Immagino che alla rete di vendita delle banche siano arrivati dall’alto ordini ben precisi sulla vendita di questi titoli, perché sennò non si spiega il fenomeno. I certificate, per chi non lo sapesse, sono quei prodotti che investono in valute, indici o azioni che, se le cose vanno bene, ti possono dare dei corposi guadagni (spesso sotto forma di “cedoloni”) con cui poi tu puoi andare a “mangiare” tutte le tue minusvalenze passate, prima che scadano, senza lasciare neppure una lira allo Stato. Bello eh? L’idea di non lasciare soldi allo Stato è una cosa che all’italiano medio piace quanto l’erba gatta ai felini. Peccato che si dimenticano di dirti che per essere sicuro di “mangiare” le minusvalenze devi comunque prima incassarli, questi benedetti guadagni. Qui casca l’asino, perché mica è garantito che tu li incassi; se lo fosse smetterebbe di essere un gioco fiscalmente vantaggioso, perché il requisito di legge per farti “mangiare” le minusvalenze è proprio che i guadagni sui certificate siano incerti. Insomma, è vero che se vinci il Superenalotto diventi ricco, ma devi prima vincere, cosa non scontata. Per farti una idea della probabilità che hai di portarti a casa i guadagni chiedi sempre di avere il Kiid (il succedaneo del vecchio prospetto). È un tuo diritto anche se non gli viene spontaneo dartelo. Apri questo benedetto Kiid e vai a pagina 2 (di solito sta lì) e cerca uno schema con scritto “Scenari di performance” in cui ti dicono quanto guadagni se va bene (siamo spesso intorno al 4/5%), se va benino, se va malino e se va malissimo (qui si arriva a perdere anche metà dei soldi). Fai la media semplice tra questi rendimenti e hai già un’idea di come ti andranno le cose. È un metodo rudimentale, ma ti salterà all’occhio che spesso con questi prodotti ci perdi. E chi ci guadagna? Vai verso il fondo del Kiid, lì trovi un paragrafo intitolato “Quali sono i costi?”. Chi ci guadagna sempre è chi incassa quei costi. Che, però, si applicano in emissione, per cui se vuoi proprio prenderti uno di questi prodotti ti conviene comprarlo solo quando è già quotato in Borsa (e il prezzo è scontato dei costi). Ecco, se mi hai letto con attenzione e hai memorizzato queste dritte, ne sai abbastanza da essere una cintura nera di investimenti.
Vincenzo Somma
Direttore Responsabile Altroconsumo Finanza