggiore di cui parlavamo sabato 8, il titolo si sarebbe potuto vendere, considerato che si era già posizionato dove doveva essere. Dunque è stato fatto un ragionamento molto lucido e razionale: c’era un’asimmetria tra gli scenari possibili e l’andamento dei mercati: questa asimmetria rendeva corretto non muoversi nelle giornate della scorsa settimana, ma attendere la trimestrale. Quel che poteva sembrare inazione, ritardo era in realtà un posizionamento ragionato, mettendo da parte l’emotività.
Oggi, mercoledì 12 novembre, Italian Sea group ha pubblicato la trimestrale con la quale, alla luce dell'attuale portafoglio ordini, dello stato di avanzamento delle commesse in portafoglio e della raccolta ordini attesa per gli ultimi mesi dell'anno, ha confermato la guidance – cioè gli obiettivi – per il 2025 precedentemente comunicata e che prevede ricavi pari a 350 - 370 milioni di euro ed un EBITDA margin tra il 16,5% e il 17,0%.
Considerando questa indicazione e considerando che avevamo già tagliato le stime per il 2025 attendendoci un utile per azione in calo rispetto al 2026, oggi tagliamo ulteriormente le stime, sia per il 2025 (circa -20%) e a questo taglio aggiungiamo come analisi di scenario una diminuzione del 20% circa delle stime sull’utile 2026 rispetto al 2025. Le stime del 2026 ora sono del 35% più basse rispetto a quelle precedentemente stimate per il 2026. Nonostante ciò, i multipli sono più bassi rispetto a quelli di Borsa Italiana e delle società con attività analoghe. Il consiglio, quindi, è ancora acquistare.
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