Quando monetizzo il mio investimento?

Crowdfunding
Crowdfunding
Uno dei rischi principali di un investimento in equity crowdfunding, cioè l’acquisto di quote di startup innovative attraverso piattaforme dedicate, è il fatto che è si tratta di investimenti di cui è difficile monetizzare, almeno in tempi brevi. I motivi fondamentali sono due. Il primo è che metti dei soldi in attività appena avviate che, quindi, impiegheranno ancora del tempo per produrre a loro volta denaro e offrirti dei dividendi. Il secondo è che metti dei soldi in attività che non sono quotate su un mercato e che quindi non sono facili da scambiare. Per questo, quando presentano un progetto di crowdfundingi, nella maggior parte dei casi dicono subito l’exit strategy, ossia la modalità di uscita prevista dall’investimento e i tempi in cui si presume che possa realizzarsi. Per esperienza possiamo dire, tra l’altro, che si tratta di una informazione così importante che anche le volte in cui non era evidente dalla documentazione, finiva tra le prime domande poste dai potenziali sottoscrittori nella sezione Q&A (domande e risposte) dei siti di crowdfunding, per cui risultava sempre reperibile.
Di Exit ti abbiamo parlato nel n° 1425 raccontando di CleanBnB (1,24 euro; Isin IT0005377277), società che fornisce servizi a chi affitta casa per le vacanze che, dal primo crowdfunding nel 2016 è approdata in Borsa nel 2019, passando per un altro crowdfunding e, quindi, un aumento di capitale, nel 2018. Le sue quotazioni sono state un susseguirsi di alti e bassi, ma tra dicembre e gennaio è balzata di circa il 30%, pur restando al di sotto dei valori iniziali di quotazione. Il valore della società dopo il primo crowdfunding era di circa 530.000 euro, oggi capitalizza oltre 11 milioni. Di Crowdfundme (2,26 euro; Isin IT0005353575), piattaforma che raccoglie soldi per progetti di crowdfunding quotata sempre a Milano, ti abbiamo parlato nel n° 1535. Sbarcata anch’essa dal 2019 a Piazza Affari raccolse capitali nel 2017 e dopo il crowdfunding valeva quasi 2,8 milioni. Oggi capitalizza meno di 4 milioni di euro, ma al momento della quotazione ne valeva 11. Ultimo esempio è Dotstay (7 euro; Isin IT0005523839), piattaforma che aiuta chi intende trasferirsi in un’altra città: sbarcata in Borsa a inizio 2023 aveva fatto crowdfunding solo un anno prima raggiungendo un valore di circa 2 milioni. Capitalizza quasi 18 milioni di euro (erano circa 10 al momento del collocamento).
Ma quante sono le possibilità di una exit strategy? In sostanza sono due… e mezzo. Il mezzo sta nella possibilità di cedere le proprie quote della società in cui si è investito a qualcun altro. In alcuni portali si parla esplicitamente della vendita delle quote, ma si tratta di una possibilità che giudichiamo di per sé non molto facile. Veniamo alle altre due. La prima è la vendita della società ad una più grande. Ad esempio, se è una start up che vuole brevettare un farmaco, potrebbe essere venduta a una multinazionale del settore. La seconda è una quotazione in Borsa, in genere, nel caso delle società italiane, all’Euronext Growth Milan, il segmento di Borsa (ex Aim Italia) dedicato alle società ultrapiccole.
Quanto spesso avviene l’exit?
Una fonte di riflessione importante ci viene dall’Osservatorio del Politecnico di Milano che si occupa di crowdfunding che nel suo ottavo report sul settore pubblicato l’estate scorsa racconta il destino (a quel momento) di oltre 1.100 emittenti che si erano affacciati al crowdfunding, alcuni anche con progetti di tipo immobiliare. Di questi, poco più del 75% erano riusciti a raccogliere soldi subito con la prima campagna e solo la restante parte non era riuscita a partire subito. Tra questi solo circa 1 su 30 risultava fallito. La maggior parte degli altri era ancora in attività, ma quel che più ci importa è che quasi 40 progetti immobiliari sono stati rimborsati con successo, 9 società sono state quotate in Borsa e 17 erano andate incontro a acquisizione e fusione. Stiamo parlando del 7,5% di chi è riuscito a raccogliere soldi col crowdfunding (azionario o immobiliare) esaminati in questa ricerca. Tanto o poco? Essendo il crowdfunding un fenomeno relativamente recente non ci aspettiamo numeri diversi, tuttavia è significativo del tempo impiegato da questi investimenti per maturare: si tratta davvero di alcuni anni. E le scappatoie sono poche. Uomo avvisato.
Il report sul crowdinvesting del Politecnico è una miniera di informazioni per chi è interessato al settore. Lo trovi qui: www.osservatoriefi.it/efi/wp-content/uploads/2023/07/reportcrowd2023.pdf.
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