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Blockchain: la rivoluzione è in atto

Data di pubblicazione  04 dicembre 2017
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Siamo solo nella fase iniziale e c’è l’opportunità di fare dei bei soldi, ma è un’avventura piena di rischi!

Perché continuiamo a parlarti di BitCoin e compagnia? Perché siamo di fronte a una rivoluzione tecnologica che potrebbe cambiare il futuro. Però se il salto tecnologico che abbiamo di fronte è evidente, non è altrettanto evidente come si svolgerà e chi ne uscirà vincitore. Ora vediamo alcuni aspetti che toccano te come investitore. Se non sei un esperto di blockchain prima di andare oltre prenditi la briga di leggere il riquadro che segue. Vi faremo costante riferimento nella trattazione successiva. Se però sei già esperto di blockchain e non vuoi perdere tempo, puoi saltarlo a piè pari.

 

La blockchain (catena di blocchi) è una tecnologia informatica che funziona come una sorta di archivio notarile aperto a tutti e distribuito su tantissime sedi. Chiunque può diventarne notaio: basta che abbia in casa un computer abbastanza potente (e se non l’ha può consorziarsi con altri computer). In questo archivio possono essere registrate informazioni di qualsiasi tipo: nel caso delle criptovalute le transazioni passate di ogni criptospicciolo, nel caso degli smart contracts (contratti intelligenti) le regole del contratto. Il lavoro di notaio è remunerato, con una certa quantità di criptovalute. Il bello di questo archivio diffuso è che, a meno di controllare il 51% degli archivi notarili e quindi la loro maggioranza “di voto”, qualsiasi tentativo di frode è messo all’angolo.

Perché si tratta di una cosa rivoluzionaria? Perché i suoi usi sono infiniti in un mondo che va verso l’uso di internet in ogni cosa (es.: il frigo che ti ordina da solo il latte quando finisce). Con la blockchain potresti affittare la tua casa al mare in agosto con uno smart contract: tutte le condizioni del contratto finiscono nella blockchain e ci finisce pure la chiave di casa (un codice elettronico per aprire la porta). Il contratto prevede solo la prima settimana di agosto? Bene, puoi programmarlo in modo che la chiave di casa smetta di funzionare la sera della domenica. Avresti anche potuto collegare la sua attivazione all’avvenuto pagamento o a mille altre cose (ad esempio all’impianto di domotica che stabilisce quanta corrente si può consumare…).

A queste potenzialità infinite si associano, però ancora dei punti dolenti. Il primo è che la blockchain funziona con lentezza (prima che tutti i notai si parlino per darsi il benestare ci vuole tempo). Il secondo è che man mano che la blockchain va di successo in successo sono richiesti computer sempre più potenti (e costosi) e fare il notaio non è detto sia sempre remunerativo. Molti si possono consorziare tra loro, ma se si consorziano tra loro diminuisce il numero delle sedi notarili numero che, come abbiamo visto, è garanzia della sicurezza delle transazioni. Se al limite il 51% dei notai finisse in un unico consorzio notarile il sistema diventerebbe manipolabile e, quindi, non sicuro. È un rischio che c’è e di cui si parla.

 

Bene, ora passiamo a delimitare alcuni dei campi che la tecnologia della blockchain potrebbe toccare, alcuni perché le potenzialità sono infinite.

 

Bitcoin, Ethereum e le loro sorelle

Delle criptovalute ti abbiamo parlato più volte. Le criptovalute come hai visto sono una delle ricompense per l’attività di notaio che richiede una spesa in termini di impianti tecnologici (Pc e memoria dei Pc), ma anche di corrente elettrica consumata. La più famosa è, ovviamente, il BitCoin (10.184 dollari Usa, 9.164 euro) che quota su livelli stratosferici, ma di criptovalute ce ne sono a bizzeffe. Ripple, Litecoin e Dash sono solo alcuni esempi.

 

Un etf sulla sicurezza informatica 

UN ETF SULLA SICUREZZA INFORMATICA

 

L’Etf Ise cyber security GO Ucits (in euro, grassetto, scala sinistra, prezzo tra 8,5 e 10,5) investe nella sicurezza informatica: non è stato influenzato dal BitCoin (in euro, linea sottile, a destra, prezzo tra 700 e… 10.000!).

 

La più importante alternativa è l’Ether, legata agli smart contract, i contratti intelligenti. Ora capita che ogni tanto ci chiedano come investire in criptovalute. Il metodo per comprarle direttamente te lo abbiamo spiegato più volte (vedi AF 1227 e 1254). Qui parliamo, invece, del metodo per acquistarle attraverso un normale prodotto finanziario come l’Etn. A farsene promotrice è la società svedese XBT provider (https://xbtprovider.com/) che ha creato Etn sia sul BitCoin sia sull’Ethereum. Iniziamo dal BitCoin: si tratta di un Etn che investe nel rapporto di cambio tra BitCoin e dollaro Usa. Ha un costo annuo del 2,5%. È quotato al Nasdaq Omx, una Piazza svedese (dall’Italia vi hanno accesso online i clienti di Binck, sennò di norma bisogna andare allo sportello della propria banca e costa di più), ed è disponibile in due versioni, una (446,2 euro, Isin SE0007525332) ha il prezzo nella valuta europea (e ne parliamo nelle pagine dedicate ai bond), l’altra (Isin SE0007126024) ha il prezzo in corone svedesi (attualmente è 446 sek). I prodotti sull’Ethereum sono simili. Costo annuo del 2,5%, puntano sul cambio tra Ether (è il nome della valuta Ethereum) e dollaro Usa. Anche qui c’è quello in euro (38 euro, Isin SE0010296582) e quello in corone (37,92 sek, Isin SE0010296574). Non considerare l’Ethereum come una diversificazione rispetto al BitCoin. Sono “cose” diverse e logicamente una non dovrebbe influenzare l’altra, ma sono entrambe considerate porta d’accesso alle criptovalute e i loro destini potrebbero essere legati. Vale la pena acquistare questi Etn? No. Non escludiamo che la corsa delle criptovalute possa continuare, il momento pare infatti favorevole, ma come abbiamo scritto prima nel riquadro ci sono diversi problemi al riguardo che non sono stati risolti. La tecnologia è giovane e queste valute potrebbero essere surclassate da nuove, e più promettenti, invenzioni. Non sono neppure monete vere e proprie. Vuoi specularci? Non metterci più di quanto giocheresti al gratta e vinci. E, che vada bene o male, non dire che te l’abbiamo consigliata noi. Non è roba da buon padre di famiglia. Abbiamo cercato l’esistenza di altri prodotti simili. Al momento non ne abbiamo trovati: le autorità Usa, Paese dove c’è molta domanda di questi strumenti, finora hanno rifiutato le autorizzazioni. In Canada una società vuole creare un fondo dedicato alle criptovalute (Rivemont Crypto Fund), ma questo prodotto è ancora ai nastri di partenza.

 

Una scommessa recente

Ti abbiamo consigliato Fiserv (130,41 dollari Usa; Isin US3377381088) che si occupa di sistemi informatici per banche e assicurazioni in AF n° 1245.

Non è esattamente un investimento sulla blockchain, ma su chi lavora nello stesso settore e si deve confrontare con la blockchain. Dal nostro consiglio sono uscite due notizie: Fiserv sarà attiva nei pagamenti istantanei online in Europa e la Commercial Bank of Ceylon si servirà delle tecnologie di Fiserv. Nonostante questi annunci il prezzo si è mosso solo di pochi centesimi di dollaro e restano aperte le stesse prospettive di due settimane fa. Quindi possiamo reiterare il consiglio, ma ricorda che è pur sempre una scommessa e, quindi, non è proprio adatta al buon padre di famiglia.

 

Alcuni consigli consolidati

Un elemento importante del futuro della blockchain sarà il progresso nel campo delle memorie dei computer, perché queste tecnologie “mangiano” memoria e hanno bisogno che ci siano sempre più computer collegati. Se davvero cambierà il mondo le società che fanno computer e microchip saranno interessate a questa ondata perché ci sarà bisogno di potenza di calcolo. Un modo per investirci è il nostro consiglio su IBM (154,76 dollari Usa, Isin US4592001014) e Intel (44,68 dollari Usa, Isin US4581401001). È vero che così affronti il tema blockchain per una strada un po’ lunga, ma lo fai anche per la strada meno rischiosa. Il consiglio, infatti, è rischioso come ogni consiglio azionario, ma in questo caso anche il buon padre di famiglia che tenta l’avventura per rendere benestanti i suoi figli può partecipare.

 

Un etf quotato a Piazza affari

A Piazza Affari è quotato un Etf che si chiama Etf Ise cyber security GO Ucits (9,598 euro, Isin IE00BYPLS672; 0,75% il Ter annuo) di cui già ti parlammo in Fondi Comuni n° 222 senza consigliarlo, ma dicendo che l’avremmo tenuto d’occhio. Lo scopo dell’Etf è investire nel settore della sicurezza informatica. Se guardi il grafico il suo andamento non è per nulla collegato a quello del BitCoin, il legame logico è solo attraverso il tema della blockchain e dei problemi informatici che essa pone. Anzi, questo Etf potrebbe essere più che altro connesso ai fallimenti della blockchain. Spieghiamoci meglio, il grande successo dell’idea stessa della blockchain sta nel suo individualismo anarchico: permette di delocalizzare i notai del mondo riducendo il ruolo di chi fa oggi da intermediario. Se ad un certo punto non ci fossero abbastanza notai (e se cala il valore delle criptovalute è una possibilità reale) il sistema potrebbe non reggere. L’esigenza a cui fa fronte, però, resta in vita e la sua soluzione è un tema su cui le società della sicurezza informatica sono in pole position. Di fatto è se si dovesse rivelare necessaria una alternativa alle criptovalute questo settore potrebbe muoversi in senso contrario come fosse una specie di short.

Per ora non comprare questo Etf, ma annotati il suo nome. Se vuoi fare una scommessa sul settore ricorda che in AF 1245 ti abbiamo consigliato l’israeliana Check Point (103,32 dollari Usa; Isin IL0010824113) che crea strumenti contro attacchi hacker e ha recentemente puntato il dito sull’uso fraudolento dei computer altrui nel lavoro di mining di criptovalute. Da allora il suo prezzo non si è mosso molto. La scommessa resta.