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Finché la barca va… a pelo d’acqua

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Data di pubblicazione 24 giugno 2022
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Questa settimana ti parliamo di una startup che ha pensato scafi capaci di migliorare le prestazioni della navigazione elettrica su lagune, laghi e fiumi.

GerrisBoats ha progettato una particolare configurazione di scafo per barche adatta alla navigazione elettrica in lagune, laghi e fiumi che permette di abbattere la resistenza dell’acqua (quindi contenere i consumi e far durare di più le batterie) e allo stesso tempo di ridurre il moto ondoso (che crea problemi alle rive) anche alle basse velocità con prestazioni migliori rispetto sia alle barche tradizionali sia ai piccoli aliscafi. Le barche tradizionali, infatti, non garantiscono in nessun caso queste due caratteristiche e i piccoli aliscafi lo fanno solo quando prendono velocità. In più rispetto a barche tradizionali e aliscafi ha caratteristiche di accessibilità e sicurezza innovative.

I dettagli del progetto

La società ha depositato il suo primo brevetto nel maggio 2020, e un secondo brevetto a settembre 2020, quindi ha passato il 2021 a sviluppare i suoi prodotti che ha presentato in diverse occasioni (salone nautico di Genova 2021 e Seatec 2022). Il suo scopo è vendere le licenze della sua tecnologia, ma anche la relativa componentistica e creare essa stessa delle imbarcazioni secondo questa tecnologia.

Il minimo per entrarci è di 500 euro, ma le quote con diritto di voto al solito chiedono un investimento più elevato (25.000 euro).

La società spera di raccogliere col crowdfunding tra i 100.000 e i 500.000 euro. E a seconda della cifra raccolta intende mettere in cantiere progetti diversi (farà ovviamente di più se incasserà di più).

Per ora i conti sono minuscoli. Nel 2022 prevede di fatturare poco meno di 140 mila euro e perdite tra i 134 e i 174 mila euro a seconda di quanti progetti metterà in cantiere. Conta però, ora, del 2027 di ottenere un fatturato che nel peggiore dei casi (raccolta di soli 100.000 euro e quindi pochi investimenti) sarà di 2,375 milioni (con 284 mila euro di utili) e nel migliore (raccolta di 500.000 euro e molti investimenti in novità) sarà di poco più di 20 milioni di euro con poco meno di 3 milioni di euro di utili.

L’uscita dall’investimento dovrebbe essere dopo 5 anni, quando la società conta di trovare un partner strategico o industriale.

Considerazioni per il piccolo investitore

Diversamente da molte altre startup esaminate in passato GerrisBoats non punta né sul cibo, né su un applicativo per smartphone, né su un servizio ai consumatori, ma punta su qualcosa che oggi è l’unica forza propulsiva rimasta all’economia italiana: l’innovazione industriale. Questo è senz’altro un fattore di cui tenere conto. Lo fa, però, partendo da un’idea, certo brevettata, ma di cui deve ancora costruire praticamente una vera realtà industriale. Ora come ora non fa utili, e quindi nulla esclude che il tuo investimento possa venire bruciato se qualcosa va storto. In soldoni: se vuoi puntare sull’industria italiana è una occasione, ma molto rischiosa.

 

Trovi il crowdfunding di GerrisBoats su www.backtowork24.com/. Lì puoi vedere anche la tecnologia che propongono, ossia un sistema di navigazione che abbia i vantaggi di un aliscafo, ma non gli svantaggi. Leggiti comunque tutta la documentazione prima di dedicargli i tuoi soldi.

 

La società conta soprattutto di far fare agli altri le imbarcazioni con gli scafi che progetta. Un modello di business che può ridurre gli investimenti iniziali.

 

L’industria è il fiore all’occhiello dell’Italia dal punto di vista della crescita della produttività.

 

Abbracciare un progetto di crowdfunding vuol dire fare un po’ anche l’imprenditore: pur stando seduti in tribuna e senza scendere in campo, non si tratta di una scelta d’investimento come le altre, sia per il rischio sia per la complessità: se qualcosa di questo progetto non ti è chiaro è meglio che non gli dedichi i soldi.