Cosaporto: non il solito delivery
Crowdfunding
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Invito a cena o ricorrenza importante: tutte occasioni in cui è difficile decidere cosa portare in regalo, per mancanza di tempo o di fantasia o di entrambe. A questa necessità cerca di porre rimedio Cosaporto: fondata nel 2017, la società è una vetrina di regali destinata a una clientela di fascia medio alta. Oggi conta circa 500 aziende associate e sul suo sito trovi, oltre a pranzi e cene pronte, anche prodotti di pasticceria, fiori, piante, prodotti di profumeria che è possibile farsi consegnare, per ora, in cinque città italiane (Milano, Roma, Torino, Bologna, Forte dei Marmi) e a Londra.
La società – che punta ad espandersi in altre città, in Italia e all’estero – è nata a Roma, ma è il mercato milanese a essere quello che oggi pesa di più in termini di fatturato, mentre, dal punto di vista merceologico sono i prodotti di pasticceria che detengono la quota di mercato più consistente.
Il servizio non si rivolge solo al consumatore singolo, ma anche alle aziende, con servizi di catering dedicati, e, per il momento, non ha concorrenti diretti che propongano un servizio comparabile a una clientela di identico livello. Cosaporto ha già raggiunto il livello minimo di raccolta stabilito e si propone, con l’attuale raccolta, di usare i fondi principalmente per consolidare e migliorare la propria tecnologia e per finanziare l’espansione in Italia e all’estero, oltre che per spese di marketing e nuove assunzioni.
I conti della società non sono diversi da quelli della maggior parte delle start up, che nei primi anni di vita impiegano tutte le loro risorse per sviluppare il progetto. La forte crescita dei ricavi (supera il 50% tra il 2019 e il 2020) e una piattaforma di proprietà che può essere usata anche da altri e-commerce e negozi fisici per gestire ordini da soddisfare in giornata, giocano a favore di Cosaporto, che si colloca in un mercato oggi in espansione.
Come sempre nel caso di una raccolta tramite crowdfunding, nonostante la presenza dei vantaggi fiscali, non possiamo non ricordarti i “difetti” di questo tipo di investimento, che non lo rendono adatto a tutti. Tra questi, nonostante le caratteristiche del progetto possano rendere appetibile l’acquisizione da parte di grandi società che operano come delivery di cibo o nel settore della logistica, la difficoltà di non riuscire a chiudere il tuo investimento in tempi brevi, oltre a non avere alcuna certezza sul guadagno. Con il crowdfunding, in pratica, sei tu a diventare imprenditore e ad assumenti tutti i suoi rischi: se questo ruolo non si adatta a te, e non te la senti di correre questi rischi, potresti pensare di investire direttamente in una società che fa delivery già quotata in Borsa. Vediamo se vale la pena.
Cosaporto è nata da poco e sta ancora investendo sulla sua crescita, quindi ancora non fa utili, ma anche società più note e presenti sul mercato da più tempo si trovano nella stessa situazione. Pur avendo registrato un boom delle consegne e, quindi, dei ricavi negli anni duri della pandemia, Delivery Hero (34,37 euro; Isin DE000A2E4K43), Deliveroo (90 pence; Isin GB00BNC5T391), Doordash (46,34 Usd; Isin US25809K1051) e Just Eat Takeaway (17,47 euro; Isin NL0012015705) – le 4 principali società quotate del settore – hanno tutte chiuso sia il 2020, sia il 2021 con una perdita già a livello industriale – in pratica i ricavi non sono bastati a coprire i costi necessari per svolgere la propria attività (oneri pluriennali inclusi). Ma la cosa peggiore è che se Cosaporto ha davanti a sé ottime prospettive di crescita, le società di delivery già quotate le hanno un po’ più offuscate: per esempio, dopo aver visto i ricavi crescere di circa il 54% sia nel 2020, sia nel 2021, Deliveroo ha recentemente ridotto le stime sulla crescita del controvalore degli ordini nel 2022 a, massimo, un 8% rispetto al 2021 (ma la forchetta di attese prevede, al minimo, anche solo un +4%). Situazione simile per Just Eat Takeaway che, dopo aver chiuso il terzo trimestre con un aumento del controvalore degli ordini limitato al 2% rispetto allo stesso trimestre del 2021 (-5% senza gli effetti di cambio) si aspetta un tasso di crescita inferiore al 5%. In questa situazione, non sorprende che le azioni di queste società abbiano registrato ribassi molto pesanti in Borsa: solo nel 2022 si va da circa il -57% delle Deliveroo al -69% delle Doordash.
Con le azioni che hanno perso tanto, può valere la pena investire ora in queste società? Secondo noi, no. Nonostante gli sforzi – Deliveroo, per esempio, ha siglato accordi con vari supermercati per la consegna della normale spesa quotidiana a domicilio – il contesto sembra non essere favorevole alla loro redditività. Primo: le restrizioni pandemiche, almeno in Occidente, sembrano non destinate a tornare – ed è uno dei fattori che ha sostenuto la corsa delle consegne a domicilio negli scorsi anni. Secondo: una possibile contrazione della crescita economica potrebbe portare i clienti a ridurre le spese legate al delivery. Terzo: la corsa dei costi dei beni alimentari e dell’energia sta già pesando tanto sui ristoratori che potrebbero far fatica a far tornare i conti, tenendo anche conto delle commissioni da pagare a queste società del delivery – in altri termini, in una fase in cui non ci sono più restrizioni pandemiche, potrebbero trovare più vantaggioso non avvalersi del servizio di queste società o minacciare di non servirsene più per contrattare una riduzione delle commissioni da pagare. Non per nulla, per tutte le 4 società suddette ci si aspetta bilanci in perdita almeno fino al 2024. Non vediamo, dunque, grandi motivi per puntare su queste società: gli investitori prudenti ne stiano alla larga. Esiste un piccolo spunto speculativo legato alle possibili operazioni di fusione che potrebbero esserci nel settore: è un modo per aumentare le dimensioni, “spalmare” meglio i costi strutturali (quelli informatici, per esempio) e cercare di essere più profittevoli. Vediamo, però, le 4 società di cui ti abbiamo parlato più nel ruolo di predatori che di prede e sono, spesso, le azioni di queste ultime che tendono a schizzare di più quando ci sono operazioni di fusione e acquisizione – in tal senso Cosaporto potrebbe essere una preda ideale, ma fai attenzione ai limiti sulla negoziabilità. Per questo riteniamo che le 4 società del settore non meritino nemmeno un acquisto speculativo.
Per avere più dettagli sulla società e per partecipare al crowdfunding vai qui: https://mamacrowd.com/it/project/cosaporto
La raccolta di crowdfunding di Cosaporto parte da un minimo poco inferiore ai 500 euro, ma, se desideri avere anche diritto di voto, devi investirne poco meno di 20.000.
Delivery Hero è una società tedesca attiva in oltre 70 Paesi del mondo, da noi con Glovo. Le azioni sono state quotate a metà del 2017. Deliveroo ha sede in Gran Bretagna e opera anche da noi: le azioni sono state quotate nella primavera del 2021 – già allora, vedi n° 1409, ti avevamo sconsigliato di acquistarle e da allora hanno perso il 68% circa. Anche Just Eat Takeaway è operante e nota anche da noi, le azioni sono in Borsa dall’autunno del 2016, ma l’attuale società è il risultato di un “matrimonio” tra gruppi avvenuto nel 2020. Infine, c’è l’americana Doordash, operante prevalentemente negli Usa, quotata in Borsa da fine 2020.
Non abbiamo trovato fondi comuni o Etf acquistabili che puntino in generale sulle azioni del food delivery. Esiste solo un certificate di Vontobel chiamato Tracker certificate open-end su Solactive food delivery index (99,85 euro; Isin DE000VP34711) che investe sì sulle società del delivery, ma anche su colossi tecnologici come Amazon o Alphabet. Non ci sembra, dunque, particolarmente centrato per una eventuale scommessa sul settore. Inoltre, è molto poco scambiato – 9 scambi in tutto dall’inizio dell’anno stando ai dati di Borsa italiana. Non lo consigliamo.
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