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Certificate: quando il capitale non è protetto

Certificate a capitale non protetto

Certificate a capitale non protetto

Data di pubblicazione 27 febbraio 2024
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Certificate a capitale non protetto

Certificate a capitale non protetto

Conosci i certificate che non hanno una protezione del capitale? Come funzionano? E sapevi che ce ne son alcuni che trattano a sconto, altri che moltiplicano l'andamento del sottostante...?

Tra i certificate a capitale non protetto ci sono i certificate benchmark. Non sono altro che prodotti che replicano linearmente l’andamento del sottostante, senza effetto leva. Investendo su questa tipologia di prodotti, quindi, si è esposti all’andamento del sottostante, senza alcuna protezione. Se si tratta di certificate benchmark long, significa che il prodotto guadagna se il sottostante sale (perde se il sottostante scende), mentre se si tratta di certificate benchmark short, il prodotto guadagna se il sottostante scende (e viceversa). Per cui, si può perdere anche tutto il capitale investito, potenzialmente, così come è possibile anche non avere limiti ai guadagni realizzabili. Questa tipologia di certificate può avere una scadenza oppure non averla: in questo caso si parla di certificate benchmark open end.

Parlando di benchmark certificate ci sono i certificate tracker, tra l’altro se segui i nostri consigli sai anche che te ne stiamo consigliando alcuni. Si tratta di certificate che replicano linearmente l’andamento di un sottostante, per cui si guadagna o perde a seconda che il sottostante guadagni o perda. In linea teorica, dunque, si può perdere tutto il capitale investito come non ci sono limiti ai guadagni. Anche i certificate tracker possono avere una scadenza oppure no; in quest’ultimo caso si parla di open end.

Ci sono poi i certificate outperformance. La loro caratteristica è quella di replicare linearmente l’andamento del sottostante in caso di performance negative; quindi, se il sottostante perde il 5%, il 10%... il certificate outperformance per il 5%, il 10%... ma in caso di andamento positivo del sottostante questo certificate ha un guadagno più che proporzionale. Di quanto? Dipende dalla cosiddetta partecipazione. Per esempio, se la partecipazione è del 200%, significa che il certificate guadagnerà il doppio del sottostante, se la partecipazione è del 300%, il certificate guadagnerà tre volte tanto e così via. Dunque, anche in questo caso, con un andamento negativo del sottostante si può perdere anche tutto il capitale investito, mentre i guadagni sono potenzialmente infiniti. A meno che non ci sia il cosiddetto Cap. Questo vale non solo per i certificate outperformance, ma anche per altri prodotti che riportano nel nome Cap. Cosa significa? Che c’è un tetto - un cap, appunto - oltre il quale il rendimento riconosciuto dal certificate non può andare (anche se il sottostante è salito di più). Tieni conto infine che la cosiddetta partecipazione non è detto che ci sia solo per i certificate outperformance: può essere una caratteristica presente anche in altre tipologie (vedi per esempio i prodotti a capitale protetti che ti consigliamo attualmente).

Infine, ci sono i certificate discount. Sono certificate che hanno un prezzo inferiore a quello che il sottostante ha sul mercato – trattano quindi a sconto rispetto al sottostante e da questo prendono, appunto, il nome. È previsto un cap, che rappresenta il valore massimo a cui verrà rimborsato il certificate. Dunque, se alla scadenza del certificate il sottostante ha un valore superiore al cap, si otterrà il valore del cap. E se è più basso? Si otterrà il valore del sottostante e in questo caso potrebbe capitare di essere in perdita. Vediamolo con un esempio. Il sottostante ha un prezzo di 5 euro e il certificate viene emesso a 4,5 euro. C’è quindi uno sconto del 10%. Il cap è a 6 euro. Se a scadenza il sottostante vale 7 euro, si avrà un valore di rimborso, comunque, a 6 euro (e si sarà in guadagno). Se a scadenza il valore del sottostante è a 4,8 euro, quest’ultimo sarà anche il valore di rimborso, e si sarà comunque in guadagno (si è acquistato a 4,5 euro). Se però il sottostante a scadenza varrà 4,3 euro, si sarà in perdita.