Il settore tecnologico nel 2025 si trova in una fase di accelerazione senza precedenti. Se fino a pochi anni fa l’innovazione correva veloce ma seguiva traiettorie abbastanza prevedibili, oggi assistiamo a un intreccio complesso di tendenze che si alimentano a vicenda: l’intelligenza artificiale diventa sempre più infrastruttura trasversale, le reti mobili si preparano a un nuovo salto generazionale, i dispositivi indossabili promettono di rivoluzionare il nostro modo di interagire con il digitale, mentre i grandi operatori investono cifre colossali in data center e soluzioni energetiche innovative. È un mosaico in continuo movimento, in cui le certezze di ieri diventano rapidamente superate e i confini tra scienza, industria e società si fanno sempre più sottili.
Al centro di questo scenario c’è ovviamente l’intelligenza artificiale. Non è più una novità di frontiera, ma un elemento strutturale dell’economia globale. Le grandi aziende hanno compreso che la competizione del futuro si giocherà qui e stanno pianificando investimenti miliardari. Alcune stime parlano di quasi 3 trilioni di dollari entro il 2029, una cifra che rende chiara l’idea della portata della trasformazione in corso. Non si tratta più di “sperimentare” algoritmi di machine learning, ma di costruire intere infrastrutture capaci di supportare applicazioni sempre più complesse e diffuse, dai servizi finanziari all’industria, dalla sanità alla pubblica amministrazione. L’IA sta entrando in profondità nei processi decisionali e produttivi, e il passo successivo sarà quello degli agenti autonomi: software capaci non soltanto di rispondere a comandi, ma di agire in autonomia, prendere decisioni e coordinare compiti articolati.
Parallelamente, il mondo delle telecomunicazioni guarda già oltre il 5G, ancora in fase di piena diffusione. Le aziende si preparano infatti a sperimentare il 6G, previsto in via sperimentale tra pochi anni e destinato a cambiare radicalmente l’idea stessa di connettività. Non si tratta solo di maggiore velocità, ma di reti intelligenti, integrate con il cloud e con l’edge computing, capaci di adattarsi in tempo reale al contesto. La prospettiva di una rete che dialoga con miliardi di dispositivi, dagli smartphone ai sensori ambientali, dalle auto autonome agli strumenti medici connessi, apre scenari inediti in termini di applicazioni e servizi.
Tecnologia nella vita di ogni giorno
Sul fronte dei dispositivi, la frontiera più affascinante è quella degli smart glasses. Dopo anni di tentativi non sempre riusciti, la nuova generazione di occhiali intelligenti sta finalmente trovando una sua identità, grazie a un design più maturo e all’integrazione dell’intelligenza artificiale. Non siamo ancora di fronte a una sostituzione dello smartphone, ma a una nuova modalità di interazione che potrebbe diffondersi nei prossimi anni. Le proiezioni indicano che entro il 2029 verranno spedite decine di milioni di unità, un segnale del fatto che il settore non è più un semplice esperimento da laboratorio. Gli occhiali connessi rappresentano l’avanguardia di una tendenza più ampia: spostare l’esperienza digitale dall’essere confinata nello schermo a diventare un elemento pervasivo, immersivo e naturale della nostra quotidianità.
Anche le grandi aziende di consumo continuano a spingere sull’innovazione. Amazon, ad esempio, ha programmato un evento dedicato a dispositivi e servizi, in cui annuncerà nuove versioni di Alexa, smart display e sistemi di intrattenimento evoluti. Apple, dal canto suo, prepara il lancio di nuovi iPhone e dispositivi indossabili con integrazione nativa dell’IA, segno che l’obiettivo è creare un ecosistema sempre più intelligente e interconnesso. La strategia è chiara: trasformare ogni oggetto della vita quotidiana in un nodo di una rete capace di raccogliere, elaborare e restituire informazioni in tempo reale.
Le infrastrutture digitali restano prioritarie
Dietro le quinte di questa rivoluzione ci sono le infrastrutture digitali, i data center che reggono l’enorme mole di dati generata da miliardi di dispositivi connessi. Qui la sfida principale è energetica: alimentare e raffreddare strutture che lavorano a ritmi serratissimi richiede tecnologie sempre più sofisticate. Microsoft ha presentato di recente un sistema di raffreddamento microfluidico che promette di ridurre drasticamente le temperature dei chip, aprendo la strada a data center più efficienti e sostenibili. È un aspetto meno visibile al grande pubblico, ma decisivo: senza una gestione intelligente dell’energia, l’espansione dell’intelligenza artificiale rischierebbe di collassare sotto il suo stesso peso.
Tuttavia, a fronte delle opportunità, emergono anche i rischi. Gli attacchi informatici sono in crescita e raggiungono dimensioni record. La proliferazione di dispositivi IoT spesso poco protetti crea una superficie d’attacco enorme e difficile da gestire. I recenti attacchi DDoS, con volumi mai visti prima, sono un campanello d’allarme che non si può ignorare. Allo stesso tempo, cresce la preoccupazione per la privacy e la trasparenza degli algoritmi, con i regolatori che iniziano a imporre regole più stringenti. L’Europa, in particolare, sta lavorando su progetti di sovranità digitale come EuroStack, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza tecnologica dall’estero e costruire un ecosistema più indipendente e sicuro.
L’intelligenza artificiale si espanderà su più fronti
Guardando ai prossimi mesi, è probabile che assisteremo a un’accelerazione nell’adozione dell’IA in ambito aziendale, con sistemi capaci di gestire in autonomia attività operative. È altrettanto realistico aspettarsi che le regolamentazioni diventino più severe, imponendo trasparenza e responsabilità nell’uso degli algoritmi. Sul fronte hardware, vedremo una maggiore diffusione di soluzioni di raffreddamento avanzato e un’espansione dell’edge computing (modello di calcolo distribuito in cui l'elaborazione dei dati avviene il più vicino possibile al luogo in cui vengono generati) come complemento indispensabile al cloud. Quanto agli smart glasses e alle reti 6G, i tempi saranno più lunghi: per gli occhiali serviranno alcuni anni prima che diventino davvero mainstream, mentre il 6G rimarrà per ora confinato alla sperimentazione.
Il quadro complessivo è quello di un settore che cresce e si trasforma a una velocità impressionante, ma che al tempo stesso deve affrontare sfide cruciali: la sostenibilità energetica, la sicurezza informatica, l’equità e la trasparenza nell’uso delle nuove tecnologie. La direzione è tracciata: l’intelligenza artificiale sarà il cuore pulsante dell’economia digitale, ma intorno a essa dovranno svilupparsi soluzioni capaci di garantire resilienza, fiducia e inclusione.
Il 2025, in questo senso, potrebbe essere ricordato come l’anno in cui la tecnologia ha smesso di essere percepita come “strumento” per diventare un vero e proprio ambiente, una realtà in cui viviamo immersi. I prossimi mesi ci diranno se sapremo abitarlo in modo consapevole e sostenibile, oppure se ci lasceremo travolgere dall’entusiasmo senza affrontare i nodi critici che questa trasformazione porta con sé.
Come investire? Il punto sui prodotti
Nell’ultima analisi risalente a un mese fa eravamo stati piuttosto prudenti, visto che il mercato girava ai massimi. C’è da dire che nelle ultime settimane le cose sono comunque andate ancora meglio. La situazione allora era di mantenere Wisdomtree Artificial Intelligence (70,91euro al 29/9; Isin IE00BDVPNG13) sull’intelligenza artificiale, Invesco Technology S&P US(717,72 euro al 29/9; Isin IE00B3VSSL01) sui titoli tecnologici Usa e l’Etn Leverage Shares Faang+ (48,29 euro al 29/9; XS2595675724) su 10 titoli tecnologici equipesati. L’idea era che se avete investito in passato sul settore dovreste già avere una buona esposizione. Anche se è promettente non bisogna comunque esagerare. In questa sede crediamo che tutti questi consigli possano essere confermati. Tuttavia che cosa può fare chi per la prima volta dovesse approcciare al settore? Pensiamo che Xtrackers Artificial Intelligence & Big Data 1C (149,03 euro al 29/9; Isin IE00BGV5VN51, quotato a Piazza Affari) possa essere una soluzione interessante. Punta su società di tutto il mondo esposti all’intelligenza artificiale, big data e cyber sicurezza, con un limite di peso dei titoli al 4,5%. Di fatto le posizioni del fondo sono sempre le stesse: Alphabet, Oracle, Apple, Palantir, Nvidia, Microsoft, Meta, ma con qualche piccola deviazione nella finanza e nella telecomunicazione. Chi volesse puntare su singole società del settore può sempre guardare nel nostro selettore e troverà dei consigli.
Confermiamo poi il consiglio di acquisto su iShares Msci Global Semiconductors (8,20 euro al 29/9; Isin IE000I8KRLL9) che punta sul tema dei semiconduttori e Data Center REITs & Digital Infrastructure (15,72 euro al 29/9; Isin IE00BMH5Y327) che scommette su infrastrutture digitali e Real Estate Investment Trust cioè aziende che gestiscono immobili dove vi sono data center (con l’attenzione di ricordare che esula dal settore diretto ed è una piccola diversificazione).