Argento oltre i 38 dollari l’oncia

Dopo un balzo a giugno verso quota 36 dollari l’oncia l'argento ha ripreso a salire. Che si fa?
Dopo un balzo a giugno verso quota 36 dollari l’oncia l'argento ha ripreso a salire. Che si fa?
Il mese di luglio vede l’argento ancora in buona forma. Siamo andati a fare un po’ di rassegna stampa su cosa si dice all’estero di questa situazione ed ecco il risultato. Iniziamo dai commenti di analisi tecnica: Secondo Finanzradar.de, il superamento della resistenza tecnica a 37 dollari ha attivato un segnale d’acquisto “deciso”, mentre KapitalCheck.de conferma che resta aperta la strada verso i 40 dollari e oltre, “in assenza di resistenze tecniche rilevanti”. Noi non ci affidiamo all’analisi tecnica, ma sono comunque segnali di ottimismo. In maniera quantomeno più strutturale si rileva, invece, una domanda industriale forte. L’analista Jeffrey Christian del CPM Group, citato da CarbonCredits.com, afferma che “la domanda industriale continua a superare l’offerta da diversi anni, soprattutto per l’uso nei pannelli solari e nell’elettronica”. Lo stesso portale riporta che “la produzione primaria fatica a stare al passo”, e che la domanda netta nel primo semestre ha raggiunto un record secondo Silver Institute, con oltre 95 milioni di once confluite in ETF solo nei primi sei mesi del 2025 – più che in tutto il 2024. Anche FxGT.com conferma che la forte domanda da parte di investitori istituzionali, sommata alla scarsità di scorte, “sta creando pressioni significative al rialzo”. Quanto ai rischi geopolitici, The Times of India riporta che gli annunci di nuove tariffe doganali da parte dell’ex presidente Trump (possibili dal 1° agosto anche su importazioni messicane di metalli) “hanno riacceso l’interesse degli hedge fund per metalli rifugio come l’argento”. Handelsblatt, in un’analisi pubblicata il 17 luglio, nota inoltre che “parte delle forniture globali di argento si sta spostando verso gli Stati Uniti, dove si temono nuovi dazi anche su metalli non ancora colpiti direttamente”. Questo, insieme alla “sottrazione di scorte fisiche dai mercati regolamentati verso ETF e caveau privati”, ha “compresso la disponibilità di metallo sul mercato londinese”, secondo quanto osservato da Boerse.ARD.de.
Non è tutto argento quello che luccica, ovviamente: ci sono anche analisti più pessimisti, soprattutto perché siamo di fronte a un mercato piccolo e, quindi, volatile e l’analisi tecnica è una “scienza” dai risultati molto variabili.
Ovviamente, queste considerazioni sono fatte tutte tenendo conto delle quotazioni dell’argento in dollari. Visto che l’euro ha guadagnato rispetto al dollaro, una volta trasformati questi valori in moneta comunitaria il balzo avanti rimane smussato.
Dal canto nostro vediamo che il rapporto di valore tra un’oncia di argento e una di oro sta piano piano scendendo e siamo intorno a quota 87. Abbiamo sempre rilevato che la media storica era di un rapporto che negli ultimi anni era a quota 82. C’è quindi ancora spazio per la crescita dell’argento? Sì, ma ricordiamo che il rapporto tra prezzo dell’oro e prezzo dell’argento si può chiudere sia con una risalita dell’argento, sia con un calo dell’oro. Quindi non è detto che per forza sia l’argento a crescere. Certo l’oro è bene impostato, quindi questa prospettiva ci pare meno probabile. Tuttavia, dobbiamo tenerne conto, soprattutto per la volatilità dell’argento: Xtrackers Physical Silver (Isin DE000A1E0HS6) al 22/1 quota 311,82 euro ed è intorno ai massimi dal 2011. Senz’altro, come vi abbiamo già detto settimana scorsa, non è più tempo di collocarsi sull’argento. Il consiglio è, quindi, ancora mantieni. Ma nel momento in cui l’argento dovesse superare i 40 dollari l’oncia bisognerebbe iniziare a ragionare seriamente sulla possibilità di vendere e incassare i soldi. Molto dipenderà, ovviamente, dalla situazione del momento, ma è chiaro che, più si va avanti, e più gli spazi di crescita si ridurranno, a meno di forti novità.
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