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Equity crowdfunding: dopo che hai investito che succede?

crowdfunding 2

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Data di pubblicazione 03 gennaio 2022
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Ti abbiamo parlato spesso di startup innovative in cerca di azionisti con l’equity crowdfunding. Ti abbiamo parlato dei vantaggi fiscali di questo tipo di investimento. Cerchiamo ora cerchiamo di dare un’occhiata a cosa succede dopo che tu hai messo i soldi in una di queste imprese.

L’investimento in equity crowdfunding è, nella maggior parte dei casi, una scommessa sulla capacità innovativa del tessuto imprenditoriale italiano. Per sua natura richiede tempo per portare i suoi frutti.

Speranze di uscita? Ci sono, ma non sono facili

L’uscita da questi investimenti avviene di solito quando la società ha avuto successo e si monetizza principalmente in due modi.

Il primo è quando la società viene venduta a una più grande che la ingloba. Per esempio, è quanto successo all’italiana Stamplay (poi naturalizzata britannica) che nel 2014 aveva raccolto circa 250.000 sterline con equity crowdfunding su un portale britannico (a fronte di una valutazione di poco meno di 2 milioni di euro) e che poi è stata acquistata da Apple per 5 milioni di euro nel 2019.

Il secondo è quando la società si quota sul mercato. In AF 1425 per esempio ti avevamo parlato di CleanBnb (1,09 euro; Isin IT0005377277) società attiva nel settore affitti brevi che, nel 2019, si è quotata all’Euronext growth Milan (ex Aim), ma che aveva raccolto soldi in due successivi round di equity crowdfunding nel 2016 e nel 2018. Ma non è stato l’unico caso, c’è anche quello della piattaforma di equity crowdfunding Crowdfundme (4,16 euro; Isin IT0005353575) che si era quotata qualche mese prima di CleanBnb e che, per la cronaca, dalla quotazione ha perso circa il 50% del suo valore.

Abbiamo, però, detto che si monetizza “principalmente” in due modi perché, ovviamente, l’elenco non è esaustivo. I siti di equity crowdfunding hanno bacheche in cui si può mettere un annuncio di vendita delle proprie quote di una società. Il problema è che per l’acquirente non è tanto facile capire se il prezzo sia congruo, e per il venditore è ancor meno chiaro sapere quali sono le possibilità effettive di trovare compratori. A metà dicembre su www.crowdfundme.it c’erano per esempio ben 15 offerte di vendita di quote di Infinityhub (holding che investe nell’efficientamento energetico) che comportavano investimenti dai 134 euro ai 48.000 euro con prezzi da quasi la metà del valore delle quote fino a circa 10 volte tanto (dopo due settimane le offerte sono scese a 6). La società aveva raccolto 504 investitori in due tranche, una nel 2019 e una nel 2021. Insomma, è evidente che esistono vie d’uscita, ma non sono immediate. C’è da dire che il boom dell’equity crowdfunding è agli inizi e che ci vorranno diversi anni per vederne maturare tutti i frutti e per vedere queste società sbarcare in Borsa, ma è bene fin da ora non farsi illusioni fin da ora circa la liquidità di questi investimenti: se li fai devi prepararti a tenerli anche diversi anni.

Che fine hanno fatto quelle di cui abbiamo parlato?

Vediamo intanto se si sa qualcosa di nuovo sulle società di cui ti abbiamo parlato in passato nei nostri articoli. Andiamo in ordine cronologico.

Noleggio energia (green economy, noleggio di strumenti per aumentare l’efficienza energetica, vedi AF 1404; sito https://noleggioenergia.it/): la campagna si è conclusa con una raccolta di 224.000 euro, sopra l’obiettivo minimo di 100.000 euro. La società sta ancora raccogliendo denaro, questa volta in prestito e per realizzare singoli progetti, su www.ener2crowd.com/. Per esempio, ha appena raccolto soldi per un nuovo impianto fotovoltaico.

The Circle (agricoltura acquaponica, pubblicata il 5 marzo solo sul nostro sito; www.thecircle.global/): ha raccolto 441.000 euro, sopra il minimo richiesto di 100.000, non lontano dal tetto di 500.000 euro. Al momento continua a vendere i suoi prodotti sul suo shop online e cerca di farsi conoscere con servizi TV e reportage sui giornali.

Hotelpulito (società che certifica le strutture alberghiere, vedi AF 1406; https://hotelpulito.com/): non ha raggiunto l’obiettivo minimo di 75.000 euro. Il sito presenta ancora la pubblicità della campagna conclusa del suo equity crowdfunding. Non pubblica novità né nel blog, né su Linkedin.

Semplifarma (aiuta nella gestione dei medicinali, vedi AF 1408; https://semplifarma.net/): ha chiuso raggiungendo l’obiettivo massimo di 300.000 euro di raccolta (il minimo era di 80.000 euro). A ottobre ha annunciato di essere stata inclusa in una lista delle 50 società innovative più influenti in Italia.

Be4chem (progetta e produce reattori chimici automatizzati, uscita solo sul nostro sito lo scorso 10 maggio; https://b4chem.com/) ha chiuso con 199.000 euro a fronte di un minimo di 150.000. Non ci sono notizie in rete di ulteriori novità, d’altronde è anche un genere di attività lontano dal mondo glamour che oggi va di moda anche negli investimenti.

Repod (elettrodomestici per la raccolta differenziata, vedi AF 1924; https://repod.com/) ha chiuso con 194.000 euro (minimo 100.000). Ha appena partecipato a una fiera a Dubai.

Thinkabout (https://thinkabout.srl/ riciclo alimentare, pubblicata solo online sul nostro sito il 2 settembre) ha raccolto appena sopra la soglia minima (154.000 euro contro 150.000). Ha lanciato una campagna per le feste appena passate, tra kit di Natale e cesti solidali Telethon.

Investinit (società che investe in startup, vedi AF 1435; https://www.invest-in-it.com/) ha superato la soglia dei 500.000 euro con 540.000 euro raccolti (il minimo era 100.000). È stata una delle raccolte di maggior successo e si è conclusa solamente da poche settimane, come i tre progetti che seguono e di cui andiamo a parlare ora.

Doctorapp (gestione appuntamenti negli studi medici, vedi AF 1436; https://doctorapp.it/) ha toccato il tetto massimo di 350.000 euro (minimo 80.000). Sulla bacheca di Crowdfundme che l’ha portata sul mercato, anche se si è appena chiusa la sottoscrizione c’è già in vendita una partecipazione a tre volte il suo valore. Bisogna vedere se qualcuno la compra.

Ippokrates (piattaforma di triage, vedi AF 1436) si è conclusa con 98.000 euro, un filo sotto l’obiettivo minimo di 100.000 euro.

Biova (riciclo di pane invenduto per fare birra e snack, vedi AF 1439; www.biovaproject.com/) ha superato l’obiettivo minimo di 250.000 euro, portandosi a ridosso del tetto massimo di 600.000 euro di quote in collocamento con una raccolta di 593.000 euro.

Come si può notare è ancora presto per tirare le somme di questi investimenti. Se qualcuno di voi, però, avesse partecipato a qualcuna di queste campagne e avesse ricevuto ulteriori informazioni che desidera condividere può comunque scriverci sfruttando la sezione contatti qui

 

Euronext growth Milan è il nome preso dal segmento di Borsa che fino a questo autunno si chiamava ancora Aim. Vi sono quotate società piccole e molto piccole. Finora non ti abbiamo mai consigliato di investirci per via della loro piccola dimensione. Perché allora abbiamo parlato di equity crowdfunding se è un investimento in società ancora più piccole? L’idea di fondo è che in entrambi i casi siamo comunque di fronte a una scommessa, ma che, rispetto alle società quotate all’Aim, quelle che sono in fase di equity crowdfunding sono ancora così piccole e nuove che il prezzo più difficilmente ne ingloba già le future prospettive.

www.ener2crowd.com/ è un sito di lending crowdfunding (si prestano i soldi a differenza dell’equity crowdfunding in cui si diviene azionisti) dedicato a chi vuole finanziare progetti di efficienza energetica, energia rinnovabile e sostenibilità ambientale. 

Stanno nascendo anche sistemi alternativi per investire in equity crowdfunding, uno è stato il fondo AZ Eltif ALIcrowd che ha raccolto a inizio 2021 oltre 25 milioni di euro di risparmi per investire in questo settore.

Il motivo del successo mediatico e dell’attrattiva delle startup innovative sta negli sgravi fiscali che lo Stato offre a chi ci investe. Qui puoi trovare ulteriori informazioni e dettagli. In generale siamo contrari all’idea di fare un investimento solamente perché è fiscalmente conveniente. Certo può essere un motivo in più, ma non deve focalizzare la tua attenzione a discapito delle caratteristiche dell’investimento che restano sempre più importanti dei vantaggi fiscali.