Un settembre positivo per le Borse

Settembre ha visto in progresso le Borse mondiali, il contributo più forte a sostenere gli indici è venuto dalle Piazze cinesi.
Settembre ha visto in progresso le Borse mondiali, il contributo più forte a sostenere gli indici è venuto dalle Piazze cinesi.
Settembre ha visto in progresso le Borse mondiali (+1,4% in euro e dividendi inclusi). Tra le responsabili c’è New York (+1,4%) che pesa per ben oltre la metà delle medie mondiali, ma in un contesto in cui non tutte son andate bene (Tokio -1,2%; Zurigo -1,6%; Città del Messico -0,2%; Seul -1,1%) il contributo più forte a sostenere gli indici è venuto dalle Piazze cinesi: +17,8% (vedi pagina 23) che han capitalizzato le decisioni del Governo di sostenere l’obiettivo di una crescita del Pil del 5% nel 2024. Sono andate bene anche Sidney (+4,2%), Toronto (+1,8%) e l’eurozona (+1,5%). Sotto le medie abbiamo San Paolo (+1%), Londra (+0,2%) e Jakarta (invariata). Sul fronte dei titoli di Stato le medie mondiali vedono un +0,9% (+1,1% l’eurozona, +0,4% gli Usa e +0,4% la Cina). Meno bene i titoli norvegesi (-0,2% a cui ha contribuito il -0,3% della valuta). Per i titoli ad alto rendimento abbiamo un +1% per quelli in euro e un +0,8% per quelli Usa.
Per il portafoglio Equilibrato, i calcoli dei nostri modelli indicano che Canada e Corea dovrebbero lasciare spazio a bond societari in euro, azioni turche o brasiliane. Il Canada attraversa un ciclo di tagli dei tassi che può portare a più crescita: non vogliamo ridurre l’esposizione al Canada proprio ora che le prospettive stanno migliorando. La Corea ha annunciato mesi fa un'iniziativa per migliorare la governance aziendale e costringere le aziende ad adottare politiche più favorevoli agli investitori (riacquisti, dividendi più alti...). Le politiche coreane avrebbero dovuto copiare quelle adottate dal Giappone, che hanno dato una grande spinta a Tokyo. Tuttavia, sei mesi dopo l’annuncio è successo poco. Alcune aziende le hanno effettivamente rispettate, ma i grandi conglomerati no. Per questo, c'è delusione tra gli investitori, incerti su come saranno applicate in futuro. La Corea offre, comunque, qualcosa di molto diverso dagli altri Paesi e pensiamo debba restare in portafoglio. Veniamo ora alle alternative, iniziando dai bond societari. Le prospettive per l'economia europea sono difficili e, anche con tassi in calo, è probabile che i prossimi trimestri siano difficili per molte aziende. Il rendimento è poi del 3,3% con un premio di solo lo 0,6% sui titoli di Stato (rendono il 2,7%), mentre negli Usa è l’1% (4,8% contro 3,8%). La possibilità di cali dei rendimenti aziendali sembra limitata. Per questo, non abbiamo fretta di lanciarci nel debito societario in euro. La Turchia sembra stabilizzarsi, il che è un segnale incoraggiante, ma la teniamo per il futuro. In Brasile, l'incertezza sulla politica nei prossimi mesi conforta la nostra visione che il mercato sia più adatto per un investitore con una minore avversione al rischio. Manteniamo, quindi, il portafoglio invariato.
Per quanto riguarda il portafoglio Dinamico, dai calcoli uscirebbero Regno Unito e Australia a favore di Turchia e Sudafrica. Il mercato australiano va bene e, con le nuove speranze per la Cina, sembra improbabile che si fermi. Anche la Gran Bretagna sta attraversando un periodo di ripresa grazie a una migliore governance e a migliori relazioni con l'UE. Preferiamo tenere la nostra posizione su questi due mercati, comunque maturi ed evoluti.
Per il portafoglio Difensivo le azioni svizzere restano assenti dal risultato del calcolo. Tuttavia, nonostante il mese difficile, dovuto a problemi con il settore del lusso e ai guai di Nestlé, vorremmo mantenerle, visto che il mercato ha buone caratteristiche difensive.
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