L’argento: il fratello minore dell’oro

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L’argento è sempre stato l’alternativa all’oro, ma a parità di peso vale meno. A lungo il suo valore è stato tra 1/12 e 1/16 di quello dell’oro, poi negli ultimi due secoli è crollato e ora il rapporto oro/argento è in media poco sotto quota 70, tra alti e bassi (oggi un’oncia d’oro vale circa 87 once d’argento). A differenza dell’oro, che ha due usi fondamentali (riserva di valore e materia per gli orefici), l’argento ha tanti usi industriali perché è un conduttore eccellente, è duttile e malleabile, ha qualità antibatteriche ed è pure sensibile alla luce. Ci sono applicazioni di ogni tipo: elettronica, posate, pannelli solari, odontoiatria, batterie, disinfezione, oreficeria…
Il prezzo attuale dell’argento è di 19,22 dollari l’oncia troy, dato inferiore a quello stimato dalla Banca Mondiale lo scorso aprile che vedevano l’argento a 24,2 dollari l’oncia nel 2022, 22,5 dollari nel 2023, 21 dollari nel 2024 (per un confronto l’oro è oggi a 1.674,06 dollari l’oncia troy, contro previsioni da parte della Banca mondiale di 1.880 dollari per quest’anno, 1.700 dollari per il 2023 e 1.650 dollari per il 2024). Previsioni aggiornate escono questo mese e vedremo presto se la Banca Mondiale tornerà sui suoi passi. C’è, però, da dire che il recente rialzo dei tassi Usa ha impattato in maniera negativa sui prezzi dell’oro e dei metalli preziosi (vedi articolo precedente) e che il rialzo dei tassi è stato più forte di quanto era immaginabile a inizio anno.
Un’oncia troy è pari a 31,1034768 grammi.
Fratelli gemelli, ma non troppo
Qui sopra trovi il valore in dollari di un’oncia troy di oro (linea sottile) e di 69 once d’argento (in grassetto). Perché 69 once e non 60 o 70? Perché è questo valore è la media del rapporto tra prezzo dell’oro e prezzo dell’argento calcolata sulla base di dati mensili dal 1990 a oggi. Insieme all’uso di una scala logaritmica (che rende uguali sulla carta le variazioni percentuali, anziché quelle in valore assoluto) ci aiuta a descrivere l’andamento parallelo di oro e di argento negli ultimi 30 anni con un semplice colpo d’occhio.
La scala logaritmica è molto utile per rendere leggibili i grafici che coprono archi temporali di diversi anni in cui i valori iniziali sono una frazione molto piccola di quelli finali.
La correlazione è un indicatore statistico che dice come un indice si muove in sintonia con un altro. Se è vicino a 1 indica massima sintonia, se è vicino a zero indica che non vi è sintonia, se è vicino a -1 indica che i due indici si muovono in maniera opposta.
La media calcolata dal 1979 a oggi sulla base di quattro dati trimestrali per ogni anno è stata 65, calcolata sulla base di dati mensili dal 1990 a oggi è stata 69, calcolata dal 2005 calcolata con dati giornalieri è stata 67. Come vedi, anche se cambia la base di calcolo i risultati sono vicini.
COSA FARE CON L’ARGENTO?
Come accennavamo prima, prezzo dell’oro e prezzo dell’argento non sono del tutto autonomi l’uno rispetto all’altro. Dal 1990 a oggi, il loro livello di correlazione (vedi a lato) è stato pari a 0,92, quindi alto. Ciò, ovviamente non significa che il loro rapporto sia fisso: è variato tra circa 30 (l’argento valeva addirittura 1/30 dell’oro) e circa 110 (l’argento valeva solo 1/110 dell’oro). La media è stata pari a circa 69 (l’argento valeva 1/69 dell’oro).
Queste dinamiche le vedi nel grafico: i due valori sono stati a lungo vicini, almeno fino alla metà del primo decennio del nuovo millennio, e poi si è aperta una forbice intorno al 2010 (l’argento aveva approfittato del boom dei pannelli solari), che successivamente si è richiusa al punto che oggi un’oncia d’argento costa circa 19,22 dollari contro i 1674,06 dell’oro, cioè con un rapporto pari a circa 1/87.
Visto che un 1/87 è una frazione molto più piccola rispetto a un 1/69, ciò significa che il prezzo dell’argento, se confrontato con quello dell’oro, è sotto la media storica. In effetti siamo vicini ai minimi da inizio 2021 (+8% rispetto a questi) e lontani dai massimi da inizio 2021 (-33%). Queste, insieme all’attuale debolezza dell’oro (vedi articolo precedente), sono premesse che fanno pensare che l’argento possa essere interessante. Ci sono, però, alcune cose a cui fare attenzione. Primo, l’economia mondiale va verso una fase di rallentamento e questo dovrebbe pesare sulle materie prime industriali, come l’argento. In un qualche modo, però, con un calo da inizio anno pari al 17,4%, il doppio di quello dell’oro (-8,1%), questo fenomeno sembra già scontato, almeno in parte, nei prezzi. Secondo, è vero che l’oro è su valori bassi, ma è anche vero che vi è stato spinto dal rialzo dei tassi Usa, rialzo che sembra destinato a durare ancora a lungo, quindi non è da escludere a priori che il rapporto passi da 1/87 a 1/69 con un calo dell’oro anziché con una crescita dell’argento. Terzo, questo discorso vale in media e sul passato: è vero che la media è stata stabile negli ultimi 50 anni (vedi a lato), ma il ritorno su tali livelli non è garantito. Pertanto, fatto salvo il fatto che tra oro e argento preferiamo l’oro e che il buon padre di famiglia deve stare alla larga dall’argento, chi volesse fare una piccola (rientra nella quota di soldi da dedicare alle speculazioni) e molto rischiosa scommessa sulla chiusura della forbice di prezzo tra oro e argento e che questa chiusura avvenga con una crescita dell’argento anziché un calo dell’oro può puntare su Wisdomtree Physical Silver (18,23 euro; Isin JE00B1VS3333).
Negli ultimi 10 anni l’oro si è mosso tra un minimo di 1050 e un massimo di 2050 dollari l’oncia. L’argento si è mosso tra un minimo di 12,13 e un massimo 36,88 dollari l’oncia.
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