Certificate alla prova dei venti di guerra

Analisi
Analisi
I certificate a leva fissa moltiplicano l’andamento della Borsa (o azione, o materia prima…) cui sono legati. Il fattore di moltiplicazione si chiama “leva”. Ci sono due tipi di questi certificate: quelli “long” seguono l’andamento della Borsa, quelli “short” lo moltiplicano, ma al contrario. Quindi il certificate long 7x di Société Générale (1,875 euro; LU2141869003) legato a Piazza Affari, guadagna il 14% se un giorno Milano sale del 2% – e perde il 21% se la Borsa di Milano un giorno cala del 3% – mentre l’omologo certificate short 7x di Société Générale (0,218 euro; LU2200517063) perde il 14% se un giorno la Borsa di Milano sale del 2% – mentre guadagna il 21% se un giorno la Borsa di Milano cala del 3%. Abbiamo parlato già in passato di questi certificate short (vedi n° 1434) e quei ragionamenti sono estendibili anche ai long. Ci sono, però, tre aspetti sui cui è importante tornare: non solo perché sembrano destare le maggiori perplessità, ma perché sono assai rilevanti in tempi di mercati molto ballerini come quelli attuali.
Esistono anche “leve” più basse, ma se speculazione deve essere, meglio puntare in alto. Esistono, inoltre, anche certificate legati all’andamento della Borsa Usa, ma il cambio e gli orari sfasati li rendono ancora più complessi di quelli legati a Milano – quelli citati a fianco sono tra i più scambiati.
La replica è solo giornaliera
La prima cosa a cui fare attenzione è che la replica è solo giornaliera. Ciò significa che puoi tenere i certificate per più giorni (puoi anche comprarli nel corso di una giornata, non per forza a inizio contrattazioni), ma il risultato potrebbe essere diverso da quello che ti attendi. E questa “discrepanza” sarà tanto più grande quanto maggiori saranno i cambi d’umore della Borsa e quanto più elevati saranno guadagni o perdite in tali giornate convulse. Prendiamo le giornate frenetiche dopo lo scoppio della crisi ucraina: il 24 febbraio Milano ha perso il 4,15%, il 25 ha guadagnato il 3,6%, il 28 ha perso l’1,4%. Alla fine di questi tre giorni, complessivamente Milano ha perso il 2,07%. Il long e lo short citati prima hanno, rispettivamente, perso circa il 14,5% e guadagnato il 14,5%? No. Il certificate long ha perso il 19,8%, mentre lo short ha guadagnato “solo” il 4,9%. Sono una truffa? No, è matematica. Il long, il 24 febbraio perde correttamente circa il 29%che ti aspettavi (-4,15% della Borsa moltiplicato per 7) passando da 6,655 a 4,71 euro. Il giorno dopo guadagna poco meno del 24%, anche in questo caso in linea col +25% atteso (per la piccola differenza vedi oltre), ma riparte da 4,71 euro, quindi risale a 5,82 euro. Alla fine, il long è sotto del 12,5% rispetto a due giorni prima anche se la Borsa è tornata quasi in pareggio (sotto dello 0,7% che darebbe, facendo solo la moltiplicazione per 7, un erroneo risultato “atteso” per il certificate di circa -5%). Stessi ragionamenti si possono fare sullo short e per tutti i certificate di questo tipo: sull’arco di più giorni il risultato può essere inferiore al previsto se le Borse oscillano tanto e cambiano spesso direzione.
Puoi comprare i certificate anche nel corso di una giornata, ma attenzione: se per esempio compri lo short quando la Borsa è a -3% e poi chiude a -2%, tu comunque col certificate short sarai in perdita (la Borsa è, infatti, salita da quando hai comprato tu).
Se gli alti e bassi fanno male a questi prodotti, una direzione decisa li esalta: se la Borsa scende con decisione per più giorni e hai in mano lo “short” puoi guadagnare anche più del previsto (in settimana la Borsa è scesa praticamente sempre, perdendo il 12,8% e lo short ha guadagnato il 116,9%). Allo stesso modo, se hai in mano “il long” perdi più del previsto.
Errori apparenti dovuti agli orari di chiusura
In seconda battuta non ti devi aspettare, nemmeno in giornata, una variazione perfetta rispetto a quella teorica. Come visto sopra, il long il 25 febbraio mette su circa il 23,6% rispetto al +25,2% atteso. Non si tratta però di un malfunzionamento, ma è legato ai differenti orari di chiusura tra la Borsa e il certificate. Sono pochi, solo 5 minuti, ma quando le oscillazioni sono notevoli possono fare la differenza. Supponiamo che alle 17:30 la Borsa stia perdendo il 3%: il certificate long perde correttamente il 21% ed è quello l’orario in cui si registra il suo prezzo di chiusura – supponiamo partisse da 10 euro, chiude a 7,9 euro. Ora, però, la Borsa chiude alle 17:35 e supponiamo che in 5 minuti crolli ancora di più, chiudendo a -4%. Alle 17:35, dunque, il certificate long perde teoricamente il 28% e vale 7,2 euro. Tu questo valore non lo vedi, perché il mercato dei certificate è chiuso, ma è quello da cui si riparte il giorno dopo per fare i calcoli. Quindi se il giorno dopo la Borsa sale del 3%, il tuo certificare sale sì del 21%, ma dai 7,2 euro che tu non vedevi: quindi in Borsa registrerà un prezzo di 8,71 euro, in rialzo di solo il 10,25% rispetto ai 7,9 euro di chiusura ufficiali. Sembra che guadagni metà di quello che ti aspetteresti, ma è tutto regolare. Ci possono essere anche altri motivi che spiegano valori diversi da quelli attesi, su tutti i dividendi: se la Borsa calo solo per il loro stacco lo short resterà piatto.
La differenza di orario di chiusura spiega anche perché “long” e “short” a volte sembrano non andare allo stesso modo. Riprendiamo l’esempio qui a fianco dal punto di vista dello “short”: alla fine del primo giorno alle 17:30 vale 12,1 euro (+21% da 10 euro di partenza), mentre alle 17:35 vale 12,8 euro (+28%). Il giorno dopo, quando la Borsa sale del 3%, il valore è di 10,112 euro: correttamente -21% dal valore “nascosto” delle 17:35, ma ufficialmente solo -16,4% circa dal valore ufficiale di chiusura (il “long” guadagna “solo” il 10,25%).
Occhio alle sospensioni e ai reset
La terza cosa a cui devi fare attenzione è che anche i certificate a leva fissa possono esser sospesi in caso di oscillazioni eccessive del prezzo, così come accade alle azioni. Di solito, quando questo accade, poi la contrattazione riparte normalmente, ma devi fare molta attenzione quando la Borsa si avvicina a movimenti giornalieri del 10% - sembrano assurdi, ma ci possono essere, soprattutto in momenti drammatici di guerra. Supponi infatti di avere il long citato in precedenza e che la Borsa arrivi, per qualsiasi motivo, a perdere il 15%: moltiplicato per 7 fa una perdita del 105% teorica per il tuo long. Il valore di questi certificate non può, però, andare sottozero: esiste dunque un meccanismo che di fatto, quando le perdite oscillano attorno all’80%, sospende questi prodotti e li “resetta”. In pratica il certificate non scompare del tutto, ma torna in contrattazione su valori prossimi allo zero e anche se quel giorno la Borsa recupera e riduce le perdite il prezzo resta nettamente inferiore a quello prima della sospensione per il “reset” – in pratica ti porti a casa la perdita senza speranze di recupero. Insomma, puoi anche perdere praticamente tutto in un giorno. Attenzione, quindi, a comprare questi prodotti quando le oscillazioni di Borsa sono prossime al 10%: evita di farlo, rischi di restare incastrato in un “reset”. Inoltre, come ti abbiamo già detto, sono prodotti da seguire da vicino, complessi, solo per brevi speculazioni da chiudere quando le perdite si aggirano al 20-30%, perché da lì è un attimo che diventino una voragine irrecuperabile.
Esistono dei certificate che “funzionano” bene anche su più giorni: i turbo certificate. Anche in questo caso ci sono “long” e “short” – segnaliamo, tra quelli legati a Piazza Affari, di BNP Paribas il “long” con leva 6,98 (0,326 euro; Isin NLBNPIT18PI6) e lo “short” con leva 7,06 (0,32 euro; Isin NLBNPIT18ZM7). Attenzione, la “leva” sarà diversa da quella qui indicata al momento del tuo eventuale acquisto (te la devi calcolare tu) e se la Borsa tocca un certo valore questi turbo certificate si annullano e spariscono – perdi tutto; i valori sono rispettivamente 19.000 e 25.250 punti dell’indice FtseMib di Milano (22.465 a venerdì 4). Prima di acquistarli, approfondiscili sul n° 1430.
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