L’oro viaggia intorno ai massimi

Il metallo giallo nei giorni scorsi era arrivato intorno ai 2.400 dollari l’oncia
Il metallo giallo nei giorni scorsi era arrivato intorno ai 2.400 dollari l’oncia
Come in California nel 1848 o nel Klondike nel 1897/98 (quella che ha fatto la fortuna di Zio Paperone), sembra essere in atto una corsa all’oro. Solo che se oltre un secolo fa veniva fatta da aspiranti cercatori che andavano nelle terre di frontiera, ora avviene sui mercati finanziari, con il metallo giallo che nei giorni scorsi era arrivato addirittura ai 2.400 dollari l’oncia. Non ci soffermiamo sui motivi che trovate negli articoli pubblicati in passato, qui ci limitiamo a domandarci: è sostenibile? La prospettiva di tassi in calo rende il concorrente più forte dell’oro, i titoli di Stato Usa, meno competitivi (la competizione va a favore dei titoli Usa quando i tassi sono alti perché l’oro non offre cedole). Neanche i rinvii al taglio dei tassi hanno per ora tolto pepe all’oro. Tuttavia, se hai comprato oro per diversificare e proteggere il tuo patrimonio potresti domandarti se questa regola valga anche a 2.400 dollari l'oncia. Non è questione di sfatare l’idea che l’oro sia capace di abbattere il rischio complessivo di un portafoglio, è questione di capire quando il prezzo da pagare per questo è troppo alto. Se guardiamo agli ultimi 55 anni di storia dell'oro le tendenze sono chiare. L’oro ha avuto momenti di quiete e alcuni boom.
I tre boom maggiori sono: seconda metà anni ’70 (+477% tra settembre ’76 e settembre ’80), primo decennio del terzo millennio (+586% tra marzo 2001 e settembre 2012), ora (+125% da dicembre 2015). In particolare, all’interno del terzo boom, dopo una pausa tra il 2023 e il 2022, c’è stata una forte ripresa negli ultimi tempi, con un +40% da settembre 2022. L’ultimo boom, in percentuale è poca roba rispetto ai precedenti. Però se teniamo conto anche della durata, annualizzando i dati troviamo che negli anni ’70 la crescita è stata del 55% annuo, nei primi anni 2000 del 18% annuo, dal 2015 del 10% annuo, ma da settembre 2022 del 22% annuo. Da un anno e mezzo a questa parte assistiamo a una accelerazione oltre i ritmi del boom di inizio millennio.
Non abbiamo la sfera di cristallo, ma se a questo punto il mercato si fermasse o facesse qualche presa di beneficio per tirare il fiato non ci stupirebbe più di tanto. Insomma, se hai oro non andare oltre il 5% come posta extra portafoglio. Se non ce l’hai ancora e vuoi acquistarlo con l’Etn Invesco physical gold (208,28 euro al 30 maggio; Isin IE00B579F325) che fin qui ti abbiamo consigliato, puoi farlo, ma considera che il rischio che tu finisca in rosso per un po’ di tempo non è remoto. Significa che il ruolo dell’oro è oggi più che mai solo quello di diversificare un portafoglio di investimento che hai comunque composto in un’ottica d’investimento di lungo periodo (anche decennale!).
La corsa all’oro del Klondike e sul fiume Yukon avvenne alla fine del XIX secolo e ispirò, tra gli altri, lo scrittore Jack London (autore di Zanna Bianca), e più recentemente il padre di molti dei paperi disneyani Karl Barks che nel 1953 fece pubblicare la storia “Back to the Klondike” in cui Paperon de Paperoni (Scrooge McDuck nella versione originale) torna nel luogo dove fece fortuna. |
A metà aprile abbiamo fatto il punto sull’oro e sulla fame di oro delle banche centrali: questo tema giustifica la presenza di oro all’interno del tuo portafoglio di investimenti, ma ovviamente è una giustificazione che è pensata in un’ottica di lungo periodo e non di speculazione mordi e fuggi. |
Il boom del prezzo dell’oro negli anni Settanta si lega a un periodo di iperinflazione, per cui la crescita di valore dell’oro è anche spinta dalla necessità di recuperare il potere d’acquisto perduto. In termini reali (cioè depurati dall’inflazione) il balzo fatto allora dall’oro sarebbe molto rilevante rispetto a quello che appare. Ricordiamo che i picchi dell’oro avvennero nei periodi della rivoluzione iraniana, particolarmente carichi di tensioni geopolitiche e quindi, capaci di spingere alla ricerca di sicurezza molti investitori. |
Il tradizionale sistema per investire in oro prima dell’esistenza di prodotti quotati dedicati era l’acquisto diretto di monete. A seconda del canale d’acquisto questo sistema può dare adito a costi (anche impliciti di compravendita legati alla differenza tra prezzo d’acquisto e prezzo di vendita) che possono essere maggiori di quelli di compravendita in Borsa, ma soprattutto lascia aperto il problema della custodia dell’oro e i relativi costi. |
Lo sapevi che sul nostro sito c’è uno strumento per sapere il valore (in euro) di ogni grammo di oro che hai calco-landolo anche in base ai carati? Lo trovi cliccando qui. |
Un tempo, quando non c’erano prodotti quotati per investire in Oro le azioni erano una alternativa praticata alle monete. Ci sono, però, differenze tra investire in oro e farlo per via dei titoli auriferi. Primo i guadagni delle società aurifere dipendono anche da altri fattori come i costi dell’energia: se sono alti, estrarre oro è meno redditizio. Secondo, i valori di Borsa delle società aurifere sono influenzate dai tassi due volte: la prima, già l’hai vista, è che tassi alti rendono l’oro meno interessante, la seconda è che tassi più alti pesano sui debiti di queste società. Terzo: le società aurifere operano in contesti ambientali a rischio, per cui questo può incidere sui loro conti. Quarto: le società aurifere lavorano su riserve stimate di oro. Se le riserve sono sottostimate possono trarre vantaggio, ma viceversa possono pagare dazio. Quinto: al di là del costo energetico, le società aurifere producono un bene in dollari, ma hanno costi nelle valute dei Paesi in cui operano e hanno rischi di cambio. Sesto: sono pur sempre società quotate: seguono anche i sentimenti della Borsa, e gli umori dei loro azionisti. A volte è a favore, a volte no. Morale: le azioni minerarie sono un modo per investire in oro, ma molto più rischioso e volatile. Ciò significa che puoi guadagnarci molto di più, ma anche perderci molto di più. In che misura lo vedi nella tabella. Di fatto, visto che il nostro consiglio sull’oro è basato sull’idea di diversificare il portafoglio con un prodotto lontano dai mercati azionari, e magari non troppo volatile, non ci paiono interessanti.
Un confronto tra oro e minatori |
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2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 | |
Oro (dollari l’oncia) | ||||||||||
Variazione | -2% | -10% | 9% | 13% | -2% | 19% | 25% | -4% | 0% | 14% |
Miniere (indice Msci Acwi sel gold miners) | ||||||||||
Variazione | -10% | -14% | 60% | 3% | -6% | 46% | 25% | -6% | -8% | 14% |
Moltplicazione | 6 | 1 | 7 | 0 | 4 | 2 | 1 | 2 | 23 | 1 |
Miniere giovani (indice Market Vec. JR gold miners) * | ||||||||||
Variazione | -21% | -19% | 75% | 6% | -11% | 42% | 31% | -21% | -14% | 9% |
Moltiplicazione | 12 | 2 | 8 | 0 | 7 | 2 | 1 | 5 | 39 | 1 |
NB Moltiplicazione: quante volte ha moltiplicato nell’anno la variazione dell’oro? (tiene conto anche dei decimali che abbiamo arrotondato) (*) sono piccole società di estrazione, talora nelle fasi iniziali del processo di esplorazione e ,quindi, più sensibili al prezzo dell’oro. |
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