Cropenergies, usare l'alcool come combustibile

Cropenergies
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Cropenergies (12 euro; Isin DE000A0LAUP1) è una società tedesca che produce etanolo da fonti rinnovabili. Fondata nel 2006 ha una capacità produttiva di 1,3 milioni di metri cubi di etanolo all'anno. Il suo etanolo è usato come combustibile, per bevande, cosmetici, disinfettanti, e via dicendo. Inoltre Cropenergies si occupa di alimenti proteici e di mangimi per animali. Ti avevamo proposto una scommessa su questa azione nel settembre 2020 (n° 1383) nella speranza di un boom dell’etanolo come combustibile. Così, purtroppo, non è stato: il titolo, che allora valeva 14,44 euro ha poi subito una serie di saliscendi, arrivando anche a sfiorare più volte quota 16 euro (l’ultima volta è stato a inizio novembre), ma finendo per calare nel corso di questi ultimi due mesi. Il consiglio è poi diventato a fine estate mantieni (allora valeva 15,86 euro). Che fare? Vediamo i conti.
La società, che chiude i bilanci a febbraio, ha annunciato risultati per i primi 9 mesi che nel complesso sono buoni: c’è un balzo dei ricavi (+50,7%) tale da più che compensare l’aumento dei prezzi per cui l’utile industriale prima di spesare la quota parte dei costi pluriennali (Ebitda) è salito di ben il 113,6%. La produzione di etanolo sui 9 mesi è passata da 778.000 metri cubi a 811.000. Perché, allora non è più ai masimi in Borsa? Perché le cose buone sono accadute nei primi sei mesi. Il 3° trimestre ha visto una crescita modesta del fatturato (+3,1%) rispetto al 3° trimestre dell’anno precedente, e un Ebitda invariato (sempre rispetto al trimestre chiusosi 12 mesi prima).
Gli effetti di un aumento del costo delle materie prime qui si sono fatti, quindi, sentire. La società ha confermato le previsioni per tutto l’esercizio di un Ebitda tra i 265 e i 295 milioni di euro (169 l’anno precedente), ma ammette la pressione sugli utili dei maggiori costi, anche se presuppone che saranno disponibili materie prime sufficienti per la produzione nonostante la guerra. Stimiamo che il 2022/23 si chiuda con 2 euro di utile per azione, più basse (1,5 euro per azione) le nostre attese per il 2023/24 che scontano la prudenza sul futuro da parte della società. 1,9 euro per azione sono le attese per il 2024/25. La qualità dei bilanci è buona, il rapporto prezzo utili è ben sotto quota 10 e il rapporto prezzo /valore contabile è poco sopra 1. Il titolo ci sembra conveniente. Lo puoi di nuovo acquistare, anche se non più in chiave speculativa, ma in un’ottica d’investimento di lungo periodo.
Negli ultimi due anni ha staccato dividendi pari a 0,35 e 0,45 euro lordi.
Tra il 2013 e il 2022 la società ha chiuso solo un anno in rosso (era il 2015) e ha sempre dato dividendi (tranne che per il bilancio 2015).
Quest’anno record porta il rapporto prezzo / utili intorno a quota 6, un livello decisamente basso, anche se è una società che pure in passato ha chiuso con questo rapporto intorno a quota 10 (un dato di per sé buono), o anche sotto, diverse volte (8,7 nel 2013, 7,8 nel 2016, 10,5 nel 2017, 10,7 nel 2018, 10,9 nel 2020).
Il consiglio sulla società cambia, quindi, passando da mantieni a acquista.
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