La Banca d’Italia ha deciso la sospensione di Recrowd, una delle principali piattaforme italiane di crowdfunding immobiliare, dal servizio di intermediazione nella concessione di prestiti. Cosa significa? In pratica, Recrowd – per ora – non potrà lanciare nuove campagne di raccolta fondi, anche se quelle già pubblicate e non ancora concluse proseguiranno, così come l’assistenza agli utenti e la gestione dei fondi già investiti.
La notizia ha suscitato grande attenzione, anche perché si tratta di uno dei primi interventi così decisi da parte dell’Autorità su una piattaforma attiva in questo settore. Secondo quanto riportato da alcuni siti che hanno riportato la vicenda la decisione deriverebbe da criticità emerse durante i controlli: tra queste, una governance ritenuta inadeguata e problemi nella gestione delle informazioni fornite agli investitori.
Recrowd, da parte sua, ha comunicato che sta lavorando a un piano di rimedio, che dovrà essere pronto entro il 31 ottobre 2025, con l’obiettivo di tornare pienamente operativa.
Questo episodio arriva in un momento in cui il settore del crowdfunding immobiliare è sotto i riflettori. Come abbiamo segnalato in una recente analisi, si tratta di un mercato dove non sempre i rischi sono ben chiari a chi investe. Le possibilità di rendimento ci sono, ma serve attenzione. La vicenda Recrowd ci ricorda, però, che le autorità di vigilanza hanno preso sul serio il settore e non hanno abbassato la guardia. Sarà interessante vedere i prossimi sviluppi perché una rapida chiusura della vicenda potrebbe mostrare la solidità e la resilienza del settore del crowdfunding e attrarre nuovi fondi, mentre, viceversa, il protrarsi della vicenda oltre ottobre potrebbe frenarne lo sviluppo.
In questa occasione ribadiamo il consiglio di diversificare il più possibile gli investimenti in crowdfunding in modo da diminuirne il rischio.