Estate tra incertezze e mosse di Trump

Estate tra incertezze e mosse di Trump.
Estate tra incertezze e mosse di Trump.
Negli ultimi tempi i mercati hanno vissuto in altalena, condizionati dalle decisioni e dichiarazioni di Trump. Le minacce di licenziare Powell, la riforma fiscale che ha ampliato il debito Usa e i dazi su numerosi prodotti hanno inciso su obbligazioni, inflazione e cambi, anche se questo non ha impedito al bimestre luglio-agosto di chiudere con un guadagno per le Borse mondiali del 4,1% (in euro e dividendi inclusi). Negli Usa, le attese di ulteriori tagli dei tassi nel 2025 hanno spinto le borse a nuovi massimi ad agosto, salvo poi rallentare a causa dei dubbi sulla redditività dell’AI, ma il bilancio è stato, comunque, un +4,6%. In Asia, Giappone e Corea del Sud hanno beneficiato di accordi commerciali con Washington, mentre l’UE è uscita indebolita dalle trattative, con perdita di competitività e pressioni a destinare più risorse all’acquisto di armamenti Usa. Questo contribuisce a giustificare il +6,4% di Tokio, contro il +2,1% dell’eurozona. Brasile e India subiscono dazi punitivi, mentre con la Cina la Casa Bianca ha concesso altri giorni di tregua, segno della diversa rilevanza di Pechino. La Borsa indiana è caduta di un 7,1%, mentre è andata bene alle Piazze cinesi (+8%), con il Brasile nel mezzo (+1,4%). Venendo ad altri mercati: l’Indonesia (+11,1% la Borsa di Jakarta) ha recuperato grazie a stimoli fiscali e intese commerciali; la Turchia, dopo anni di politiche anomale, ha ridotto l’inflazione dal 75% al 33,5% in pochi mesi e riconquistato parte della credibilità e con un balzo del 25,2% della Borsa di Istanbul. Con tassi reali positivi, la prospettiva è di un graduale rilancio economico, sebbene la volatilità resti elevata.
Guardando ai calcoli di portafoglio di questo mese, siamo ancora leggermente sovraesposti ai mercati obbligazionari, ma riteniamo che questa sia la strada corretta in un periodo di forte incertezza.
Per il portafoglio Equilibrato (60% obbligazioni, 40% azioni) i nostri modelli ci suggeriscono di acquistare debito in sterline a scapito del debito societario in euro. I rendimenti in sterline continuano a salire, mentre le finanze britanniche sembrano peggiorare sempre di più. In questa fase non siamo favorevoli ai titoli di Stato inglesi. Per questo abbiamo deciso di non modificare il portafoglio.
Per il portafoglio Dinamico (35% obbligazioni, 65% azioni) ci viene suggerita una maggiore esposizione alla Cina a scapito dell’Australia. Tuttavia, sebbene sia evidente che gli Stati Uniti abbiano grande rispetto per la Cina e la trattino in modo diverso da tutti gli altri, la visibilità sui negoziati commerciali rimane limitata, rendendo più complesso l’investimento sul mercato cinese. Anche qui preferiamo non cambiare nulla.
Per il portafoglio Difensivo (85% obbligazioni, 15% azioni) ci viene suggerito di ridurre le posizioni in obbligazioni societarie Usa per aumentare l’esposizione alle obbligazioni in yuan cinesi. Considerando che il rendimento dei bond cinesi è sotto l’1,7%, ci viene difficile giustificare un aumento dell’esposizione al debito cinese. Ancora una volta, la presenza dei bond cinesi è dovuta esclusivamente al basso livello di correlazione con altri titoli (ciò aiuta a calmierare il rischio). Tuttavia, dati i rendimenti attuali, incrementare tale esposizione risulta, per noi, ingiustificato. Anche qui abbiamo deciso di non cambiare nulla e il portafoglio resta invariato. Trovi i nostri portafogli qui.
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