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Dalle promesse alla sostanza

Il settore bancario italiano è immerso, ormai da mesi, in una sorta di grande Risiko.

Il settore bancario italiano è immerso, ormai da mesi, in una sorta di grande Risiko.

Data di pubblicazione 08 settembre 2025
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Il settore bancario italiano è immerso, ormai da mesi, in una sorta di grande Risiko.

Il settore bancario italiano è immerso, ormai da mesi, in una sorta di grande Risiko.

Il settore bancario italiano è immerso, ormai da mesi, in una sorta di grande Risiko. Ogni mossa, che sia la promessa di un’Opa o di una fusione, porta in dote il messaggio che ne possano derivare benefici in termini di efficienza, di riduzione dei costi e crescita dei ricavi. 

I mercati fin qui hanno premiato queste promesse, spingendo i prezzi delle azioni bancarie sempre più in alto. L’operazione che in questi giorni vede protagonisti Monte dei Paschi e Mediobanca è solo l’ultimo, clamoroso, capitolo di questa saga. Un’offerta pubblica ostile (cioè non concordata tra le parti), difese traballanti, rilanci in contanti: ingredienti che parlano di un mercato vivacissimo, ma che non potrà durare per sempre. Le concentrazioni bancarie hanno una logica industriale e spesso producono risultati concreti, ma non rappresentano una formula magica illimitata. Gli spazi per nuove integrazioni si stanno restringendo, e la partita non potrà proseguire all’infinito come se fosse un gioco senza fine. La crescita del valore delle banche, d’ora in avanti, dovrà poggiare su basi diverse: saranno i tassi d’interesse, le politiche monetarie, la capacità di innovare i servizi e di gestire i rischi a determinare l’andamento del settore. L’episodio Mps-Mediobanca è significativo perché ci ricorda che il passato non basta a descrivere il futuro. Non possiamo aspettarci che i mercati continuino a riconoscere valore solo sulla scia di operazioni straordinarie. Se il Risiko bancario italiano ha alimentato un ciclo virtuoso negli ultimi anni, ora la vera sfida è capire chi saprà crescere senza la scorciatoia di una fusione. Quello che conta è soprattutto la sostanza di quello che gli istituti saranno in grado di mettere in campo. Il futuro si aspetta soprattutto questo.


Alessandro Sessa 

Direttore responsabile Investi