La settimana delle Borse: focus su tecnologia e telecom
La settimana delle Borse 1634
La settimana delle Borse 1634
Gli Usa archiviano la settimana appena conclusa con un +0,1% per l’indice S&P500 e un +0,5% per il Nasdaq. Mentre i dati sull’inflazione in frenata tengono aperta la possibilità di un proseguimento dei tagli dei tassi ufficiali, uno dei temi dominanti resta quello della tecnologia (il settore chiude in sostanziale pareggio). I risultati migliori del previsto di alcune società, come il produttore di semiconduttori Micron Technology (+10,3%) calmano un po’ i timori sulla sopravvalutazione del settore, ma gli investitori si mostrano ancora cauti sui titoli che non danno ancora prove concrete di rendere redditizi i loro investimenti, portando in rosso colossi come Alphabet (-0,6%, 307,16 Usd, Isin US02079K3059), Apple (-1,7%, 273,67 Usd, Isin US0378331005) e IBM (-2,7%, 300,98 Usd, Isin US4592001014). Mantieni tutti e tre. Meno coinvolto dalla tecnologia, l’indice dell’eurozona chiude invece a +0,7%, grazie anche al +3% dei titoli finanziari europei.
Il 2025 si avvia a chiudersi con due importanti notizie per Telecom Italia (0,5 euro, Isin IT0003497168). La prima è la chiusura del contenzioso che vede il gruppo impegnato da decenni con un ricorso nei confronti dello Stato: la Corte di Cassazione si è espressa a favore della società, che si vedrà così restituire il canone di concessione pagato nel 1998. Dopo ricorsi e controricorsi, diventa così definitivo, per il gruppo, l’incasso di una cifra nei dintorni di 1 miliardo di euro (0,05 euro per azione). La seconda notizia è in qualche modo legata alla prima, perché riguarda una delle possibili ipotesi su come Telecom userà questo miliardo: oltre all’eventualità di accelerare gli investimenti o aumentare la remunerazione degli azionisti, torna in auge un altro tema “storico”, quello della conversione delle azioni di risparmio in ordinarie. Tim è una delle poche società italiane che ancora possiede questo tipo di titoli, diventati ormai obsoleti perché costosi per le società. Forte delle risorse finanziarie in arrivo, un Consiglio straordinario del gruppo ha ora approvato una proposta di conversione alla pari, aggiungendo un conguaglio in denaro anche per tener conto dei dividendi non staccati e “accumulati” negli ultimi anni. Nulla è ancora definitivo, l’operazione deve essere approvata dalle assemblee dei soci ordinari e di risparmio in programma a fine gennaio, ma potrebbe essere la volta buona: per ora, in attesa dei dettagli dell’operazione, oltre alle azioni ordinarie mantieni anche le azioni di risparmio (0,57 euro, Isin IT0003497176).
Il consiglio di amministrazione di Warner Bros ha respinto la controf-ferta di Paramount, adducendo la fra-gilità del suo finanziamento, nonché una valutazione ritenuta inferiore a quella dell’offerta di Netflix. Non è un confronto così scontato, visto che le due offerte riguardano un diverso “obiettivo”: l’offerta di Paramount a 30 Usd per azione riguarda l’intera War-ner Bros, quella di Netflix (a 27,75 Usd) si limita allo streaming e agli studi, escludendo le storiche reti via cavo. In sostanza, dopo le ultime noti-zie aumentano le probabilità che sia l’offerta di Netflix a prevalere. Ti confermiamo il consiglio di acquisto speculativo su Netflix (94,39 Usd, Isin US64110L1061).
La francese Euroapi (2,23 euro, Isin FR0014008VX5) si aspetta ormai per il 2025 un calo del fatturato di circa il 5%, non più un calo modesto. Il gruppo mantiene l'obiettivo di un margine in-dustriale tra il 7% e il 9%, ma il ma-nagement non conta più di raggiungere la fascia più alta di questo intervallo. Di fronte alla forte concorrenza degli operatori asiatici, non vediamo motivi per essere ottimisti. Anche dopo il tonfo del 27,5% questa settimana, manteniamo il nostro consiglio di vendita.