Ottobre ringrazia il dollaro

Il biglietto verde sostiene i risultati delle Borse mondiali, ma non gli riesce altrettanto con i titoli di Stato. Portafogli confermati anche questo mese.
Il biglietto verde sostiene i risultati delle Borse mondiali, ma non gli riesce altrettanto con i titoli di Stato. Portafogli confermati anche questo mese.
A ottobre il dollaro americano ha guadagnato il 2,8%. Questo ha permesso alle Borse mondiali, globalmente in rosso (-2,5% in dollari, dividendi inclusi), di regalare un modesto guadagno all’investitore europeo (+0,3% in euro). Protagonista per il suo forte peso sugli indici mondiali è stata la Borsa Usa (+2,2%, grazie al dollaro, però, se no sarebbe stato -0,6%) che, insieme alla Piazza canadese (+0,6%) e a poche altre, è riuscita chiudere un mese positivo in euro. Il resto è una lunga sequenza di segni meno: da Londra (-2,8%) a Zurigo (-2,7%), passando per l’eurozona (-3,5%). In rosso è andata pure Città del Messico (-1,7%), così come Tokio (-1,5%). Malissimo è andata alle Piazze brasiliana (-4,7%), coreana (-4,3%) e australiana (-4,1%). Han quasi retto le Piazze cinesi (-0,3%) e si è salvata Jakarta (invariata).
Sul fronte dei titoli di Stato il rialzo dei rendimenti ha creato molti dati in rosso in termini di prezzi. Le medie mondiali vedono (in euro) un -0,9%, in linea con il -0,9% dell’eurozona, penalizzati dal -3,7% dei titoli di Stato giapponesi, bilanciati dal -0,1% degli Usa. Male i titoli norvegesi (-4,1%), bene, invece, quelli cinesi (+1,8%). Sul fronte dei bond ad alto rendimento abbiamo un +0,6% per quelli in euro e un +2,2% per quelli in dollari Usa.
Per il portafoglio Equilibrato i nostri modelli di valutazione ci offrono un risultato invariato rispetto al mese scorso: Canada e Corea dovrebbero lasciare spazio a bond societari in euro, azioni turche o brasiliane. Il Canada sta attraversando un ciclo di tagli dei tassi di interesse (recentemente: -0,5%) che probabilmente porterà a una crescita maggiore e non vorremmo ridurre la nostra esposizione al Paese in un momento in cui le prospettive stanno chiaramente migliorando. Siamo più inclini ad abbandonare la Corea, ma le alternative non ci convincono. Sul fronte dei bond societari in euro crediamo ancora che, data la fosca prospettiva per l'economia europea, investire in questi titoli con un rendimento di appena il 3,4% non sia in grado di migliorare sensibilmente le prospettive dei nostri portafogli (per i consigli extra portafoglio, vedi, invece, sul nostro sito). La Turchia, dal canto suo, ha ancora molta strada da fare per applicare le dure cure di cui ha bisogno. Per quanto riguarda il Brasile, ci sono ancora dubbi sulla direzione in cui si sta muovendo il Paese, ma l’evoluzione dei tassi di interesse Usa potrebbe non aiutare il Paese. Morale: non cambiamo nulla.
Nei calcoli del portafoglio Dinamico Canada, Australia e Regno Unito risulterebbero escluse a favore di Turchia e Sudafrica. Questi tre Paesi industrializzati hanno in comune una fase di tassi in calo che dovrebbe dare un po' di tregua alle loro famiglie fortemente indebitate, con più spazio per spendere e investire. Riteniamo che non sia il momento per abbandonarli. Della Turchia abbiamo detto prima, e per il Sudafrica non sono ancora venute meno le perplessità sulla governance espresse in passato. Anche questo portafoglio non cambia.
Infine, per il portafoglio Difensivo il risultato dei calcoli è simile a quello del mese scorso, con le azioni svizzere che lasciano il posto ai bond societari in euro e a una maggiore esposizione ai titoli giapponesi. Queste alternative non sono, per noi, interessanti. Per i bond societari in euro abbiamo detto prima, mentre sul fronte giapponese siamo in una fase post-elettorale che porta incertezza sulla politica futura. Preferiamo ancora tenere le azioni svizzere e non cambiare portafoglio.
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