Certificate: indicazioni operative per la scelta
Certificate: linee operative
Certificate: linee operative
Quando si guarda ai certificati di investimento e si ha un ventaglio di scelta fra diversi prodotti, i ragionamenti che vanno fatti per farsi guidare sono gli stessi di qualunque altro tipo di investimento. Ciò che è importante è sempre guardare al rendimento corretto per il rischio, come si dice in termini tecnici. In altri termini, non bisogna guardare solo al certificato che dà la cedola più alta in assoluto. Una cedola più alta, infatti, può accompagnarsi, a parità di prezzo tra certificati, a una maggiore volatilità dei sottostanti e quindi, di fatto, se il prezzo è uguale la cedola è più alta perché il rendimento potenziale del certificato deve compensare un rischio maggiore.
Questa è la prima indicazione, che deve poi tener conto di un altro aspetto: non si possono paragonare certificati con sottostanti azioni singole o un insieme di azioni, il cosiddetto basket di azioni sottostanti, a certificati che hanno come sottostante invece un indice o un basket di indici. Infatti, tranne in casi assolutamente particolari, come indici di borse o di settori particolarmente rischiosi e volatili oppure azioni particolarmente difensive, gli indici hanno una volatilità e una rischiosità, intesa come perdita massima possibile, inferiori rispetto a una singola azione. Questo vale soprattutto quando si parla di indici di borsa.
Perché è importante tener conto di questo aspetto? Le metriche di rischio sono molte: non vi è solo la volatilità, e quindi quanto può muoversi un indice, sia in guadagno sia in perdita. Ricordiamo inoltre che la volatilità implicita ha un effetto inverso sul prezzo del certificato, in quanto un aumento della volatilità implicita, se il certificato è sopra la sua barriera, aumenta la probabilità di andare sotto la barriera. Di conseguenza, il prezzo del certificato deve scendere, perché aumenta il rischio di perdere il capitale.
Un’altra metrica da ricordare sempre è la massima perdita possibile. Dato che nei certificati con barriera ciò che determina il pagamento della cedola e il rimborso a scadenza è il livello del sottostante peggiore, la massima perdita possibile è un indicatore da considerare con grande attenzione. In questi termini, un certificato che punta su sottostanti che sono indici avrà una perdita massima possibile inferiore: il rischio sarà inferiore e quindi anche il rendimento che deve pagare sarà inferiore.
Questo implica che, nel momento in cui viene emesso un certificato prezzato a 1.000 euro iniziali, un certificato con sottostanti indici avrà una cedola più bassa rispetto a uno, per esempio, con sottostanti azioni. Questo però non deve far scegliere in assoluto il certificato con sottostante azioni. Infatti, puntare su un certificato con indici come sottostanti, che ha una cedola inferiore, vuol dire posizionarsi su un investimento più stabile e meno rischioso, che può dare maggiore stabilità al proprio portafoglio. Una cedola dell’8% come per il prodotto che attualmente consigliamo sugli indici, anziché del 12%, come per esempio paga un altro prodotto con sottostanti azioni che attualmente consigliamo, non è per forza una scelta perdente e da evitare. Assolutamente no: è un diverso posizionamento in termini di profilo rischio-rendimento. Si inserisce in portafoglio un investimento più stabile, meno rischioso, ma che comunque continua a poter garantire una cedola periodica molto interessante.
IL PREZZO? NON “COMANDA” DA SOLO
Un altro aspetto è il prezzo. Come detto, è chiaro che il rendimento che possiamo ottenere da un certificato che paga cedole è dato dal totale dei flussi cedolari che possiamo incassare, rapportato a quanto paghiamo per comprarlo. In altri termini, tra due prodotti che hanno la stessa cedola, ma con prezzi diversi, quello con il prezzo inferiore darà un rendimento superiore. Posto che, se sul mercato si hanno due prodotti con cedola identica ma prezzo differente, significa che vi è una maggiore volatilità implicita in quel momento per il prodotto con il prezzo più basso oppure che i sottostanti hanno un prezzo più basso. Di fatto, ha un rendimento superiore perché ha un rischio superiore, e si torna al ragionamento precedente.
Ma se abbiamo già sviscerato questo aspetto del rischio e del rendimento, che non deve guidarci unicamente nella scelta, vale anche un altro ragionamento quando si vanno a guardare i prezzi. Se infatti abbiamo detto che non bisogna guardare per forza a chi offre la cedola più alta a parità di prezzo, non dobbiamo neanche farci guidare puramente dal prezzo.
Sono diversi i fattori che intervengono sul prezzo di un certificato. Tra questi vi sono non solo la volatilità e il sottostante, ma bisogna tenere anche conto se esiste l’opzione di rimborso anticipato e se questo è soft callable o autocallable. Nel primo caso è l’emittente che ha diritto, ma non l’obbligo, di rimborsare il certificato a partire da una determinata data; nel secondo caso invece, qualora la condizione per il rimborso sia soddisfatta, il rimborso è automatico e non è a discrezione dell’emittente.
Se dunque un prodotto tende ad avere dei sottostanti che sono sistematicamente sopra il livello fissato per il rimborso automatico, il prezzo del prodotto tenderà a salire sopra la pari. C’è però da tenere conto di una cosa: in questo caso, comprare a un prezzo, per esempio, di 1.020 euro un prodotto che ha una cedola annuale dell’11,1%, come quello che stiamo consigliando sul settore automotive, con una prima data di rimborso possibile a fine giugno, può sembrare che abbia un rendimento inferiore.
Specifichiamo: se si va a calcolare il rendimento pagando oggi 1.020 euro e incassando sei cedole pari allo 0,925% mensile, si avrà un flusso cedolare netto di circa 41,07 euro che, rapportato a un prezzo di acquisto di 1.020 euro, equivale a un rendimento del 2% netto (le cedole sono compensabili, quindi se hai minus pregresse il rendimento è ancora più alto). Attenzione: è un 2% realizzato in soli sei mesi, quindi stiamo parlando di un 4% annuo netto, un rendimento che non viene creato da nessun altro strumento a tasso fisso, sia che parliamo di conti deposito sia che parliamo di obbligazioni, a meno di non andare su comparti obbligazionari o prodotti particolarmente rischiosi.
Questo è anche il rendimento minimo possibile che si può ottenere oggi da questo prodotto. Nulla vieta infatti che uno dei sottostanti nei prossimi mesi possa perdere terreno e quindi non soddisfare la condizione per il rimborso anticipato. In questo modo il flusso cedolare aumenterebbe e quindi anche il rendimento potrebbe aumentare.
C’è da tenere conto di un altro aspetto: se oggi il prezzo è così alto è perché i sottostanti sono in un trend positivo. Ciò rende ad oggi questo prodotto meno rischioso rispetto agli altri. In altri termini, se dovesse continuare l’andamento positivo di questi sottostanti, il prodotto diventerebbe sempre meno rischioso e sempre più probabile che venga rimborsato, per esempio, tra sei mesi, ma nel frattempo può comunque garantire un rendimento che, se confrontato con le altre opportunità presenti sul mercato a breve termine, risulta superiore.
Dunque, visto in questi termini, il prezzo oggi più alto rispetto ad altri prodotti, che riduce il rendimento percentuale, non rende questo certificato poco conveniente da scegliere. Tutt’altro: ad oggi si presenta in una fascia di rischio diversa, più bassa, e con un orizzonte temporale potenziale più breve. Questo significa che, se si vuole allocare una parte del proprio portafoglio su un investimento che può avere una scadenza minima più breve rispetto a quella degli altri certificati, garantendo però un rendimento superiore agli altri prodotti a breve termine, questo certificato diventa una scelta molto interessante.
È importante valutare queste situazioni, tenendo conto di quanti mesi mancano alla data di rimborso anticipato, del prezzo e dell’ammontare delle cedole. La regola di base è: quando la somma delle cedole che possono essere incassate, tenendo conto del prezzo e del numero di mesi di distanza dalla condizione di rimborso, porta a un rendimento non solo positivo ma anche superiore alle soluzioni analoghe sul mercato per gli stessi orizzonti temporali, allora il certificato può ancora essere acquistato (a livello operativo siamo noi a fare questi calcoli per te e a dirti se vale ancora la pena investirci o meno).
LA SCELTA FINALE
È per questo che il certificato sull’automotive oggi è ancora in acquisto e, come ti abbiamo dimostrato, può essere una soluzione valida a seconda di quelle che sono ovviamente le tue esigenze per il portafoglio. Ti abbiamo quindi dimostrato che i tre certificati oggi acquistabili, pur trovandosi in situazioni di prezzo e di cedola differenti, possono essere tutti e tre inseriti nel tuo portafoglio. Sta a te scegliere quello che risulta più adeguato a ciò che ti serve.