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La febbre dell’oro

Analisi

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Data di pubblicazione 01 marzo 2021
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Il prezzo dell’oro non sta brillando, ma investirci è ancora una buona scelta. Ecco quali sono i modi migliori per farlo.

Un momento no

Il prezzo dell’oro viaggia a 1.727 dollari l’oncia, un prezzo inferiore di circa il 16% rispetto ai massimi storici dell’agosto scorso e del 9% rispetto a inizio 2021. Perché questa discesa? Primo. Le Borse stanno andando bene: dall’agosto scorso, a livello mondiale, sono salite, in media, di circa il 18% e da inizio 2021 hanno guadagnato il 2%. L’oro è considerato un bene da comprare quando le Borse vanno male, e se queste salgono l’oro è meno interessante. Secondo: i rendimenti dei bond stanno salendo. Negli Usa, per esempio, quelli dei titoli con scadenza compresa tra 7 e 10 anni sono mediamente passati dallo 0,9% di fine 2020 all’1,43% attuale.

L’oro non paga né interessi, né dividendi: per questo, quando i rendimenti dei bond salgono, l’oro tende a soffrire. Terzo: dopo una lunga agonia, il dollaro Usa in questo avvio del 2021 si è un pochino rafforzato nei confronti delle altre valute. Anche questo è un male: il dollaro Usa è un “bene rifugio” alternativo all’oro, quindi se il dollaro sale, l’oro può soffrire. 

I rendimenti dei bond americani con scadenza compresa tra 7 e 10 anni viaggiavano, nell’agosto scorso, intorno allo 0,6% annuo.

Rispetto all’euro, il dollaro Usa si è apprezzato nel 2021 dell’1,2% (da agosto 2020, però, risulta ancora svalutato del 2,2%).

La tua assicurazione

Ma allora perché si dovrebbe comprare oro? Primo: come detto su AF n° 1402, le Borse sono “dopate” dalle Banche centrali e i prezzi di diverse azioni sopravvalutano le reali prospettive reddituali. Al primo intoppo – la diffusione più rapida delle varianti del coronavirus, l’economia che non riparte, le Banche centrali che riducono gli aiuti… – le Borse rischiano un tracollo. In questo caso il prezzo dell’oro dovrebbe salire, offrendoti protezione da quei cali. Secondo: come detto su AF n° 1403, nonostante le rassicurazioni dei vertici della Banca centrale americana, permane il timore di un rialzo dell’inflazione. Se quest’ultima dovesse iniziare a correre, il prezzo dell’oro, considerato una tutela contro il carovita, dovrebbe salire. Per questi motivi continuiamo a consigliarti di investire il 10% del tuo patrimonio in oro. Fai molta attenzione: è come un’assicurazione. Se le Borse continuano a salire o se l’inflazione non si rialza, l’oro rischia un ulteriore calo di circa il 17%, magari temporaneo, ma il rischio c’è. 

Per la prima volta dopo anni, nel corso del 2020 le Banche centrali hanno venduto più oro di quanto ne abbiano comprato (hanno ridotto gli acquisti del 60% rispetto al 2019). Anche la domanda di oro per gioielleria ha risentito della crisi ed è scesa del 17% rispetto al 2019. In pratica gli acquisti sono arrivati principalmente dai grandi signori della finanza, preoccupati dal rischio del calo delle Borse.

Come comprare oro: un nuovo consiglio

Fino a oggi per investire in oro ti abbiamo consigliato sempre l’Etfs gold bullion securities (132,88 euro; Isin GB00B00FHZ82) quotato a Piazza Affari. In questi giorni, però, il prodotto ha perso una delle caratteristiche che lo rendeva per noi la miglior scelta: la possibilità di richiedere indietro il controvalore del tuo investimento in vere monete d’oro da farti inviare a casa – da indiscrezioni, il contratto l’ha rotto la controparte, la Zecca britannica, che verosimilmente è interessata a “spingere” il suo Etc (vedi a fianco). Venuta meno questa sicurezza in più, il prodotto è del tutto comparabile con altri presenti sul mercato, non vale più la pena spendere un po’ di più per averlo. Per questo consigliamo ora l’Etc Invesco physical gold (137,90 euro; Isin IE00B579F325). Come l’Etfs gold bullion securities investe in veri lingotti d’oro (custoditi presso la banca JP Morgan Chase), è quotato a Piazza Affari e ha il prospetto verificato da un ente irlandese – non devi inserire nulla in dichiarazione dei redditi. Rispetto al gold bullion securities, l’Invesco ha costi di gestione inferiori – lo 0,15% all’anno contro lo 0,4% del gold bullion securities; sono i più bassi sul mercato – ed è anche più scambiato – riduci il costo occulto dello spread denaro-lettera. Se finora non hai mai acquistato oro, scegli Invesco physical gold. E se hai l’Etfs gold bullion? Il prodotto resta buono, lo potrai vendere tranquillamente in Borsa e non dovrai inserirlo in dichiarazione. Fai conto che ogni anno ci rimetti lo 0,25% rispetto all’Invesco. Non è tanto, dopo 4 anni, se l’Invesco ha guadagnato il 10%, il gold bullion ha guadagnato il 9%, l’1% di differenza ogni 4 anni. Valuta cosa fare in base alle commissioni di compravendita: se vendendo l’Etfs gold bullion securities e comprando l’Invesco se ne va già, per esempio, il 7% in commissioni, tanto vale tenersi l’Etfs gold bullion. Se la banca ti applica commissioni di compravendita contenute, come lo 0,2% a operazione, vendi l’Etfs gold bullion securities e compra l’Invesco.

L’unico altro Etc a Milano che ti permette di chiedere il rimborso del tuo investimento in monete o lingotti d’oro da farti inviare a casa è il Royal mint physical gold (14,212 euro; Isin XS2115336336). Costa poco, lo 0,22% annuo, non devi dichiarare nulla e i lingotti sono custoditi presso la Zecca britannica e non nei caveau di una banca. Peccato, però, che il prodotto sia molto poco scambiato – nessuna compravendita in alcuni giorni. Inoltre, ricorda che la procedura per chiedere le monete è complessa – devi passare attraverso la tua banca per le dichiarazioni antiriciclaggio – e costosa – solo la richiesta costa 600 euro, più un ricarico di circa il 6% che viene applicato sul prezzo delle monete. 

Comprarsi direttamente le monete? è costoso

Ma se uno volesse comprarsi direttamente le monete d’oro da tenere a casa? Prima di farlo devi aver presente delle cose importanti. Primo: devi andare dai rivenditori autorizzati (qui a fianco trovi come riconoscerli).

Secondo: ti costerà molto. Di solito il ricarico è di circa il 6% sul controvalore dell’oro, ma si può arrivare anche al 10%. Questo ricarico ce lo avrai anche al momento della vendita (ovvero ti sarà sottratto dal controvalore che dovresti incassare). Le commissioni bancarie per comprare l’Etc sono in genere molto più basse (via internet anche lo 0,2%). Terzo: ti dovrai occupare tu di tutta la fiscalità al momento della vendita e inserire i proventi in dichiarazione dei redditi. A questo, poi, aggiungici il costo di una cassettina di sicurezza dove conservare le monete e il rischio di furto. Insomma, per un puro investimento finanziario comprare l’Etc è molto più comodo e conveniente. A meno che tu non tema un tracollo del sistema finanziario, con la sospensione dei servizi bancari, l’Etc è la miglior scelta.

La lista dei rivenditori d’oro autorizzati la trovi sul sito internet della Banca d’Italia all’indirizzo https://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/intermediari/op-oro/index.html e poi cliccando in basso su “consultazione elenco”.

E il conto lingotto?

Il conto lingotto non è un conto corrente: è una piattaforma che ti permette di comprare oro stando a casa. Lo compri da Confinvest, uno degli operatori autorizzati più importanti in Italia. Confinvest lo custodirà per te in sue cassette di sicurezza presso banche italiane (non sono precisate quali) e poi quando vorrai te lo spedirà a casa in forma di lingotti (altrimenti glielo potrai rivendere e Confinvest ti accrediterà il controvalore). Puoi comprare da 1 grammo d’oro in su e farti spedire lingotti da 2 grammi in su. Sembra bello, ma costa. Primo: i prezzi dell’oro sono quelli praticati da Confinvest. Stando alle quotazioni giornaliere pubblicate dalla società sul suo sito, potrebbero esserci ricarichi del 6%. Secondo: il servizio di per sé ha dei costi. Per ogni acquisto d’oro paghi una commissione fissa di 2,47 euro a cui si sommano altri 0,272 euro per grammo e una commissione fino al 3,9% del prezzo dell’oro. Comprare un’oncia d’oro (circa 31 grammi) ti costa al minimo 10,93 euro, ma sulla carta il costo può arrivare, ai prezzi attuali dell’oro, a circa 66: oscillano tra lo 0,76% e il 4,6% del valore di un’oncia d’oro. Se compri 10 quote di Etc Invesco (circa un’oncia d’oro) spendi circa 3 euro di commissioni (con le piattaforme di trading più diffuse è all’incirca lo 0,2% medio). Non solo, il servizio di custodia di conto lingotto costa lo 0,5% annuo, un deposito titoli in banca di solito non costa nulla e il bollo sugli investimenti è dello 0,2% annuo. Tutta la fiscalità, con conto lingotto, resta a tuo carico (dovrai fare la dichiarazione dei redditi). Non ci sembra granché.

L’aspetto più interessante di conto lingotto è che puoi programmare ordini d’acquisto automatici anche per piccoli importi: per esempio, 100 euro d’oro ogni mese (gli acquisti avvengono in genere l’ottavo giorno del mese). Il prezzo a cui compri è quello ufficiale di mercato (e non quello di Confinvest), ma i costi commissionali sono gli stessi indicati qui sopra, quindi tra 3 e 6,6 euro su circa 100 euro – per l’Etc spendi al minimo 2 euro. Anche i costi di deposito sono gli stessi. Ricorda, inoltre, che quando richiedi il lingotto indietro dovrai pagare spese per la sua produzione tra 20 e 45 euro (a seconda della grammatura) e poi spese di spedizione di 10 o di 50 euro (se sopra i 100 grammi).

Comprarsi azioni della Confinvest?

Visto i ricarichi che praticano, non conviene comprarsi azioni di questi rivenditori autorizzati d’oro? Le azioni Confinvest (4,035 euro) sono quotate a Piazza Affari e, negli ultimi due anni, i conti della società sono andati benissimo: nel 2019 ricavi sono saliti dell’85% e gli utili si sono decuplicati, mentre nel 2020, difficile per tante società, Confinvest ha visto i ricavi salire del 50% e gli utili del 34%. Ci sono tre cose che non ci rassicurano. Prima. È vero che i ricavi del 2020 sono saliti del 50%, ma nella prima metà del 2020 il loro progresso era di oltre il 100%: è bastato che nel secondo semestre la corsa dell’oro rallentasse, affinché i conti della società ne risentissero in modo marcato. Non è vero che il “banco vince sempre”: se l’oro non dovesse rialzare la testa i conti della società potrebbero soffrire. Seconda. Il mercato sta già ampiamente scontando solidità e prospettive del gruppo. Per esempio, il rapporto prezzo/valore contabile – quanto resta della società se si vendono tutte le attività e si pagano tutti i debiti ai valori di bilancio; è come il prezzo al chilo delle mele, più è alto più sono care – è di 4 per Confinvest contro un valore di 1,3 per la media delle azioni italiane. Terza: le azioni sono poco scambiate. Ci sono in media solo 15 scambi al giorno per un controvalore totale di circa 50.000 euro: bastano pochi ordini in acquisto o in vendita per determinare brusche oscillazioni del titolo indipendenti dalle reali prospettive. Sconsigliamo l’acquisto di queste azioni. 

Le Confinvest non valgono nemmeno una scommessa sul fatto che possano essere “amplificatori” del prezzo dell’oro, quindi offrire rendimenti più interessanti di quelli del metallo giallo, e “opposte” alla Borsa – quindi, azioni che salgono quando Piazza Affari scende. Da inizio luglio a fine ottobre 2020 il prezzo dell’oro è salito del 7%, Piazza Affari ha perso l’8% e le Confinvest sono calate del 20%.