Negli ultimi anni ti abbiamo sempre consigliato di tenere fino al 5% dei tuoi risparmi investiti in oro. A dicembre 2019 (vedi Altroconsumo Finanza n° 1345) ti abbiamo consigliato di portare questa percentuale fino al 10%. È stato un consiglio che fin qui si è rivelato buono: nel corso di questi primi due mesi del 2020 il prezzo dell’oro è salito di un altro 12% e ha chiuso ieri a 1.648 dollari l’oncia, valore che non si vedeva da anni.
La paura spinge i prezzi dell’oro
L’oro è il classico “bene rifugio”, un’ancora di salvezza quando le cose cominciano ad andare male. In particolare, l’oro tende a salire quando le Borse tremano. E questo è stato proprio quello che è successo: non c’è solo il calo medio di quasi l’8% registrato dai listini azionari nel corso di questi primi due mesi del 2020, ma la paura che con la diffusione del virus in altri Paesi occidentali le Borse possano continuare a scendere. Non per nulla già nei primi giorni di febbraio le scommesse sul rialzo del prezzo dell’oro da parte dei signori del risparmio gestito (fondi comuni, Etf…) erano aumentate del 4% mentre le scommesse sul suo ribasso si erano contratte di ben il 18%. A spingere l’oro anche la mancanza di alternative: con le Borse che scendono e i rendimenti dei titoli di Stato sempre più bassi su che cosa investire se non in oro? Per tutte le suddette ragioni, anche se qualcuno sul mercato negli ultimissimi giorni ha portato a casa un po’ di guadagni (verosimilmente per chiudere i bilanci mensili in attivo) avere un po’ di oro in portafoglio è una scelta saggia, soprattutto se il numero di contagi nel mondo Occidentale dovesse continuare ad aumentare, alimentando il timore di ulteriori cali delle Borse. Ti consigliamo di acquistarne per una quantità pari al 10% del tuo patrimonio. Ricorda che ci sono anche dei rischi: se le Banche centrali decidono di intervenire con un “doping” straordinario di liquidità, le Borse potrebbero riprendersi e il tuo investimento in oro potrebbe alla fine anche perdere valore.
Come comprare oro
Il mezzo più semplice e conveniente per comprare oro è tramite l’acquisto dell’Etfs gold bullion securities (140,75 euro; Isin GB00B00FHZ82). Lo preferiamo rispetto ad altri prodotti simili per tre motivi. Primo: i tuoi soldi vengono investiti in veri lingotti d’oro, custoditi nei caveau della banca inglese Hsbc. Secondo: è l’unico che ti permette, al momento della vendita, di avere indietro, se lo vuoi, delle vere monete d’oro certificate dalla zecca britannica invece che del controvalore in contanti. Certo, le condizioni poste per ricevere le monete invece che il contante la rendono un’opzione poco interessante – devi firmare un marea di carte (in inglese), pagare commissioni salate del 3,5% e puoi fare la richiesta solo da circa 15.000 euro investiti nell’Etfs in su – ma è comunque un’opportunità in più. Terzo: come vedi nel grafico Ti seguo come un’ombra non solo questo Etfs segue bene l’andamento del prezzo dell’oro in euro, ma si comporta in modo di fatto identico ai prodotti simili con spese di gestione più basse (e che però non ti danno la possibilità di avere indietro vere monete d’oro). Insomma, questo Etfs è stato il primo a sbarcare sul mercato, si è sempre ben comportato: non vediamo motivi, per ora, per non continuare a suggerirlo.
Ti seguo come un’ombra
La linea in grassetto rappresenta l’andamento dell’Etfs gold bullion consigliato, quella di peso intermedio rappresenta l’andamento del prezzo dell’oro in euro, quella sottile rappresenta l’andamento dell’Etc che investe in oro fisico con le commissioni di gestione più basse sul mercato. Come puoi notare le tre linee praticamente si soprappongono e sono alla fine quasi indistinguibili. Segno che l’Etfs consigliato fa comunque bene il suo lavoro.
Il prodotto alternativo considerato nel grafico è l’Etc Invesco physical gold (145,74 euro; Isin IE00B579F325). Non lo consigliamo.
Il possibile rivale
Un concorrente, però, potrebbe sbarcare presto sul mercato italiano. Si tratta dell’Etc Royal Mint physical gold, al momento di andare in stampa quotato solo sulla Borsa di Londra (1.298,5 pence; Isin XS2115336336). Ha le stesse caratteristiche dell’Etfs che ti consigliamo – investe i soldi in veri lingotti, hai la possibilità di chiedere indietro vero oro invece che contanti… – ma con due caratteristiche che potrebbero renderlo più interessante. Primo: ha costi di gestione più bassi. Lo 0,22% contro lo 0,4%. Come visto nel grafico Ti seguo come un’ombra parliamo di pochissima roba, nemmeno un 1% di rendimento in più su tre anni, ma comunque è da tener presente. Secondo e ben più rilevante: sarebbe il primo prodotto del genere che non fa custodire il tuo oro a una banca, ma li affida direttamente alla Zecca britannica nei suoi caveau in Galles. È un aspetto che renderebbe il prodotto ancora più sicuro dell’Etfs consigliato e che potrebbe farti affrontare con più serenità scenari (remoti) di crisi profonde per tutto il settore bancario internazionale. Per ora non lo comprare sulla Borsa di Londra. Aspettiamo che arrivi a Piazza Affari per tenerlo un po’ d’occhio prima di consigliarlo.
Il prezzo dell’oro è normalmente espresso in dollari Usa e in once troy – 1 oncia troy corrisponde a circa 31 grammi di oro.
Nel corso del 2020 i rendimenti dei titoli di Stato americani con scadenza tra 7 e 10 anni si sono ridotti di ben il 27%.
L’oro deve essere considerato un investimento “extra” rispetto al portafoglio che trovi suggerito su www.altroconsumo.it/
finanza/portafogli. È come un’assicurazione per proteggerlo.
L’Etfs è quotato su Piazza Affari. Lo puoi comprare tramite la tua stessa banca. Le commissioni d’acquisto saranno le stesse che ti applica la banca quando compri azioni italiane – in genere è lo 0,2% se fai l’acquisto via internet, lo 0,7% se lo fai allo sportello.
Se proprio temi lo scenario di un collasso del sistema finanziario, l’unica alternativa è quella di comprare monete o lingotti “fisici” dagli enti autorizzati in Italia. Si tratta di un’alternativa non solo meno comoda, ma anche meno conveniente e più rischiosa (te li devi tenere in casa se non vuoi comprare una cassetta di sicurezza). Ne abbiamo parlato diffusamente su Altroconsumo Finanza n° 1345 e 1346.