Estate dolce, ma non dolcissima

Anche dopo questa estate i nostri portafogli sono confermati
Anche dopo questa estate i nostri portafogli sono confermati
Agosto ha portato turbolenze sui mercati, ma poi la tempesta si è placata e le Borse si erano per lo più riprese, almeno fino ai rovesci di settembre. Con un +1,2% tra luglio e agosto (in euro, dividendi inclusi) le Piazze mondiali hanno migliorato un poco il bilancio annuale, portandolo a +13,9%. Sul fronte dei titoli di Stato mondiali è andata pure meglio: +2,2% tra luglio e agosto, anche se il risultato da inizio 2024 (+0,9%) ci ricorda che nel lungo periodo il grosso dei rendimenti viene dalle Borse (+70,3% le Borse mondiali su 5 anni, -11,5% per i titoli di Stato). Tornando a questa estate: molto bene ha fatto Jakarta (vedi alle pagine 22 e 23 un articolo sui Paesi Emergenti) che ha guadagnato il 9,1%, e molto bene ha fatto pure Zurigo (+6,8%). Seguono Toronto (+5,1%), Tokyo (+4,3%), Londra (+4,2%), San Paolo (+3,8%) e Sidney (+2,8%). New York è rimasta sotto le medie mondiali (+0,7%), mentre sono andate male le Piazze cinesi (-3,2%), Seul (-4%) e, soprattutto, Città del Messico (-8,4%). Il potenziale del Messico è enorme, ma per realizzarlo deve rispettare le regole stabilite dal vicino Usa. Il presidente uscente ha proposto l’elezione dei giudici della Corte Suprema a suffragio universale, tutt’ora in discussione con forti polemiche. Con l'arrivo del presidente eletto Sheinbaum, il 1° ottobre, le tensioni si dovrebbero raffreddare e restiamo fiduciosi: il Messico è ben posizionato per crescere nel prossimo futuro. A livello di bond abbiamo un eccellente +7,7% dei titoli di Stato giapponesi (+7% lo yen) seguito dal +2,4% dell’eurozona. I titoli di Stato cinesi e norvegesi son rimasti invariati. Quelli Usa sono calati di un risicato 0,1% (-3,2% il dollaro Usa sull’euro). Sul fronte delle obbligazioni ad alto rendimento c’è un +2,4% per quelle in euro e un +0,3% per quelle in dollari su cui ha pesato, come visto, la valuta.
Nel portafoglio Equilibrato la Turchia compare di nuovo tra le possibilità d’investimento. Per anni ha vissuto con politiche economiche poco ortodosse, ma da inizio 2024 ha cercato di normalizzare l’economia con politiche più tradizionali e ha ricevuto grandi elogi per questo (le azioni turche sono aumentate del 15,6% in euro da inizio anno). Le nuove Autorità ora devono affrontare un problema più consueto: aumentare le entrate fiscali, senza danneggiare le famiglie che sono state sotto pressione per l'inflazione galoppante. Per farlo, stanno pensando a due misure: una tassa sulle transazioni finanziarie e un aumento delle imposte sulle società.
Nessuna delle due piace ai mercati, per cui le azioni turche sono scese del 10,9% nel bimestre. Se pure questa correzione può apparire come un'opportunità di acquisto, vorremmo che il coltello smettesse di cadere prima di afferrarlo. Non cambiamo strategia. Nel portafoglio Dinamico, i calcoli suggeriscono di vendere azioni australiane a favore di azioni turche. Anche qui non cambiamo nulla. Nel portafoglio Difensivo come nei mesi scorsi, ci viene detto di vendere azioni svizzere a favore dei bond in euro. Preferiamo non farlo (e Zurigo ci ha dato un po’ ragione).
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