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Investire sull’economia circolare

Data di pubblicazione  27 aprile 2018
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L’economia circolare si fonda sull’idea che i rifiuti vadano trasformati in risorse. Ripensare così produzioni e consumi potrebbe portare all’economia mondiale vantaggi per quasi 4.000 miliardi di euro entro il 2030. Ci sono società in Borsa che applicano questi modelli su cui scommettere?

Darling ingredients (17,4 Usd; Isin US2372661015)

Pensa alla tua bistecca: sai che circa il 60% del processo di macellazione va a finire in rifiuto? Uno spreco incredibile che nel processo di decomposizione aumenta la produzione di gas serra nell’atmosfera. Darling Ingredients lavora con gli allevatori per far sì che tutti questi scarti, solitamente inutilizzati, trovino nuova vita, come nuovi componenti alimentari (gelatine, emulsionanti…) e come biocarburanti. In dieci anni i ricavi della società sono quasi sestuplicati e gli utili (elementi straordinari esclusi) sono raddoppiati (il 2017 ha deluso il mercato). La crescita più limitata degli utili rispetto al fatturato è legata al fatto che la società ha investito tanto negli anni (generando più costi), riuscendo però a riportare il debito su livelli non distanti da quelli di altre società del settore (0,76 il suo rapporto debiti/ mezzi propri contro lo 0,6 medio del settore). Questo potrebbe aprire la porta a una futura distribuzione dei dividendi (al momento non ce ne sono). Se compri il titolo scommetti che gli utili raddoppieranno da qui al 2020.

 

Johnson controls (34,34 Usd; Isin IE00BY7QL619)

Come nasce e muore una batteria per la tua auto? Si comprano piombo, rame, zinco, cadmio e altre materie prime, si crea la batteria, la si mette nell’auto. Una volta esaurita, la si butta. Così per ogni batteria, aumentando il consumo di materie prime e l’inquinamento ambientale. La Johnson Controls, invece, progetta e produce batterie per auto che possono essere riciclate al 99%. Una volta esaurita, la batteria non si butta, ma viene riportata nei centri autorizzati della società che provvederà a riutilizzare i materiali per la produzione di altre batterie. Negli ultimi anni l’80% delle batterie vendute dalla società conteneva già materiale riciclato, a tutto vantaggio delle risorse del nostro Pianeta. Nei soli ultimi tre anni, i ricavi della società sono triplicati e gli utili raddoppiati. Tanto in valore assoluto, ma non tanto quanto il mercato si aspettava, che ha punito il titolo in Borsa. Oggi quest’ultimo ha indicatori di convenienza interessanti – per esempio il rapporto tra prezzo di Borsa e utili attesi da parte della società è di 12 contro il 15 del resto delle azioni mondiali e il 17 di quelle americane in particolare (è come il prezzo al chilo delle mele, più è basso meglio è; vedi tabella Le società dell’economia circolare: spunti di valutazione) – e può valere una scommessa. Occhio che è una società che risente degli alti e bassi dell’economia globale. Se la compri scommetti che nei prossimi anni l’economia mondiale continui a trottare come adesso – una guerra commerciale a suoni di dazi potrebbe frenarla. Attenzione: la società pubblica i conti il 1° maggio a ridosso della chiusura di questo numero. Il titolo potrebbe oscillare parecchio rispetto al prezzo qui indicato.

 

Le società dell’economia circolare: spunti di valutazione

Società

Rendimento da dividendo

Rapporto tra prezzo e utili

Rapporto tra prezzo e valore contabile

Risultato in Borsa ultimi 12 mesi

Risultato in Borsa ultimi 3 anni

Darling Ingredients

0%

22

1,2

+18%

+42%

Johnson Controls

3,1%

12

1,4

-18%

-2%

Steelcase

4%

14

1,8

-15%

-18%

Per confronto

Azioni mondiali

2,4%

15

2,1

+15%

+14%

Azioni americane

1,9%

17

3,2

+24%

+32%

 

Steelcase (13,9 Usd; Isin US8581552036)

L’economia circolare si basa su tre “R”: ridurre (gli imballaggi, gli sprechi di materie prime…), riusare (in modo da allungare la vita utile di un prodotto), riciclare (gli scarti diventano ulteriori materie prime per la costruzione di altro). Queste tre “R” sono applicate da Steelcase nella progettazione degli ambienti per uffici (pannelli separatori, scrivanie, armadi…). Solo negli ultimi anni la società ha permesso ai suoi clienti di ottenere risparmi per circa 3,5 miliardi di euro tramite il riutilizzo di alcuni elementi d’arredo. La società è sana, poco indebitata e il buon dividendo sembra, dunque, sicuro (vedi tabella Le società dell’economia circolare: spunti di valutazione). Nonostante la collaborazione con colossi sensibili ai temi dell’economia circolare (Microsoft, per esempio), gli utili, però, stentano a decollare e il lancio di una serie di nuovi prodotti dovrebbe cominciare a dare frutti solo tra circa un paio di anni. Compri le azioni scommettendo che effettivamente si possa registrare una crescita a due cifre degli utili del gruppo già tra un paio d’anni: i rischi dell’investimento sono legati a un rallentamento dell’economia americana (dove la società realizza circa tre quarti dei risultati), magari per la guerra commerciale a suon di dazi.

E le società italiane?

Sono solo due le società italiane inserite nell’indice CE100 della fondazione Ellen MacArthur, la più longeva organizzazione al mondo attiva nella promozione della transizione di consumi e produzioni verso l’economia circolare. La prima è l’utility emiliano-romagnola Hera (3,07 euro), che trae circa il 25% del suo utile industriale dal trattamento dei rifiuti. Tra le attività legate all’economia circolare, il recupero del rifiuto organico attraverso “biodigestori” per la produzione di energia elettrica rinnovabile, l’ingresso nel settore del riciclo della plastica e il varo di un progetto per la creazione di prodotti artistici a base di rifiuti. Gli indicatori di convenienza del titolo sono allineati a quelli di altre società del settore che già seguiamo e non consideriamo convenienti – per esempio, il rapporto prezzo/utile atteso è pari a 18 per Hera contro i 15,6 per Iren (2,49 euro, mantieni; è un'altra utility emiliana). Non acquistare. La seconda è Intesa Sanpaolo (3,17 euro), impegnata con la fondazione a sostenere progetti volti alla transizione verso l’economia circolare, a livello di piccole e medie imprese e istituzionale. È un’attività marginale per la banca: anche se l’azione è conveniente, non vale la pena acquistarla per una scommessa sul successo dell’economia circolare.