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Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali: anche tu puoi contribuire. Ecco come.
3 mesi fa - giovedì 13 ottobre 2022
Disastri naturali: un problema ambientale, sociale ed economico
Come ogni anno, il 13 ottobre si celebra la Giornata Internazionale per la Riduzione dei Disastri Naturali, una ricorrenza istituita dall’Onu con la quale si vuole ricordare come sia fondamentale l’impegno delle persone e delle comunità per ridurre la loro esposizione ai disastri naturali, diffondendo consapevolezza sull’importanza di contenere tali rischi e soprattutto ricordando che l’uomo è la causa di questi disastri.
Infatti, tra i più importanti fattori scatenanti i disastri naturali c’è l’attività dell’uomo e il suo impatto sul cambiamento climatico. Quest’ultimo rende le calamità naturali più frequenti, più intense e più diffuse rispetto agli anni passati. I disastri naturali sono una sfida da affrontare perché hanno impatti negativi su una serie di soggetti. Prima di tutto colpisce le persone, che vedono le loro vite, i loro averi colpiti da questi eventi. Ma la calamità naturale ha anche impatti sociali. Una volta colpite, le persone si trovano ad affrontare difficoltà, umane ed economiche, e spesso quelle più in difficoltà, perché hanno meno risorse, sono le fasce di reddito più basse o i Paesi più poveri.
In generale, i cambiamenti climatici hanno anche impatti sull’economia, i danni provocati sono un costo da sostenere. È per questo che bisogna lottare contro i disastri naturali, lavorando sia sulla causa – il cambiamento climatico – sia sugli effetti, con strumenti, infrastrutture, che difendono dai disastri naturali.
COME DARE IL CONTRIBUTO CON I TUOI INVESTIMENTI
Il proprio contributo può essere dato in molti modi. Nella veste di consumatori modificando le proprie abitudini di consumo, nella veste di risparmiatori scegliendo investimenti coerenti e che puntino su società che sono in grado di ridurre l’impatto sul clima e l’ambiente. Puoi allora scegliere se puntare sulla difesa del clima e dell’ambiente, con il fondo NN (L) Climate & Environment X Cap EUR (1758,4 euro; Isin LU0332194157) oppure con l’Etf Amundi Msci world clim tran ctb (333,13 euro; Isin LU1602144229), che va a scegliere i titoli in base alle opportunità e ai rischi associati alla transizione climatica per soddisfare i requisiti minimi della certificazione EU Climate Transition Benchmark.
Visto poi che il cambiamento climatico dipende dalle emissioni – più aumentano, più le temperature salgono e maggiori sono i cambiamenti climatici, una strategia coerente è anche quella di puntare su società che hanno come obiettivo quelle di ridurre le emissioni: per fare questo puoi usare l’Etf Ubs Msci World Soc Resp Ucits Etf A-Dis (106,37 euro; Isin LU0629459743). Se poi vuoi investire puntando sulle obbligazioni, hai a disposizione l’Etf Lyxor Corporate Green Bond (DR) UCITS Acc (8,68 euro; Isin LU2370241684) sulle obbligazioni verdi oppure l’Etf Amundi iCPR Euro Corp Climate Paris Aligned Pab (463,045 euro; Isin LU2300295396), che investe su obbligazioni societarie in euro con una politica di gestione allineata all’Accordo di Parigi, e in questo caso rispetto un altro benchmark climatico designato per centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi (contenere il rialzo delle temperature sotto i 2 gradi, con o sforzo di limitarsi ad +1,5 gradi).