L'India alla ricerca della giusta strategia

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Trump ha messo dazi al 50% su alcuni prodotti indiani e ciò rappresenta un grosso ostacolo per numerose aziende indiane che dipendono quasi del tutto dal mercato americano. Le due principali richieste degli Stati Uniti, ossia la fine degli acquisti di petrolio russo e l'apertura del mercato agricolo indiano, non sono accettabili nel breve termine per Nuova Delhi che, invece di piegarsi alle richieste americane ha deciso di riavvicinarsi alla Cina. L'economia indiana ha, infatti, bisogno dell'energia russa a basso costo per contenere l'inflazione. E visto che l’agricoltura, anche se poco competitiva, rappresenta ancora la principale fonte di reddito per metà degli indiani, aprire questo settore alla concorrenza straniera è oggi impossibile. Tuttavia, l’economia indiana ha bisogno di nuovi mercati per vendere le sue merci e di capitali esteri: perciò cerca di attrarre gli investitori cinesi. I dazi statunitensi potrebbero ridurre la crescita del PIL indiano dello 0,5% quest'anno. Tuttavia, con un aumento dell'attività economica ancora vicino al 6%, l'economia indiana resta una delle più dinamiche al mondo. Inoltre, per sostenere i consumi, il governo indiano ha ridotto l’Iva su quasi 400 categorie di prodotti e ridotto il numero delle aliquote. Questa misura dovrebbe anche permettere di tenere sotto controllo l’inflazione.
Tensione sul mercato indiano
Il sostegno fiscale al consumo interno va a discapito degli investimenti statali nelle infrastrutture e le incertezze commerciali frenano i progetti delle imprese straniere con ripercussioni sui mercati finanziari. E, visto che un accordo commerciale a breve termine non sembra possibile, questa instabilità potrebbe continuare. Vero è che le relazioni tra India e Stati Uniti dovranno migliorare perché questi ultimi hanno bisogno dell'India per fronteggiare la Cina. Quindi, al di là delle attuali turbolenze, tenuto conto del potenziale economico del Paese, la Borsa indiana resta interessante anche perché è ben diversificata: il settore finanziario occupa il 29% dell’indice per capitalizzazione (numero delle azioni per il loro prezzo), i beni di consumo il 20%, le nuove tecnologie il 10%, industria e energia il 9%, le materie prime l’8% e la sanità il 6%. È però molto volatile, perciò è presente al 5% solo nella strategia equilibrata e dinamica. Il prodotto che consigliamo è l’Etf Xtrackers MSCI India (17,49 euro, LU0514695187).Attendi, stiamo caricando il contenuto