News Materie prime

Prezzi dei box: la discesa è finita?

Data di pubblicazione  07 luglio 2014
Tempo di lettura: ##TIME## minuti

condividi questo articolo

Rispetto a sei mesi fa la convenienza degli investimenti alternativi al box è calata. La situazione difficile del mercato auto pone, però, un’ipoteca sull’andamento dei prezzi in futuro.
L’ultimo dato pubblicato dall’Istat dice che la crisi degli immobili in Italia non è terminata: nel 4° trimestre del 2013 il livello di compravendite è calato dell’8,1% rispetto allo stesso periodo del 2012, quando era già in calo del 25,7% rispetto al 2011. L’intero 2013 ha visto un numero di compravendite intorno alle 585.000, poco più della metà degli scambi del 2006. Sempre secondo l’Istat la stima preliminare dell’indice dei prezzi delle abitazioni mostra nel primo trimestre un calo del 4,6% sul primo trimestre del 2013. Sono colpite più le abitazioni esistenti (-5,3%) che quelle nuove (-2,6%). La crisi è evidente anche dai comunicati di una delle principali società che si occupa della compravendita di immobili: Tecnocasa. Questa ha, infatti, rilevato dati pesanti per il 2013: i prezzi sono calati dell’8,9%, a fronte di una retribuzione media cresciuta dell’1,4%. Il significato è che nel 2013 il costo di una casa era pari a 6 anni di stipendio (6,4 nel 2012 e 7,2 nel 2003). Sulla base di questi dati Roma si è confermata la città più cara con 9,8 anni, seguita da Milano con 8,1 anni, mentre Torino con i suoi 4,6 anni e Genova e Bari (4,5 anni entrambe) si situavano nella parte bassa della classifica della convenienza guidata da Verona (4,1 anni) e da Palermo, dove bastano solo 3,7 anni di stipendio per comprarsi una casa. Questo dato è assolutamente coerente con quanto fotografato dall’Indice Altroconsumo Finanza sulla voglia degli italiani di investire in immobili, che, come ti abbiamo detto qualche settimana fa, è calato a quota 100 (né pessimismo, né entusiasmo), ben sotto la media storica e in fondo a un processo di calo che dura da diversi anni (vedi grafico per la storia completa).
 
Calano anche i box
In Altroconsumo Finanza n° 1051 avevamo affrontato il tema investimenti in immobili e avevamo preso come punto di riferimento il box auto perché ha un “taglio” di investimento più popolare rispetto a un appartamento e perché offre meno problemi nel caso occorra sfrattare un condomino insolvente. Il risultato di quella indagine era stato pieno di ombre. In molte delle città esaminate il box risultava caro come investimento e si rendeva necessaria molta selettività nelle scelte. I dati pubblicati da Tecnocasa danno in un certo senso ragione a quella analisi: nel secondo semestre 2013 i box hanno perso mediamente un altro 4,1% in termini di prezzo e un 3,4% in termini di canone di locazione. La domanda è risultata in calo per via della crisi economica che spinge la gente a rinviare l’acquisto di un box o il suo affitto per metterci l’auto. Tuttavia gli investimenti non sono mai un discorso a sé, ma sono spesso questione di alternative. Quali sono le alternative all’acquisto di un box? Tenere i soldi sotto il materasso, spenderli o acquistare qualche cosa che sia buono per il lungo termine. Allora usammo come termine di confronto il BTp trentennale che rendeva il 4,3%. Oggi il BTp che scade nel 2044 rende solo il 3,4% netto a cui va tolto pure lo 0,2% di bollo per il deposito titoli. Siamo ben sotto il dato di allora. E allora preventivammo che in caso di un calo dei tassi molte zone sarebbero diventate corrette e qualcuna addirittura conveniente. Abbiamo deciso allora di rifare la stessa analisi andando a vedere i dati aggiornati sui prezzi dei box (la nostra fonte fu la banca dati dell’Agenzia del Territorio per cui non aspettarti necessariamente di osservare esattamente le stesse variazioni di cui parla Tecnocasa). Ma abbiamo anche tenuto conto del fatto che nel frattempo il fisco ha preso di mira gli immobili più che in passato, si pensi ad esempio alla serie di imposte che va sotto il nome di Iuc (Imu, più Tasi più Tari) e il settore sembra dominato da una incertezza fiscale. I risultati li trovi in tabella. Restano poi sul piatto i grossi problemi del settore, non da ultimo il mercato delle auto che non tira. Le immatricolazioni nel 2013 sono state pur sempre circa la metà di quelle del 2007 dopo una sfilza di cali. Per trovare un anno in cui si siano immatricolate meno auto occorre tornare indietro al… 1978. E in più ci sono nuove forme di uso dell’auto come il car sharing che indeboliscono ancora di più le prospettive del settore. Inoltre, va ricordato che non stiamo parlando di qualcosa di maneggevole come un conto di deposito o un BTp che ti vendi quando vuoi, ma di un investimento che di per sé è di lunga durata.
 
CALA LA VOGLIA DI MATTONE
Questa è la fotografia impietosa offerta dall’Indice Altroconsumo Finanza che fotografa l’interesse degli Italiani per un investimento in immobili e che segna un trend discendente oramai da molti anni. Segno che il mattone non va.
 
 
La morale è, quindi, la stessa che ti abbiamo presentato in Altroconsumo Finanza n° 1051: compra un box auto per investimento solo se il suo prezzo è tale che con l’affitto che incassi, al netto delle tasse che ci paghi e delle spese di compravendita e condominiali che devi sopportare, si ripaga in non più di 10/15 anni. Il che è in linea con il rapporto tra prezzo e utili di molte tra le azioni che ti consigliamo all’acquisto (Axa, Western Union, Sioen, Sainsbury, Teva Pharma, Bp, Chevron, Jinkosolar, National Grid, Agfa Gevaert, Spirit Aerosystem, Xerox, AT&T, Telefonica Brasil, Verizon, Apple, Corning e Csc). Si tratta di un rendimento piuttosto elevato, per nulla comparabile a quello dei BTp. Ricorda che trovi i prezzi della tua zona nella banca dati dell’agenzia del territorio: wwwt.agenziaentrate.gov.it/servizi/Consultazione/ricerca.htm.
 
Prezzi dei box in italia
Città Descrizione Prezzo Valutazione
    min max min max
Milano Centrale/ Turati, Moscova… 2.600 3.700 caro caro
  Semicentrale/ Piemonte… 2.100 2.900 caro caro
  Periferica/ Loreto, Turro… 1.750 2.550 caro caro
Roma Centrale/ Trevi (SS. Apostoli) 5.800 8.000 corretto corretto
  Semicentrale/ Gianicolense 3.200 4.200 corretto corretto
  Periferica/ E.U.R. 3.300 4.300 corretto corretto
Torino Centrale/Roma 3.000 3.500 conven. conven.
  Semicentrale/ Porta Palazzo 2.100 2.500 corretto conven.
  Periferica/ Lingotto 1.500 1.900 corretto conven.
Genova Centrale/ Centro Portoria… 2.800 4.200 corretto corretto
  Semicentrale/ Foce… 2.700 4.000 corretto corretto
  Periferica/ Quarto, Quinto… 2.300 3.400 corretto corretto
Bologna Centrale/ Zamboni… 4.600 7.000 caro caro
  Semicentrale/ Marconi… 3.500 5.000 caro caro
  Periferica/ San Donato 1.600 2.500 caro caro
Padova Centrale/ Carmine … 2.000 2.850 caro caro
  Semicentrale/ Stazione… 1.200 1.650 corretto caro
  Periferica/Ponte di Brenta 650 800 corretto corretto
Trieste Centrale/ Centro storico… 1.900 2.600 corretto conven.
  Semicentrale/ S. Giovanni… 1.400 2.000 corretto corretto
  Periferica/ Barcola, st cost… 1.700 2.300 corretto conven.
Firenze Centrale/ Lungarno 2.600 4.100 caro caro
  Semicentrale/ C. di Marte… 2.000 3.500 caro caro
  Periferica/ Peretola… 1.500 2.400 corretto corretto
Napoli Centrale/ Arenella… 2.600 4.000 caro caro
  Semicentrale/ Sanità… 1.150 1.750 caro caro
  Periferica/ Centro direzion. 1.450 2.200 caro caro
Bari Centrale/ L. Sauro-Spalato... 1.100 1.600 caro caro
  Semicentrale/ Amendola… 1.200 1.700 caro caro
  Periferica/ Fesca-S. Girolam. 950 1.250 caro caro
Palermo Centrale/ R. Margherita… 1.400 1.850 caro corretto
  Semicentrale/ Basile… 940 1.400 caro caro
  Periferica/ Thaon de Revel… 1.100 1.550 caro caro
Cagliari Centrale/ Castello 1.150 1.600 corretto corretto
  Semicentrale/ La Vega… 900 1.300 corretto corretto
Prezzo al metro quadro, valore banca dati dell’agenzia del Territorio al 2° semestre 2013. Il calcolo della valutazione (conveniente/ caro/ corretto) è fatto con la formula seguente: valore di mercato/ (valore annuo netto di locazione/ rendimento netto del BTp) – 1; Per risultati superiori al 20% indichiamo “caro”, per valori inferiori a – 20% indichiamo “conven.”, cioè conveniente, tra -20% e +20%, “corretto”. Al prezzo di acquisto è aggiunto un 10% di tasse, sull’affitto è applicata l’aliquota al 38% e un 1% di addizionali sul 95% dell’imponibile, il 2% di spese di registro e un 4% forfettario di spese annue. Sui BTp è applicata una tassazione del 12,5% più il bollo.