Come leggere il KID di un investimento…
La domanda più importante è anche quella a cui il KID risponde meno chiaramente: in cosa investe questo prodotto?
La domanda più importante è anche quella a cui il KID risponde meno chiaramente: in cosa investe questo prodotto?
Quando si apre il KID di un investimento, la sensazione è spesso la stessa: poche pagine, tante parole difficili e la paura di non capire quello che conta davvero. Il rischio è concentrarsi sui numeri più vistosi e perdere di vista le informazioni davvero utili per decidere. In realtà, il KID si può leggere in modo molto più semplice, se si sa a cosa prestare attenzione per prima cosa e cosa può venire dopo. Non serve capire tutto: basta cogliere alcuni elementi chiave che devono “saltare all’occhio”.
La prima cosa da capire: dove vanno a finire i tuoi soldi
La domanda più importante è anche quella a cui il KID risponde meno chiaramente: in cosa investe questo prodotto? Non c’è un riquadro che lo dica in modo diretto. Le informazioni vanno cercate all’inizio del documento, nella parte che descrive “che cos’è questo prodotto” e quali sono i suoi obiettivi. È lì che si trovano gli indizi principali: se investe in azioni o in obbligazioni, se punta su un Paese, su un’area geografica o su più mercati, se segue un indice oppure se qualcuno prende decisioni attive. Capire questo passaggio è fondamentale, perché determina tutto il resto. Un investimento fatto soprattutto di azioni può salire molto nel tempo, ma può anche scendere bruscamente. Uno più prudente tende a muoversi meno, ma offre anche rendimenti più contenuti.
In alcuni KID compare un riferimento a un indice di mercato, chiamato benchmark. Non sempre è presente, ma quando c’è è un’informazione preziosa. Il benchmark serve come termine di confronto. Se un prodotto dice di seguire o replicare un indice, significa che l’obiettivo non è “battere il mercato”, ma ottenere un risultato simile a quello di riferimento, al netto dei costi. In questo caso, confrontare il rendimento con il benchmark aiuta a capire se il prodotto sta facendo quello che promette. Se invece il benchmark non c’è, o non è chiaramente indicato, diventa più difficile valutare i risultati: manca un metro di paragone semplice. Anche questo è un elemento da tenere a mente quando si legge il KID.
Se dopo aver letto questa parte non è chiaro dove investe il prodotto, non è una tua mancanza: è un limite reale del KID. In questi casi è meglio non andare avanti alla cieca.
Rischio e tempo: due informazioni che vanno lette insieme
Subito dopo entra in gioco il tema del rischio. Il KID lo riassume con un numero, da 1 a 7. È un’informazione importante, ma da sola dice poco. Quel numero va sempre collegato al tempo consigliato di investimento, che il KID indica chiaramente. Più il rischio è alto, più è probabile che nel breve periodo il valore salga e scenda in modo marcato. Ed è per questo che se il numero è elevato il documento suggerisce di tenere l’investimento per diversi anni. Il messaggio, anche se non è scritto in modo esplicito, è semplice: un investimento rischioso richiede tempo. Se sai già che potresti dover usare quei soldi prima, il problema non è il mercato in sé, ma la scelta di quel mercato per te.
I costi: pochi numeri, ma vanno guardati bene
Un altro punto che deve saltare all’occhio riguarda i costi. Il KID li mostra sia in percentuale sia in euro, facendo un esempio concreto. Questa parte è importante perché i costi agiscono in silenzio: non si vedono, ma riducono il risultato finale anno dopo anno. Non significa che un prodotto con costi abbia qualcosa che non va, ma è giusto sapere quanto pesano nel tempo e confrontarli con quelli di prodotti simili. I costi più bassi sono offerti generalmente dagli Etf, mentre sui fondi possono salire anche di molto a scapito dei rendimenti. Per esempio nel caso di un fondo azionario è sempre bene chiedersi perché spendere un 2% annuo per investire in un mercato che posso portarmi a casa con lo 0,2/0,3% annuo di un Etf? C’è qualcosa in questo prodotto che giustifica davvero la spesa extra?
Le simulazioni di rendimento: numeri da leggere con prudenza
La parte più vistosa del KID è quella con le simulazioni di rendimento. Ci sono diversi scenari, dal peggiore al migliore, con esempi su quanto potresti ritrovarti in tasca dopo uno o più anni. È fondamentale sapere una cosa: queste simulazioni sono costruite usando dati del passato. Non sono previsioni e non dicono come andrà il futuro. Servono solo a mostrare che cosa è successo in periodi simili e quanto possono variare i risultati. Il dato più utile, anche se meno rassicurante, è lo scenario peggiore. Perché è quello che aiuta a capire cosa può succedere se le cose vanno male o se si è costretti a uscire nel momento sbagliato.
Tutto il resto viene dopo
Solo dopo aver capito dove investe il prodotto, quanto può essere rischioso nel tempo e quanto costa, ha senso soffermarsi sugli altri dettagli: come si può uscire dall’investimento, che cosa succede in caso di problemi dell’emittente, dove trovare documenti di approfondimento. Ovviamente non stiamo dicendo che siano meno importanti, ma che sono elementi che contribuiscono alla scelta, ma vengono solo a valle di quelli che abbiamo visto finora.
In conclusione
Il KID non è un documento semplice, ma può diventare più leggibile se lo si affronta con il giusto ordine. Le cose che devono saltare subito all’occhio sono poche, ma decisive: dove investe il prodotto, quanto è rischioso nel tempo e quanto costa. Il resto va letto, ma con calma.
Se, dopo averlo letto, non riesci a spiegare con parole tue che tipo di investimento stai facendo e perché lo stai scegliendo, fermarsi e chiedere chiarimenti è la scelta più sensata.