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Vita senza tasse?

Polizza vita

Polizza vita

Data di pubblicazione 04 maggio 2020
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Polizza vita

Polizza vita

Cerco di gestire al meglio i risparmi di mia madre che ha 85 anni. La maggior parte dei suoi soldi sono in conti deposito o conti correnti. Cerco un'alternativa per evitare una patrimoniale: cosa ne dite delle polizze vita?

Sulle polizze vita una patrimoniale c’è già

Ci dispiace deludere le tue aspettative, ma, purtroppo, sulle polizze vita, anche se non su tutte, la patrimoniale la paghi già. Come? Sotto forma di imposta di bollo, che è pari allo 0,2% calcolato sul valore dell’investimento al 31 dicembre di ogni anno. Dal pagamento di questo bollo sono esentate però le polizze che fanno parte del cosiddetto “ramo I”, cioè quelle stipulate sulla durata della vita umana, vedi a lato, e tutte quelle polizze stipulate prima del 31/12/2000. Ma altre polizze, come quelle il cui andamento dipende, per esempio, all’andamento di certi indici finanziari, come le index linked e quelle che di frequente ti propongono in banca come investimento, il bollo lo pagano. Nel caso di una patrimoniale futura, oggi non abbiamo nessun elemento che ci permetta di escludere che venga fatto, per esempio, un ritocco al rialzo della percentuale del bollo di legge. Non solo: paghi, sulle eventuali plusvalenze ottenute dal tuo investimento, il 26% per la parte non investita in titoli di Stato. E anche qui non c’è nessuna certezza che, in futuro, questa percentuale non possa essere ritoccata al rialzo.

Come si classificano le assicurazioni

Le assicurazioni si dividono in due grandi classi, il ramo danni e il ramo vita. Nel ramo danni rientrano le polizze che risarciscono in caso di danni materiali e fisici, riguardanti beni personali, patrimonio, persona. Nel ramo vita sono invece comprese le polizze che garantiscono un capitale ai beneficiari indicati nel contratto di assicurazione, nel momento in cui si verifica l’evento indicato nella polizza. A propria volta, le polizze vita si suddividono ulteriormente in altri sei rami. Tra questi, i più diffusi sono i prodotti appartenenti al ramo i, quelli sulla durata della vita umana, la forma di assicurazione più tradizionale, al ramo iii, che comprende assicurazioni finanziarie, strettamente collegate a investimenti come unit e index linked, e al ramo v, che comprende le polizze a capitalizzazione e liquidazione di un capitale a scadenza.

Non paghi tasse di successione, ma… 

… la probabilità che tu debba pagarle, in futuro, sono davvero basse. L’esenzione dal pagamento delle tasse di successione è uno dei cavalli di battaglia di chi vende le polizze vita. Però, secondo l’attuale normativa, se sei un erede di primo grado, come nel tuo caso, le paghi da un milione di euro in su. Certo, anche in questo caso non abbiamo alcun elemento per escludere che in futuro non verranno cambiate a tuo sfavore. Allo stato attuale dell’arte, anche se ereditassi un patrimonio superiore a un milione di euro, pagheresti il 4% sulla quota eccedente il milione di euro. Vale quindi la pena accollarsi i costi che le polizze vita prevedono per evitare questa tassa? Facciamo un esempio qui di seguito.

Oltre all’esenzione dalle tasse di successione, uno degli argomenti “forti” su cui si basa la pubblicità delle polizze vita riguarda l’impignorabilità. In pratica, ti vengono vendute dicendoti che in caso di guai finanziari il fisco non le aggredirà. Questo è vero finché la polizza non viene rimborsata: a quel punto il denaro finisce sul tuo conto corrente e il fisco può pretendere la sua parte.

Le polizze vita sono piene di costi

Te ne abbiamo parlato spesso: le polizze vita sono piene di costi, che a volte nemmeno ti accorgi di pagare. Possiamo avere costi di ingresso e costi di uscita, in percentuale variabile o fissa, altri costi fissi, legati all’emissione del contratto, alla gestione degli investimenti sottostanti alla polizza, costi di switch, applicati ogni volta in cui decidi di cambiare linea, e così via. Non solo: lo sai che se metti 100 euro in una polizza vita, può anche darsi che nella gestione separata o nel prodotto sottostante ce ne arrivino solo 96? Il 4 che resta se lo è mangiato in caricamenti l’assicurazione. In conclusione: l’eventualità che i costi siano più alti delle eventuali tasse di successione non è così remota. Facciamo un esempio e immaginiamo che tu investa 50.000 euro in una polizza vita. Con caricamenti al 4%, verranno investiti solo (50.000-4%) = 48.000 euro. Poi ci sono i costi di ingresso, immaginiamo 100 euro sul versamento, sono altri soldi che se ne vanno. E le commissioni di gestione? Certo che le avrai. Se fossero l’1% annuo, ammonterebbero a quasi 500 euro. E questi sono solo alcuni dei costi che gravano su una polizza vita. Sono già 2.600 euro di costi, senza fare nulla il primo anno.

Sottoscrivo o no?

Secondo noi, una polizza vita non è il miglior prodotto per soddisfare le esigenze di investimento tue e soprattutto di tua mamma, e non solo per i numerosi costi. Se a te serve la certezza di poter riavere indietro tutto il capitale investito e, magari, di averlo a disposizione in caso di necessità in tempi brevi, è sempre meglio il conto deposito. Con l’assicurazione queste certezze non le hai: come detto prima, quello che investi effettivamente è comunque meno di quello che versi, e se segui le indicazioni della compagnia per massimizzare i guadagni – o minimizzare le perdite – devi tenere il prodotto per diversi anni, forse troppi, per le tue necessità. Oppure, magari in abbinamento a un conto deposito, dipende dalla cifra che devi investire, puoi anche pensare ai Bund e agli OaT, alle condizioni illustrate la scorsa settimana in AF n° 1364. Li devi comprare per mettere al sicuro i tuoi risparmi, consapevole però dei rendimenti nulli o addirittura “sottozero” di alcuni bond.

Di conti deposito te le consigliamo tanti, sia a pagina 13, sia nel sito, nella sezione conti deposito. Se vuoi essere certo di poter riavere indietro il tuo denaro in ogni momento, scegli un conto libero, o, in alternativa, un vincolato che ti permetta di svincolare in anticipo senza penali.

Incubo tasse di successione

Come ricordato nel testo qui sopra, se gli eredi sono coniuge e/o figli, fino a 1 milione di euro non paghi tasse di successione. Sotto questa soglia non si pagano su ogni tipo di strumento finanziario in cui tu decida di investire. Se, però, il tuo scopo è investire in prodotti per loro natura esenti da tasse di successione, devi sapere che non solo le polizze assicurative, ma anche i titoli di stato della zona euro sono esenti dal pagamento, come btp, bund e oat. Attenzione: in questo periodo non consigliamo di investire in titoli di stato italiani.