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L’oro sta risalendo: ecco che fare

Data di pubblicazione  07 settembre 2012
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Il prezzo dell’oro si è riportato sui 1.700 dollari l’oncia, valori che non si vedevano da inizio marzo 2012.
· Come mai l’oro scendeva nei mesi scorsi mentre le Borse perdevano terreno, e rialza la testa proprio ora che i listini azionari rimbalzano sulla speranza di un allentamento delle tensioni in Europa? Il motivo va cercato nel riemergere di una storica correlazione che vede l’oro tanto più indebolirsi quanto più il biglietto verde, considerato bene rifugio alternativo, si rafforza rispetto ad altre valute.
· Il grafico “Dollaro e oro allo specchio” mostra chiaramente questo fenomeno: la risalita della linea in grassetto, che rappresenta l’oro, registrata nelle ultime settimane, corrisponde alla discesa di quella sottile, che rappresenta la forza del dollaro rispetto all’euro.
DOLLARO E ORO ALLO SPECCHIO


Nel corso del 2012 è possibile riscontrare una correlazione inversa tra dollaro e oro: più si rafforza il primo, più il secondo tende a indebolirsi.

 
Doppio test grafico: mantenere
· È il momento di tornare a comprare? Vediamo subito cosa ci suggerisce l’analisi tecnica grafica.
· Come vedete nel grafico “L’oro a un passo dal canale”, il prezzo del metallo giallo è ormai vicinissimo a rientrare in quel “tubo” (sono le linee parallele inclinate verso l’alto) in cui storicamente si è mosso dal settembre del 2008. Il primo test cruciale sarà a quota 1.740 dollari: l’oro potrebbe “sbattere” contro il canale e non riuscire a rientrarci e tornare giù fino a 1.560 dollari (-8,5% dai prezzi di oggi).
· Se, invece, riuscisse a rientrarci, l’oro potrebbe trovare comunque un nuovo ostacolo. Il secondo test sarà, infatti, a quota 1.770 dollari (circa +4% rispetto al prezzo di oggi): il “soffitto” di un nuovo canale orizzontale (sono le linee di peso intermedio) che sembra essersi definito nel corso dell’ultimo anno. Il prezzo dell’oro potrebbe sbattere contro tale “soffitto” e tornare giù nuovamente fino a 1.560 dollari. Solo se l’ostacolo 1.770 dollari dovesse essere superato allora il prezzo potrebbe involarsi oltre quota 1.900 dollari.
· L’analisi tecnica grafica ci segnala, quindi, diversi rischi di un ripiegamento. Per questo preferiamo al momento essere prudenti e non consigliarvi l’acquisto di oro. Inoltre ci porta a esser cauti anche il fatto che la crescita di Cina e India stia rallentando. I due Paesi sono alla base della domanda mondiale di oro fisico e il fatto che nel secondo trimestre del 2012 abbiano ridotto i loro acquisti di metallo giallo non è un buon segnale.
· Il consiglio è di mantenere, ma non incrementate l’investimento in oro fatto attraverso l’Etfs gold bullion securities (130,5 euro; sui massimi storici).
 
L’ORO A UN PASSO DAL CANALE
Il prezzo dell’oro (linea sottile) potrebbe rientrare nello storico canale ascendente (linee in grassetto). Anche se dovesse farcela, potrebbe, però, incontrare un nuovo ostacolo a quota 1.770 (linee di peso intermedio). Mantenere.
 
Great Basin Gold e l’oro che non c’è
· Molto meno brillante è stato l’andamento dei titoli legati alle miniere d’oro. L’aumento dei costi di produzione, unito alla debolezza dei prezzi dell’oro registrata per buona parte dell’anno, sta pesando sui profitti delle società minerarie. Inoltre, i loro titoli, risentono anche della generale debolezza delle Borse: per questo la scommessa sul settore non è andata a buon fine. Dal primo consiglio (vedi Soldi Sette n° 905 d’inizio novembre 2010) l’Etf Market vectors jr gold miners (22,78 dollari) ha ceduto circa il 26% (in dollari e dividendi inclusi). Gli speculatori possono mantenerlo, puntando su un rimbalzo dell’oro a breve.
· Peggio è andata la Great Basin Gold (0,25 dollari): rispetto alla prima scommessa (sempre Soldi Sette n° 905) il calo del titolo è di circa il 90%. Come segnalato nel corso del tempo (vedi Soldi Sette n° 935, 949, 957) purtroppo la scommessa sui livelli di produzione di oro non è andata a buon fine e anche quella sul fatto che il tempo potesse giocare a favore della società è andata male.
· Nell’ultimo trimestre la situazione è ulteriormente peggiorata: l’amministratore delegato, nei confronti del quale avevamo espresso scarsa fiducia (vedi analisi Soldi Sette n° 974), è stato costretto a dimettersi dopo che la miniera d’oro in Sudafrica ha prodotto meno della metà dell’oro preventivato. In netto ritardo sulla tabella di marcia, la società è ora in crisi di liquidità e sta cercando un accordo con i creditori per la ridefinizione del debito.
· Inoltre, sta valutando la cessione di alcune attività (proprio la miniera in Sudafrica?) o la fusione con un’altra piccola società estrattiva (già accaduto in passato per altre compagnie). Il rischio di fallimento è ora elevato: secondo noi bisognerebbe uscire dall’investimento e vendere il titolo. La vendita la consigliamo anche allo speculatore più spregiudicato che scommette sull’eventualità di una fusione o di un acquisto della società da parte di un concorrente. Questa scommessa include il rischio di ritrovarsi in mano azioni di una società fallita: oltre alla perdita, potrebbe essere molto difficile, se non impossibile, liberarsene.