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Se vuoi far scegliere ad altri le startup in cui investire
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Se vuoi far scegliere ad altri le startup in cui investire
Non è la prima volta che parliamo di progetti di crowdfunding diversificati.
Data di pubblicazione20 dicembre 2023
Tempo di lettura: ##TIME## minuti
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Non è la prima volta che parliamo di progetti di crowdfunding diversificati.
Dopo una pausa per l’adeguamento alle normative europee si sta assistendo a una ripresa dei progetti di crowdfunding. In questa occasione vediamo il caso di una società che investe in startup.
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Con questo il crowdfunding Mamazen IH1 si acquistano quote di Zen S.r.l.. Zen è una società che deterrà in pancia a sua volta di un’altra società (IH1 S.r.l.) in cui confluiranno le partecipazioni in società neonate scelte o create dallo startup studio (una sorta di incubatore di startup) chiamato Mamazen in cui la stessa IH1 investe. In altre parole questo crowdfunding funziona suppergiù come un piccolo fondo di investimento in startup innovative.
Al momento Mamazen ha creato già 5 startup: Morsy (consegna pasti in pausa pranzo), Inpoi (progetto di digitalizzazione dedicato agli agenti immobiliari), Orangogo (motore di ricerca per società sportive), Deeva (per prenotarsi il parrucchiere direttamente a casa propria), Pelomatto (toelettatura cani a domicilio). L’idea è di avviare tre nuove startup all’anno per i prossimi anni e quattro nel 2026, arrivando a quota 15.
Si possono sottoscrivere quote a partire da 1.000 euro da qui a fine gennaio. L’eventuale monetizzazione dell’investimento è prevista a partire dal 2027 quando il management spera di poter iniziare a vendere le startup create di girare i ricavi ai suoi sottoscrittori.
Questi dati sono solo una sintesi e tutto quello che c’è da sapere è sul sito dove viene proposto (www.crowdfundme.it/projects/mamazen/). Tra lecose che puoi trovare c’è il bilancio della società IH1, le visure catastali che fanno luce sull’azionariato, il pitch desk, che è una presentazione del progetto, il Kiis (in pratica il prospetto del crowdfunding), il curriculum vitae dei principali attori della società e una interessante sezione Q&A (domande e risposte).
Come diciamo da tempo l’investimento in crowdfunding non è un mondo facile, richiede di sentirsi un po’ imprenditori e di studiarsi molte carte. Ma bisogna anche fare attenzione che le informazioni non possono essere, per forza di cose, esaustive. Se di fronte a un colosso come Enel sappiamo praticamente tutto, di una startup sappiamo solo quello che si propone di fare e non è detto che sia ciò che poi riuscirà effettivamente a fare. Prendiamo il bilancio di IH1, poco più di 2,5 milioni di stato patrimoniale, ci dice che ha circa 1,1 milioni di partecipazioni e quasi 1,2 milioni di crediti verso soci per versamenti dovuti. In pratica ci dice che è tutto ancora da fare e da creare. In questo senso il crowdfunding è una scommessa secca in cui ci si può benissimo far male. Di buono vediamo, però, che rispetto a crowdfunding di singoli progetti qui c’è un minimo di diversificazione nell’investimento, cosa che un po’ riduce il rischio, e qualcuno che aiuta a fare le scelte di investimento. Non è la prima volta che parliamo proprio di progetti di crowdfunding di questo tipo, diversificati. Il neo, se vogliamo, è che per ora i progetti che ha già in pancia si assomigliano (toelettatura cani a dmicilio, parrucchiere a domicilio, consegna pasti in pausa pranzo…). Il che ha di buono che l’expertise di chi li crea viene utilizzata più volte, ma limita la diversificazione.