Blu Martin (oggi Blu Martin Yachts, www.blumartinyachts.com) nasce come un cantiere nautico nel 2000 con sede a Cassina Rizzardi (in provincia di Como, ma non sul lago omonimo) con lo scopo di progettare e costruire yacht personalizzati con una lunghezza che varia tra i 13 e i 18 metri. Negli anni 2001-2009 produce 10-12 imbarcazioni ogni anno, ma gli anni successivi al 2010 non sono facili per la cantieristica (non da ultimo la supertassa sulle imbarcazioni di lusso introdotta nel 2012 e ritirata nel 2015) e nel 2021 il marchio viene rilevato per il rilancio da una nuova società chiamatra Blu Martin Yachts, oggi in mano a una trentina di soci tra cui spiccano due società, la holding di investimento Mediterranean Phoenix (www.mediterraneanphoenix.com) e Twinstars, quest’ultima insieme all’attuale amministratore delegato è uno dei due soci fondatori. Il fondatore del marchio è anora presente come responsabile di progettazione e produzione.
La gamma di modelli del gruppo è costituita da soft top classic, walkaround e gran turismo (sono tre tipologie di yacht distinte in base alla loro conformazione), ma al momento la società sta finendo la produzione di un modello del primo tipo iniziato nel 2022 e dovrebbe per la fine dell’anno fiscale (che chiude ad agosto) realizzare due walk around e portare a buon punto la realizzazione di un modello gran turismo. Per l’anno prossimo i modelli in produzione supereranno (se si realizzano i progetti della società), la decina. In termini di conti dopo un 2022/23 chiuso lo scorso agosto con poco meno di 800.000 euro di ricavi (in realtà 10.000 euro di soldi incassati, il resto dei ricavi erano le rimanenze delle barche in costruzione) e conti sostanzialmente in pareggio, per il 2023/24 è previsto il raddoppio dei ricavi (quasi 2,5 milioni di vendite a cui vanno, però stavolta sottratti 1,3 milioni di rimanenze) e un piccolissimo utile, mentre i ricavi del 2024/25 dovrebbero risultare addirittura decuplicati con un utile intorno ai 600.000 euro. Dalle tre barche vendute nell’anno in corso si dovrebbe arrivare a 14 barche nel 2029 con un fatturato di oltre 10 milioni.
In pratica se finora la società non ha prodotto molto da qui a un anno intende andare a regime con un balzo da 3 a 10 barche prodotte e poi una crescita molto più lenta, ma stabile.
Solo a partire dal 2029 potrebbe esserci la possibilità di monetizzare l’investimento o a seguito di una quotazione in Borsa o dopo la vendita della società ad un altro soggetto, operatore industriale o fondo.
Per partecipare al crowdfunding su www.crowdfundme.it bastano 500 euro: la società intende raccogliere tra i 100.000 e i 735.000 euro circa che saranno utilizzati per attività di marketing e partecipare ai saloni nautici di Cannes e Genova, acquistare un nuovo stampo carena e coperta, stipendi e motoristica. La scadenza è il 31 marzo.
Non è la prima raccolta di capitale: dal Kiis (il prospettino dell’offerta) si evince una raccolta per 805.000 euro nel 2022 e un’altra di 150.000 euro nel 2023. Il fatto che la società abbia fatto più aumenti di capitale e che al momento intenda spendere i soldi ricavati dal crowdfunding anche negli stipendi e non solo in investimenti offre un po’ l’idea che vi sia un rischio di liquidità. Inoltre, sarebbe stato preferibile se nel presentarsi avesse speso qualche parola in più sull’andamento del marchio negli anni che vanno dal 2010 al 2020 per capire meglio i motivi della scelta del rilancio fatto nel 2021.
Detto questo, e chiarito il fatto che il crowdfunding è rischioso per diversi motivi, non da ultimo il fatto che è un investimento illiquido, ma anche che si può benissimo perdere tutto quello che si è investito, Blu martin Yachts resta una delle poche realtà che fanno crowdfunding che abbia una valenza industriale e non sia una semplice vetrina di servizi, magari online. Non da ultimo il dettaglio con cui scende a descrivere anche gli utili che prevede di fare nei prossimi anni, e l’exit strategy sono informazioni presentata con una chiarezza che non sempre riscontriamo in chi fa crowdunfing.
Tuttavia, proprio il fatto che sia una realtà industriale esalta, se vogliamo, il fatto che a differenza dei normali investimenti in titoli di cui parliamo su Investi (per il settore degli yacht abbiamo ben due società in selezione Italian sea group e Sanlorenzo), il crowdfunding richiede, invece, un minimo di ottica imprenditoriale. Chi se ne intendesse di imbarcazioni e giudicasse quelle di Blu Martin un valido acquisto potrebbe pensare di tentarci una scommessa secca stando attento a metterci una somma minima. Per gli altri resta valido il principio non capisco non compro.