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Albemarle: -25% nel 2018

Albemarle

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Data di pubblicazione 09 marzo 2018
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Albemarle

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Albermale estrae e vende il litio, la materia prima essenziale per le batterie che fanno funzionare le auto elettriche. Per il momento la scommessa sul titolo non sta andando bene. Vediamo quali sono i motivi e se c’è da scappare.

Ti abbiamo suggerito una scommessa sulle Albemarle (99,28 Usd; Isin US0126531013) per la prima volta nel luglio scorso (vedi Altroconsumo Finanza n° 1231). Da allora il titolo registra un calo del 15% (-21% circa in euro e dividendi inclusi). Il consiglio, da luglio in avanti, è stato reiterato in altre occasioni: alla peggio perdi il 28% (-31% in euro e dividendi inclusi; acquisto il 13/10/2017, vedi Altroconsumo Finanza n° 1240), alla meglio perdi il 14% (15% in euro e dividendi inclusi; acquisto il 19 gennaio 2018, vedi Altroconsumo Finanza n° 1254). Questi risultati in rosso si sono materializzati nel corso delle ultime settimane: il titolo ha toccato i massimi storici lo scorso novembre e fino a metà gennaio viaggiava su valori non distanti da quei massimi. Che è successo?

 

la società è in salute…

Le difficoltà non riguardano la società di per sé: gli ultimi dati trimestrali del 2017 mostrano che Albemarle è in salute e in crescita. I ricavi del quarto trimestre 2017, per esempio, sono aumentati del 23% rispetto al quarto trimestre del 2016 – è il tasso di crescita più elevato registrato in tutti i trimestri del 2017. Inoltre, l’utile trimestrale, escludendo le componenti straordinarie, si è attestato a 1,34 dollari per azione, sopra le attese medie del mercato (1,21 dollari). Infine, la società resta finanziariamente solida – i debiti sono la metà dei mezzi propri aziendali, per altre società del settore sono mediamente pari ai mezzi propri – tanto che ha deciso di alzare il dividendo trimestrale di quasi il 5% (da 0,32 a 0,335 dollari lordi per azione). Perché allora l’azione crolla?

 

… ma forse non lo è il mercato in cui opera

Perché il mercato ha improvvisamente iniziato a temere che i prezzi del litio possano dimezzarsi nel giro di poco tempo – la casa d’affari Morgan Stanley ha previsto un calo del 45% da qui al 2021. Siccome Albermarle vende litio, se i prezzi della materia crollano la società rischia di registrare minori ricavi e minori utili in futuro. La soluzione per contrastare questa potenziale contrazione dei conti sarebbe quella di vendere più litio (a un prezzo più basso), ma questo potrebbe non bastare: per aumentare le vendite, la società dovrebbe aumentare le estrazioni, rischiando di spingere ulteriormente al ribasso i prezzi della materia prima. Un bel dilemma.

 

Chi ha paura e chi è ottimista

Ma davvero c’è il rischio che i prezzi del litio possano crollare? Ciò che ha fatto scatenare i timori del mercato è stata la risoluzione di una disputa governativa tra il Cile e la più grande industria mineraria di quel Paese: quest’ultima potrà aumentare le estrazioni da 60 a 216 mila tonnellate l’anno nel lago Salar de Atacama. Questo, assieme ad altri progetti di estrazione in giro per il mondo, potrebbe far aumentare l’offerta di litio molto più della domanda: secondo Morgan Stanley il 2018 sarà l’ultimo anno in cui la domanda di litio supera la domanda – secondo le leggi di mercato, questo causa un calo dei prezzi. Ha ragione Morgan Stanley? Altre banche d’affari la pensano diversamente: Ubs, per esempio, ritiene che la domanda di litio sia comunque destinata almeno a triplicare nei prossimi anni, riuscendo a compensare l’aumento delle estrazioni e determinando una progressiva crescita (nel lungo periodo) dei prezzi di questa materia prima.

 

i termini della scommessa

Noi, per ora, siamo ancora sul fronte ottimista: diversi tecnici del settore ritengono che la maggiore produzione cilena arriverà sul mercato, al meglio, solo nel 2020. Inoltre, la lotta alle emissioni inquinanti si fa sempre più forte: è notizia recente che un Tribunale tedesco ha autorizzato le città teutoniche a mettere completamente al bando le vetture a gasolio per ridurre l’inquinamento. Insomma, spazio per vincere la scommessa ce n’è ancora. Resta comunque il fatto che prevedere le oscillazioni delle materie prime è compito difficilissimo – per tutti, anche anche per chi con quelle materie prime ci lavora ogni giorno – e questo rappresenta il rischio della tua scommessa. Morale: se compri le Albemarle, lo fai perché scommetti sul progressivo successo delle auto elettriche, che dovrebbe sostenere la domanda di litio a livello mondiale. Rischi di perdere denaro se il prezzo del litio continua a calare: questo può accadere perché effettivamente le previsioni sulle vendite di auto elettriche si rivelano infondate e non tali da assorbire le maggiori estrazioni di litio o perché arriva un’altra tecnologia che soppianta le batterie al litio nel motore delle auto elettriche. Alla luce di questi rischi, dedica alle Albemarle solo una piccola fetta del tuo patrimonio – il 5% al massimo. Inoltre, ricorda che di per sé le azioni sono care – il rendimento da dividendo è di poco inferiore all’1,4% annuo lordo (2,4% medio per il resto delle azioni mondiali) e il rapporto tra prezzo e valore contabile è pari a circa 3 (2,2 per il resto delle azioni mondiali) – quindi se sei un buon padre di famiglia non devi avere le Albemarle in mano. n

 

 

E le Umicore?

Per puntare sul successo delle auto elettriche, su Altroconsumo Finanza n° 1238 ti abbiamo suggerito anche le azioni Umicore (44,8 euro; Isin BE0974320526). Il bilancio è totalmente diverso da quello di Albemarle: dal primo consiglio di settembre guadagni il 28%. Il consiglio è stato reiterato più volte da settembre e visto che il titolo è salito tanto, il guadagno man mano si riduce: alla peggio, comunque, guadagni il 5% (se hai acquistato il 19/1/2018; vedi Altroconsumo Finanza n° 1254). Come mai in questo caso si è sempre in attivo e con le Albemarle sempre in negativo? Perché Umicore estrae e vende soprattutto cobalto: una materia prima fondamentale per le batterie elettriche, ma più rara del litio – la notizia che Apple si sia messa a cercare contatti con diversi produttori per assicurarsi scorte di cobalto ha contribuito a far salire i prezzi di questa materia prima. Inoltre, Umicore si occupa anche di smaltire e riciclare batterie esauste – un’attività meno legata agli alti e bassi dei prezzi delle materie prime. In ogni caso, i rischi che abbiamo visto per Albemarle ci sono anche per Umicore: alcune società stanno avviando progetti per aumentare le estrazioni di cobalto, fatto che potrebbe pesare in futuro sui suoi prezzi. Sono progetti difficili da realizzare, quindi una scommessa sulle Umicore si può ancora fare, ma solo per chi ha pelo sullo stomaco (massimo 5% del portafoglio).