Gli italiani sono ovunque, nel 2021 risultavano iscritti all’AIRE (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero) ben 5,8 milioni di persone, anche in luoghi davvero sperduti (7 italiani all’isola di Sant’Elena, 5 alle Falkland). I motivi che li hanno condotti a emigrare sono ovviamente svariati (famiglia, lavoro, studio…) ma negli ultimi anni sono cresciute le fila di chi sceglie di metter su casa e vivere in un Paese straniero perché costa meno. Le opportunità di farlo sono state ampliate dalle possibilità di fare smart working, ma sono tradizionalmente consentite da due fattori: essere pensionati, oppure vivere di rendita (grazie agli investimenti finanziari, o grazie agli affitti ricavati da uno o più immobili in Italia). Iniziamo questa settimana una rassegna dei principali luoghi di migrazione per vedere se davvero conviene. Il Portogallo, dove sono residenti circa 20.000 italiani, è il primo della serie.
La grande attrattiva fiscale non è per tutti
Del Portogallo si parla soprattutto per via dei ponti d’oro offerti ai pensionati. È previsto infatti un programma speciale per i cosiddetti residenti non abituali che, per i primi 10 anni di residenza, hanno diritto a una tassazione agevolata che, nel caso dei pensionati, è pari al 10% della pensione. L’aliquota sale, invece, al 20% dei redditi per dipendenti e autonomi i cui redditi derivano da attività ad alto valore aggiunto, altra categoria di lavoratori a cui il Portogallo fa ponti d’oro. Attenzione, però, che gli accordi attuali tra Italia e Portogallo prevedono che le pensioni di ex dipendenti pubblici (ex Inpdap) siano tassate in Italia, per cui questo vantaggio viene meno (vedi n° 1234). E senza questo vantaggio la tassazione ordinaria in Portogallo è alquanto simile alla nostra. Non è detto, poi, che queste misure siano confermate anche in futuro, perché l’arrivo di gente ricca dall’estero rende più costosa la vita per molti abitati del Paese.
Per saperne di più sulla normativa clicca qui (è disponibile anche in francese e portoghese).
E, infatti, il costo della vita è un punto di attrazione (lo vedremo in particolare per alcune altre mete ambite). Com’è in Portogallo? Le statistiche europee sono ferme al 2021, prima della grande fiammata di inflazione (i dati nuovi usciranno a giugno), ma ci possono già dire molto e, come vedi, il Portogallo non è necessariamente meno caro dell’Italia, anzi, siamo nella media di un +10%/-10% per la maggior parte dei prodotti.
Quanto costano in più o in meno in portogallo rispetto all’Italia | |||
Mezzi di trasporto personali | +4,8% | Vestiti | -3,2% |
Servizi di trasporto | -6,6% | Scarpe | +16,5% |
Comunicazioni | +34,0% | Energia | -10,7% |
Ristoranti e hotel | -29,4% | Arredamento | -13,4% |
Cibo e bevande non alcoliche | -4,1% | Apparecchi per la casa | +8,4% |
Alcolici e tabacco | +5,3% | Elettronica di consumo | +8,6% |
Le informazioni in tabella sono una nostra rielaborazione sulla base dei dati fornita dallo studio di Eurostat Comparative price levels of consumer goods and services. |
Com’è il sistema sanitario?
Insieme al clima che aiuta a capire i costi del riscaldamento, un altro elemento importante per capire i costi impliciti di vivere in un Paese è la qualità del suo sistema sanitario. Il servizio sanitario portoghese è di tipo universale e copre tutti i residenti e coesiste con schemi assicurativi settoriali e privati. Prevede, però, un contributo pubblico inferiore alle medie europee per effetto dei tagli che si sono resi necessari negli anni della crisi del debito europeo. Quanto alla sua cosiddetta efficacia, siamo sopra le medie europee, ma sotto i livelli italiani se guardiamo a due indicatori come la mortalità prevenibile (le morti che posono essere evitate principalmente attraverso interventi di sanità pubblica e di prevenzione primaria) e la mortalità curabile (le morti che possono essere principalmente evitate attraverso interventi di assistenza sanitaria, compresi lo screening e il trattamento) riferiti alla mortalità sotto i 75 anni. Il valore della mortalità prevenibile è 138 su 100.000 per il Portogallo (104 Italia, 160 media UE), mentre quello della mortalità curabile è 83 su 100.000 (65 Italia, 92 media UE). Insomma bene, ma forse non quanto in Italia.
I dati sulla sanità sono ripresi da uno studio della commissione europea (in inglese) che puoi consultare se vuoi approfondire la qualità del sistema sanitario portoghese e che trovi qui.
Il clima è un elemento importante per valutare un Paese (pensa solo ai risparmi in termini di riscaldamento). La temperatura media di gennaio è di circa 9 gradi (5 la minima, 13 la massima) con variabilità tra le varie zone: a Faro abbiamo 11 di media, a Lisbona 12, a Braganza, nell’interno, 6. Sul sito della Banca mondiale trovi tutti i dati storici e per le altre zone.
Il problema del costo della casa
L’attrattiva del Portogallo sembra soprattutto legata ai possibili vantaggi fiscali, in quanto il costo della vita non sembra essere particolarmente più basso rispetto all’Italia, tanto più che i prezzi delle case nelle zone più interessanti non sono diversi da quelli che abbiamo in Italia. Infatti il boom di acquisti dall’estero ha recentemente drogato il mercato immobiliare, per cui a Lisbona si arriva a pagare tranquillamente 5.000 euro al metro quadro (3.400 nell’area metropolitana) e a Porto si superano i 3.000 euro, mentre a Faro siamo sui 2.500 euro. Insomma, il mito portoghese per certi versi resiste, ma ultimamente risulta alquanto ammaccato.
Per i prezzi delle case abbiamo usato questo sito dove si spiega la metodologia di calcolo usata.
Abbiamo analizzato il trasferimento in Portogallo nel n° 1234, ma negli oltre 5 anni passati da allora la situazione è per certi versi cambiata, come hai visto in questo articolo. Inoltre, allora i redditi dei pensionati erano esenti, ora sono tassati - poco, ma tassati.