Articolo Crowdfunding

Come lucrare sul 110% senza avere una casa da restaurare

crowdfunding 2

crowdfunding 2

Data di pubblicazione 14 gennaio 2022
Tempo di lettura: ##TIME## minuti

condividi questo articolo

crowdfunding 2

crowdfunding 2

Gli sconti sulle tasse piacciono, e per questo il governo, anche quest’anno, offrirà sgravi fino al 110% dell’importo dei lavori per chi decide di migliorare l‘efficienza energetica di casa. Chi una casa non ce l’ha, o non ha voglia di polvere e calcinacci sui tappeti, può partecipare prestando denaro (in cambio di interessi) col crowdfunding.

Tutti ne parlano (e anche noi a suo tempo lo abbiamo fatto, vedi AF 1369 e 1381), per cui diamo per scontato che sentendo le parole “superbonus 110%” anche tu pensi immediatamente agli sgravi fiscali previsti per chi si rifà la casa per stare più al caldo. In caso contrario ti rimandiamo al riquadro qui a fianco per trovare qualche informazione di base e qui per avere una panoramica completa ed esaustiva su quali sono le regole per ottenere questo superbonus. In questa sede vediamo un fenomeno che viaggia in parallelo al 110%: quello dei prestiti legati al superbonus.

 Il “superbonus 110%” ti permette di recuperare, sotto forma di detrazioni, le spese per lavori edilizi legati all’isolamento termico, alla sostituzione degli impianti di riscaldamento o a interventi antisismici. Se spendi 100.000 euro per questi lavori e (soprattutto) rispetti i requisiti previsti dalla legge, poi per 5 anni puoi detrarre 22.000 euro l’anno per un totale di 110.000 in 5 anni. Se non pensi di poter detrarre così tanto puoi vendere questo credito d’imposta a una banca (che lo pagherà ovviamente meno di 110.000 euro).

Una piattaforma al servizio degli investimenti verdi…

Te ne abbiamo fatto cenno nel 1444, da qualche tempo esiste una piattaforma di lending crowdfunding Ener2Crowd  che punta sul tema degli investimenti green. Innanzitutto che cos’è il lending crowdfunding? È una forma di investimento offerto a una collettività simile all’equity crowdfunding di cui ti parliamo abitualmente, ma con una importante differenza. Con l’equity crowdfunding tu diventi azionista di una start up, quindi proprietario di un piccolo pezzetto di una società che fa cose (in genere) innovative. Col lending crowdfunding, invece, tu presti dei soldi a qualcun altro, un po’ come quando compri una obbligazione. C’è in questo ambito il social lending tra persone (ne abbiamo parlato qualche volta in passato, per esempio su AF 1338), e c’è quello legato a dei progetti più complessi. È il caso di ciò che puoi fare con www.ener2crowd.com dove per esempio chi deve fare un impianto fotovoltaico può venire a chiedere dei soldi. Per esempio se ne serve la startup innovativa Noleggio energia di cui ti abbiamo parlato in AF 1404) che recentemente ha chiesto soldi per costruire dei pannelli solari. Chiedeva tra i 75.000 e i 90.000 euro (ne han raccolti 90.324) per installare un impianto fotovoltaico presso un cliente in provincia di Vicenza con cui aveva siglato un contratto di noleggio operativo di 5 anni. Il rendimento proposto era del 5% per una durata di 48 mesi durante i quali sarebbero stati restituiti rata dopo rata capitale e interessi (secondo un ammortamento alla francese, vedi a lato). Il taglio minimo da investire partiva da 100 euro. Ma questo, appunto, è solo un tipo di progetto, non sono infrequenti i progetti legati anche al superbonus.

…che cavalca anche il Superbonus

Nel momento in cui ti parliamo non ce n’è nessuno attivo, ma solo uno in arrivo, però sono presenti diversi progetti già finanziati. Gli interessi offerti (lordi) sono del 4,5%, 5%, anche di più. In genere si tratta di finanziamenti tra i 100.000 e i 150.000 euro che vanno a coprire solo una parte di interventi più ampi (rifare una facciata di un condominio e “incappottarla” ai fini del superbonus è un intervento da diverse centinaia di migliaia di euro), ma sono utili per far partire i lavori finalizzati all’ottenimento del superbonus. In pratica funziona così: una società edile si accorda per ristrutturare un edificio. I condomini cedono il loro credito del 110% a questa società. La società per iniziare i lavori si finanzia col crowdfunding e nel frattempo cede il credito del 110% ad una banca che (trattenendosi una quota come interessi) in cambio le dà i soldi per andare avanti coi lavori e per ripagare i prestatori tramite crowdfunding. La durata del prestito è in genere un anno. Il tutto si regge sul fatto che spesso i tempi dei pagamenti sono sfasati. In altri termini può capitare che la società edile inizi i lavori prima ancora di cedere il credito alla banca. Il crowdfunding va a sanare i tempi morti dei pagamenti. Il pagatore finale (sotto forma di minori tasse incassate) sarà lo Stato, ma nel frattempo la banca avrà incassato i suoi interessi, l’impresa avrà guadagnato facendo i suoi lavori, i condomini avranno una casa più calda e chi ha prestato i soldi con il crowdfunding si vedrà restituito il suo prestito con gli interessi.

Tutto bene, quindi? Se guardiamo alla situazione attuale dell’Euribor (il tasso a cui si prestano i soldi le banche l’una con l’altra) vediamo che varia a seconda della durata (1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 1 anno…) ma in linea di massima è pari a -0,5%. Qui offrono tranquillamente tassi al 5%. Cosa fa la differenza tra tassi bassi e tassi alti? Il rischio. Bene, questo ti dà l’idea che comunque se partecipi a questi progetti potrebbe andare tutto bene (e ti incassi il 5%) o qualcosa potrebbe andare male (e ci perdi). Per esempio la banca potrebbe non finanziare la cessione del credito. Oppure potrebbe tardare coi finanziamenti e magari nel frattempo la società che esegue i lavori (e a cui hai prestato i soldi) fallisce. O magari in corso d’opera saltano fuori errori tecnici di progettazione che mettono in forse il superbonus. Insomma se sei interessato a questa forma di diversificazione dei tuoi investimenti non perdere l’occasione di controllare tutte le carte della documentazione che ti viene fornita e ricorda che se fosse un investimento privo di rischi non ti darebbe interessi. Per ultimo (ma non ultimo in ordine di importanza) ricorda che non è come comprarsi un bond quotato che rivendi sul mercato quando vuoi. Si tratta di un investimento che come in tutte le forme di crowdfunding non è liquido. I soldi li rivedrai in fondo.

 Ener2crowd dichiara di non fare da sostituto di imposta, per cui bisogna dichiarare sempre i guadagni al momento in cui si prepara la dichiarazione dei redditi.

Che ne è di Keesy?

Keesy è una società che offre servizi per semplificare le procedure di check-in presso appartamenti presi in affitto di cui abbiamo parlato nel numero 1321 quando ha raccolto soldi tramite equity crowdfunding. Un lettore ci ha chiesto che fine ha fatto. Dopo aver concluso con successo raccolta di denaro è rimasta indipendente per circa un anno e mezzo, finché non è entrata nel gruppo Zucchetti (operazione conclusa a inizio 2021).

L’ammortamento alla francese prevede che la restituzione di un capitale preso a prestito sia fatta insieme agli interessi sul prestito con rate che sono tutte uguali tra loro. Ciò che varia è all’interno della rata la quota che va a ripagare gli interessi (inizialmente più alta, poi sempre più bassa) e la quota di debito che viene restituita (inizialmente più bassa e poi sempre più alta).

Con l’equity crowdfunding e con il lending crowdfunding diventi nel primo caso azionista di una società, nel secondo caso creditore. È una forma di investimento che permette a realtà anche molto piccole di incontrare degli investitori interessati che possono partecipare a un progetto a partire da somme limitate. Il contraltare è che si tratta di investimenti poco liquidi e sui quali non è sempre facile tenersi adeguatamente informati. I rischi, insomma, sono assai diversi rispetto a quelli di un normale investimento in azioni.

Anche con l’equity crowdfunding è possibile sfruttare degli sgravi fiscali. Te ne abbiamo parlato in passato, ma ricorda che non consigliamo mai di fare un investimento solo perché è fiscalmente conveniente: il rischio è di rimetterci comunque soldi.