Gli strumenti che permettono anche ai piccoli risparmiatori di investire in materie prime sono aumentati. Il metodo classico è indiretto, cioè comprare azioni di società del settore. Nel tempo sono, tuttavia, aumentate le possibilità di investire direttamente sui prezzi delle materie prime (per esempio sulle oscillazioni del gas o del petrolio): sia con strumenti derivati (come i cfd), sia con Etc quotati a Milano e, quindi, acquistabili coi servizi di trading online della propria banca. Inoltre, ci sono anche Etc che permettono di replicare in un colpo solo l’andamento di più materie prime. In tempi in cui l’inflazione resta elevata, vale la pena puntare su questi prodotti?
Lo sconsigliamo per diverse ragioni. Primo: ogni materia prima ha la sua specifica dinamica e l’andamento positivo di una o alcune rischia di essere compensato da quello negativo di altre. Per esempio, da inizio anno il prezzo del gas naturale (negli Usa) è sceso di circa il 37%, il prezzo dello zucchero è salito del 47%, mentre il prezzo del rame, tra alti e bassi, è rimasto più o meno stabile. Pertanto, l’Etc Wisdomtree Broad Commodities (10,06 euro; Isin GB00B15KY989), che mette insieme più materie prime, ha perso il 7,6% dall’inizio dell’anno, pure in un periodo di inflazione elevata. Secondo: i fenomeni che incidono sull’andamento dei prezzi delle singole materie prime sono molteplici: geopolitici, naturalistici (carestie che potrebbero influenzare domanda e offerta), o fattori di economia globale (per esempio, la forza della crescita cinese assai rilevante per alcune materie prime). Tutto ciò fa sì che l’investimento sulle materie prime sia più ballerino, e più rischioso, di quello sulle azioni o su panieri di azioni. Terzo: i fattori finanziari. Salvo rari casi (come l’oro), quando compri gli Etc su singole materie prime quotate a Piazza Affari stai investendo indirettamente sui future: questi prodotti derivati hanno una scadenza e vanno via via venduti e ricomprati per mantenere il legame dell’Etc a quella materia prima. A volte questa operazione comporta costi che gravano sull’andamento dell’Etc, indipendentemente da quello della materia prima.
Ecco l’andamento dei prezzi di alcune materie prime dall’inizio dell’anno (per semplicità non riportiamo la scadenza del contratto future ma in genere sono quelle di luglio/agosto):
Alluminio: -6,9%
Argento: -1,1%
Bestiame: +15,9%
Cacao: +22,6%
Gas naturale: -36,7%
Grano: -14,3%
Granturco: -4,7%
Nickel: -24,5%
Pancetta di maiale: -15,3%
Rame: +2,3%
Zinco: -15,9%
Zucchero: +47%
Come puntare sulle materie prime in generale
Per puntare sul settore delle materie prime preferiamo una via più tradizionale: le azioni della britannica Anglo American (2.545 pence; Isin GB00B1XZS820), operante soprattutto sulle materie prime industriali: platino (27% del giro d’affari), minerale di ferro (20%) e rame (15%) su tutti, ma estrae e vende anche diamanti, carbone, nichel, palladio… (insieme il restante 38%). Dipende dalla domanda cinese e questo, associato ai timori sulla tenuta della ripresa in Cina, spiega il calo del 21,4% registrato in questa prima parte del 2023. Si tratta, però, di un calo eccessivo, visti i punti di forza del gruppo. Su tutti, due. Primo: ha sempre più puntato su settori promettenti, da quello dell’elettronica a quello delle auto ibride o elettriche (dove sono impiegate molte materie prime su cui investe, tra cui il rame, vedi sotto). Secondo: gli investimenti sulla crescita ci sono, ma sono prudenti per evitare di far salire troppo i debiti. Certo, ci sono dei rischi: dall’aumento dei costi di produzione, ai rischi geopolitici per l’operatività in Paesi come Brasile e Sud Africa, fino alla citata volatilità che caratterizza i prezzi delle materie prime. Nel complesso, però, pur con stime prudenti di una riduzione dell’utile per azione dai 300 pence del 2023 a 290 pence nel 2024, ai prezzi attuali gli indicatori di convenienza del titolo sono tali da giustificare un acquisto. Il livello di rischio è un po’ alto (4 su una scala che va da 1 a 5). Da questa settimana seguiremo costantemente queste azioni.
Il cosiddetto enterprise value (valore complessivo aziendale, ovvero valore delle azioni in Borsa + valore dei debiti) di Anglo American, in relazione agli utili industriali attesi al 2024, è pari a circa 5,2 contro una media storica di 7,3 e una media per le società diversificate del settore delle materie prime di 6,7. Anche il rapporto tra prezzo di Borsa e utili al 2024, così come quello tra prezzo di Borsa e valore contabile al 2024 è migliore di quello del settore. Le azioni Anglo American si acquistano sulla Borsa di Londra.
Il punto sul rame
Ogni materia prima ha dinamiche specifiche. Questa settimana vogliamo concentraci sul rame, su cui anche Anglo American sta investendo molto (vedi la nuova miniera in Perù). Il rame è una delle materie prime più usate al mondo, ma ci aspettiamo nel medio termine una crescita dei suoi prezzi per due ragioni. Primo: la sua domanda sarà sostenuta dalla transizione energetica. Si stima che un veicolo 100% elettrico contenga circa 83 kg di rame contro i 60 per uno ibrido e i 23 per uno con motore a combustione. Inoltre, il rame è necessario per gli impianti di produzione di energia verde (solare in particolare) e delle linee ad alta tensione per la trasmissione di tale energia. Secondo: le scoperte di giacimenti di rame sono sempre più rare; la maggior parte risale a prima del 2010 e occorrono in media 10 anni per convalidare un progetto, scavare la miniera e raccogliere i primi frutti. Inoltre, per separare il rame da altre materiali è necessaria acqua, che scarseggia in Paesi in cui sono presenti importanti miniere. Certo, non mancano rischi a breve termine, su tutti il rallentamento economico cinese (poco più del 50% della domanda di rame), ma riteniamo che nel medio periodo lo squilibrio tra domanda e offerta di rame dovrebbe essere tale da sostenere i prezzi di questa materia prima. Come investire in rame?
Secondo la banca d’affari Goldman Sachs, lo squilibrio tra domanda e offerta di rame potrebbe raggiungere nel 2030 gli 8 milioni di tonnellate, ovvero 8 volte la produzione annua della più grande miniera di rame al mondo. Secondo le stime di centri di ricerca del settore delle materie prime, per compensare tale squilibrio ci vorrebbero investimenti in rame per circa 100 miliardi di dollari (è tanto).
Una scommessa canadese sul rame
Per le ragioni spiegate prima sconsigliamo di investirci direttamente con l’Etc Wisdomtree Copper (31,73 euro; Isin GB00B15KXQ89). Piuttosto, suggeriamo una commessa sulle azioni della canadese First Quantum Minerals (33,23 Cad; Isin CA3359341052), 6° produttore di rame al mondo.
Il rame pesa per l’86% delle sue vendite; il resto è legato a nichel (6%), oro, zinco… Il punto di forza sono le prospettive: dopo una produzione di rame di 776.000 tonnellate nel 2022, punta a produrre 800.000 tonnellate nel 2023 e 1 milione di tonnellate dopo il 2025, sviluppando la sua miniera di Cobre a Panama, la più grande dell’America centrale. È prevista anche la crescita della miniera in Zambia. La debolezza è legata all’indebitamento (a fine 2022 ancora 5,7 miliardi) per sostenere tali progetti: il gruppo usa la liquidità per ridurlo a 3,7 miliardi, ma ciò significa che i dividendi saranno scarsi (rendimento atteso di poco superiore allo 0,5% annuo lordo ai prezzi attuali). Il rapporto tra valore complessivo aziendale (azioni in Borsa più debiti) in relazione agli utili industriali attesi al 2024 è pari a circa 6,8, inferiore a quello medio storico pari a 10, inoltre il gruppo potrebbe attirare l’interesse di altri attori del settore. Una scommessa ci sta, ma non è per investitori prudenti e il titolo si acquista solo a Toronto (non è facilmente raggiungibile tramite il trading online; non sarà costantemente seguito).
In passato (vedi n° 1405) abbiamo consigliato una scommessa anche su Freeport McMoran (39,89 Usd; Isin US35671D8570), altra società del rame (77% dei ricavi): già a novembre 2021 ti avevamo fatto vendere una metà delle azioni (in attivo del 23%) facendoti mantenere le altre. Da allora le azioni hanno perso il 3,3%, risultato che diventa un progresso del 3,8% in euro e a dividendi inclusi. Puoi ancora mantenere le azioni che hai – il gruppo sta aumentando la produzione in Indonesia e il mercato sta valutando correttamente le prospettive di crescita.