Febbraio di corsa, ma non ovunque

Febbraio è stato un buon mese per le Borse.
Febbraio è stato un buon mese per le Borse.
A febbraio le Borse mondiali hanno messo su il 4,3% (in euro, dividendi inclusi) che porta il bilancio di inizio 2024 a un eccellente +6,4%. New York si è mossa da protagonista con un +5,9% che fa salire il bilancio da inizio anno a un +9,1%. Pure Tokio è stata bene intonata (+3,1%, con un +8,8% da inizio anno), come l’eurozona (+2,9%) e Jakarta (+3,9%). Da segnalare, però, è soprattutto il +7,4% delle piazze cinesi che ne riporta in attivo il bilancio del 2024 (+3,2%). A febbraio anche Seul ha rimbalzato (+7,8%). Non hanno brillato le altre Piazze dei nostri portafogli: Toronto (+1%), Londra (-0,2%), Sidney (-0,3%), Città del Messico (-0,8%) e Zurigo (-1,4%).
Incoraggiate dalla forte performance dell’economia e dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale, le azioni Usa sono, dunque, su nuovi massimi e quelle giapponesi sono su livelli mai visti in oltre tre decenni. Confortati dalla continua crescita americana e da buoni utili, i mercati rimangono rialzisti anche se i numerosi tagli dei tassi, su cui avevano scommesso, potrebbero arrivare più tardi del previsto.
La performance cinese si deve da un lato al fatto che, insoddisfatte degli attuali livelli di valutazione, le Autorità stanno intervenendo nel mercato azionario, da un altro a nuove misure di stimolo. I risultati dei titoli coreani si spiegano col fatto che le Autorità hanno visto come i cambiamenti nella governance aziendale (imposti dai regolatori del mercato) abbiano aiutato le azioni giapponesi. Attenti a seguire le migliori pratiche, soprattutto quando provengono da uno dei loro vicini, le Autorità coreane ne hanno preso atto e forse seguiranno un percorso simile. Il Paese beneficia, poi, dell’entusiasmo per la tecnologia e della speranza di una ripresa cinese.
Mentre i tassi sono un poco scesi in Cina, per le nuove misure di stimolo, e in Australia, dove la Banca centrale è determinata a combattere a oltranza l’inflazione, nella maggior parte dei mercati hanno registrato una ripresa, mentre gli investitori hanno rivisto le aspettative di molti tagli nel 2024. Sul fronte dei bond la situazione non è stata, quindi, buona: -0,9%, in media, è il risultato dei Titoli di Stato mondiali, trascinati da quelli della zona euro (-1,3%), Usa (-1,2%) e Giappone (-2,1%, ma pesa il calo del 2% dello yen). In discesa i titoli di Stato norvegesi (-2,2%), non aiutati dalla corona (-1%). Salvano, invece, i conti del mese, i bond cinesi (+0,7%), quelli brasiliani (+0,2%) e i titoli ad alto rendimento in euro (+0,4%) e dollari Usa (+0,7%).
I nuovi calcoli fatti dai nostri modelli di asset allocation suggeriscono poche modifiche al portafoglio bilanciato: ci dicono di acquistare azioni inglesi e indonesiane a scapito di Messico e Corea. Dopo che ci siamo separati dalle azioni inglesi a giugno 2023, non abbiamo più assistito a un miglioramento delle prospettive per Londra e non abbiamo fretta di tornare indietro. I titoli indonesiani hanno maggiore interesse, ma date le recenti performance di Messico e Corea, siamo riluttanti a separarcene. Per questo, i nostri consigli non cambiano. Sul fronte del portafoglio dinamico, l’unica vera domanda che ci viene posta è se siamo pronti o meno a separarci dal Messico a favore del Brasile e anche qui, dato che il Messico si è comportato bene, siamo riluttanti a separarcene. La situazione resta immutata. Infine, anche per il portafoglio difensivo il risultato del calcolo è simile a quanto visto in passato, suggerendo la vendita dell’esposizione a Zurigo e la riduzione degli yen per aumentare la nostra partecipazione in bond in euro. Negli ultimi mesi, la nostra forte esposizione alle azioni ha funzionato bene e siamo riluttanti ad abbandonare la Borsa Svizzera e a ridurre il Giappone (entrambi mercati piuttosto difensivi) per aumentare la già alta esposizione ai bond in euro. Anche qui, nessuna novità.
L’indice Nikkei 225 ha toccato in questi giorni quota 40.000 punti. Era intorno a 36.000 punti a inizio febbraio e a 34.000 a inizio gennaio. Siamo finalmente sopra al tetto massimo di quasi 39.000 punti che aveva toccato negli ultimi giorni del 1989. Da allora sono passati quasi 35 anni, e Tokio era la più importante eccezione all’idea che nel lungo periodo un investimento azionario sia sempre vincente (la regola vale, ma per la Borsa Usa o per i mercati mondiali nel loro complesso). Con un rapporto prezzo / valore contabile a quota 1,6 e un rapporto prezzo / utili poco sopra 16, Tokio è ancora più conveniente delle Borse mondiali dove questi valori sono rispettivamente 2,3 e oltre 19, tuttavia ha iniziato a ridurre questa differenza. Il motivo è che le Autorità hanno incoraggiato le società quotate ad aumentare la loro valutazione di mercato. Come? Pubblicando i loro dati in inglese (così hanno visibilità mondiale), riacquistando le proprie azioni sottovalutate (così si spinge sui prezzi) e aumentando i dividendi (così i titoli sono più appetibili). Questo è stato possibile perché la liquidità delle società giapponesi era elevata.
Queste novità piacciono agli investitori stranieri, che finalmente possono abbattere un muro psicologico oltre che linguistico, e stanno dando fiducia a quelli giapponesi che riprendono a investire in Borsa, creando un circolo virtuoso. Puoi investire a Tokio con l’Etf Xtrackers Nikkei 225 (40.027,53 yen al 29/2; Isin LU0839027447).
Dopo un buon 1° semestre, il Pil del Brasile delude nel 2° semestre: il costo del denaro ha molto a che fare con questo. La Banca Centrale ha tagliato 5 volte i tassi dal picco del 13,75%, ma sono ancora all'11,25%, mentre il rendimento del debito sovrano a 10 anni (scadenza utilizzata solitamente come “fotografia” del mercato) si avvicina al 10,8%. Dato che l'inflazione a gennaio era al 4,5% si tratta di rendimenti reali (al netto dell’inflazione) assai elevati, il che conforta gli investitori e sostiene il real. D’altro canto, tutto ciò pesa sul dinamismo dell’economia. Visto che i tagli dei tassi di interesse stimolano l’attività, si prevede che l’economia torni a crescere in futuro, ma visti i rendimenti elevati, preferiamo ancora posizionarci sui bond, con le scadenze e gli emittenti che trovi a pagina 13. |
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