Nucleare triplicato da qui al 2050?

Quasi un decimo dell’elettricità prodotta a livello mondiale deriva dall’atomo e ci sono 439 reattori operativi e 66 in costruzione.
Quasi un decimo dell’elettricità prodotta a livello mondiale deriva dall’atomo e ci sono 439 reattori operativi e 66 in costruzione.
A margine del CERAWeek 2025 di Houston, evento con diversi attori globali del settore energetico, un gruppo di 140 aziende attive nel nucleare più alcuni grossi player dei mercati mondiali attivi in altri settori (Google, Amazon, Meta…) e diverse banche, hanno portato avanti una dichiarazione volta al sostegno del nucleare per triplicare (come minimo) la capacità produttiva da qui al 2050. Ora è chiaro che le dichiarazioni spesso a livello strettamente pratico lasciano il tempo che trovano, ma è comunque un ulteriore segno della rinnovata attenzione verso l’atomo. E un orizzonte temporale di 25 anni è più che sufficiente per ogni impresa (tra il lancio del primo missile balistico V2 tedesco e lo sbarco dell’uomo sulla luna passarono giusto 25 anni). In più c’è anche il ritorno in auge del nucleare per scopi militari. Dopo la marina della Corea del Nord perfino quella italiana (è notizia di questi giorni) sta pensando ai sommergibili nucleari (il vantaggio è che possono stare in immersione molto a lungo).
Sempre in Italia il governo si sta muovendo verso il ritorno del nucleare per usi civili e ha appena approvato in via preliminare il disegno di legge per reintrodurre il nucleare in Italia di cui vi avevamo parlato tempo fa. Certo poi potrebbe finire ancora con un referendum abrogativo, ma anche se l’opinione pubblica italiana dovesse bocciare per una terza volta il nucleare, non sarebbe la fine nel resto del mondo, visto che chi vi ha rinunciato (come la Germania) sembra essersi pentito dell’impennata dei costi energetici. Il risultato è che, piaccia o non piaccia, è molto probabile che con questa tecnologia si debba fare i conti in futuro. Inevitabile, quindi, la conferma del consiglio acquista su un prodotto dedicato proprio al settore nucleare: VanEck Uranium and Nuclear Technologies (26,72 euro al 12 marzo; Isin IE000M7V94E1).
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