Novembre debole, ma 2025 positivo
I movimenti dei mercati a novembre non hanno portato cambiamenti rilevanti nel menu d’investimento che ci viene proposto dai nostri modelli di valutazione.
I movimenti dei mercati a novembre non hanno portato cambiamenti rilevanti nel menu d’investimento che ci viene proposto dai nostri modelli di valutazione.
I mercati finanziari hanno vissuto un mese di novembre turbolento: i dubbi sulle valutazioni azionarie, sulla capacità degli investimenti in intelligenza artificiale di dare i risultati attesi, lo shutdown negli Usa e gli interrogativi sui comportamenti della Federal Reserve a dicembre han inciso sulla fiducia degli investitori. Allo stesso tempo, i rendimenti giapponesi han continuato a salire, rendendo il carry trade (una strategia di investimento basata sulla differenza dei tassi d’interesse) un po’ più costoso e quindi riducendo la liquidità disponibile sui mercati, già sotto pressione in un momento in cui aumentano i dubbi su alcuni segmenti del mercato del credito.
Il risultato è che le Borse mondiali alla fine han perso lo 0,5% (dato in euro, dividendi inclusi), trascinate da New York (-0,6%, per via del dollaro che ha perso lo 0,5%). In calo anche Tokio (-0,5%, ma qui pesa il -1,8% dello yen), Mumbai (-0,4%), le Piazze cinesi (-1,7%) e soprattutto Sidney (-3,4%). In positivo abbiamo alcuni Paesi emergenti come Messico (+1,4%), Polonia (+1,8%) e Brasile (+6,3%). Visto che manca solo dicembre possiamo, comunque, dire che, a meno di disastri dell’ultima ora, il 2025 potrà essere archiviato come un anno moderatamente buono per le Borse che hanno messo su, nel complesso il 7,8% con punte elevate per mercati emergenti come Polonia (+45,9%), Brasile (+32,6%), Messico (+28,1%) e Cina (+24,2%). Ma torniamo a parlare del solo mese di novembre e dei titoli di Stato: qui la situazione è stata calma: invariati, in media i titoli dell’eurozona, in crescita di uno 0,2% i titoli del Tesoro Usa, e in calo di uno 0,1% quelli cinesi. Da inizio anno abbiamo un +1,8% per i bond in euro e un -3,8% per quelli Usa.
Che fare con i vostri investimenti?
O movimenti dei mercati a novembre non hanno portato cambiamenti rilevanti nel menu d’investimento che ci viene proposto dai nostri modelli di valutazione. Iniziamo dal portafoglio Equilibrato: i calcoli del modello suggeriscono di vendere bond in euro per acquistare azioni in Turchia o Brasile. Dato l’alto livello di volatilità di entrambi i mercati, vendere bond tranquilli per investire in Borse emergenti ci sembra poco giustificato in un momento in cui la turbolenza sembra sui mercati destinata a durare. Non cambiamo strategia. Per il portafoglio Dinamico i modelli suggeriscono di vendere la Borsa di Sidney per comprare quella sudafricana. La performance del Sudafrica è, però, più legata all’andamento dell’oro e della tecnologia cinese (il colosso della Borsa di Johannesburg Napster tramite la controllata Prosus è il maggiore azionista della cinese Tencent) che alle prospettive del Paese. In termini di attese sul futuro del Paese, ma anche di governance, l’Australia rimane una scelta più solida. Pure in questo caso lasciamo il portafoglio invariato. Infine, per quanto riguarda il portafoglio Difensivo i calcoli del modello spingono verso un aumento della nostra esposizione ai bond cinesi a scapito di quelli in euro, ma dati i rendimenti attuali non ci pare una buona scelta. Inoltre, suggeriscono la vendita dei bond societari in dollari Usa per comprare la Borsa indonesiana, Piazza che non sembra in linea col profilo prudente di questo portafoglio. Anche qui lasciamo tutto invariato. Trovi i dettagli su www.altroconsumo.it/finanza/portafogli.