Svizzera: investi su una solidità indiscussa

La Svizzera rappresenta un'oasi di pace per gli investitori
La Svizzera rappresenta un'oasi di pace per gli investitori
Indubbiamente la guerra in Ucraina, l'impennata dei prezzi delle materie prime e le forti pressioni inflazionistiche che minacciano la crescita mondiale non sono buone notizie neppure per la Svizzera, che però ne esce meno penalizzata rispetto al resto d'Europa.
Il commercio elvetico con la Russia e l’Ucraina è trascurabile: rappresenta meno dell'1% del totale. Le aziende svizzere esportano in tutto il mondo, e soprattutto in molti Paesi poco colpiti dalla guerra in Ucraina come gli Stati Uniti, la Cina e l’India, che rappresentano rispettivamente il loro 1°, 3° e 4° cliente.
Negli ultimi mesi le vendite svizzere all'estero hanno raggiunto i loro massimi storici. L'impennata dei prezzi dell'energia ha avuto, inoltre, solo un impatto limitato sulle sue importazioni. L'intensità energetica della Svizzera - ovvero il consumo totale di energia diviso per il PIL – è in effetti bassa, significativamente inferiore a quella dell'Unione europea (Ue). Le energie rinnovabili, principalmente idroelettriche, rappresentano, inoltre, il 76% della sua produzione di energia elettrica e il nucleare il 20%, mentre i combustibili fossili forniscono solo il 2% del fabbisogno elettrico del Paese. Nel complesso, quindi, l'economia svizzera risente poco delle tensioni sul mercato energetico.
Il franco svizzero come baluardo
Tradizionalmente le autorità monetarie svizzere fanno di tutto per evitare un eccessivo apprezzamento della loro valuta, tanto che dal 6 settembre 2011 al 15 gennaio 2015 avevano addirittura stabilito un tetto massimo di 1,20 franchi per 1 euro. E la Banca centrale svizzera aveva venduto massicciamente franchi pur di impedirne un apprezzamento superiore. Né l'abbandono, a sorpresa, di questa politica ha messo fine ai suoi interventi sui mercati dei cambi. Invece di imporre un tetto che veniva regolarmente attaccato dagli speculatori, negli ultimi anni le autorità svizzere hanno consentito al franco di fluttuare intorno a 1,10 franchi per 1 euro, evitandone comunque un apprezzamento eccessivo.
E lo scorso 16 giugno, la Banca centrale elvetica ha sorpreso i mercati aumentando i propri tassi ufficiali per la prima volta dal 2007, portandoli da -0,75% a -0,25%; un rialzo di questa portata non si vedeva da 22 anni. Per settembre è stato, inoltre, annunciato un nuovo giro di vite e la fine dei tassi di interesse negativi; tutte manovre destinate, ovviamente, a sostenere il franco svizzero.
Questa svolta di 180° da parte delle autorità monetarie svizzere si spiega con il contesto internazionale fortemente inflazionistico: una valuta forte mitiga, in effetti, l'aumento dei prezzi delle materie prime importate e aiuta a contenere l'inflazione.
Inflazione contenuta, crescita salvaguardata
A giugno l'inflazione svizzera ha raggiunto il livello più alto dal 1993. Ma al 3,4% rimane contenuta rispetto a quella della zona euro (8,6%) e degli Usa (9,1%).
Di conseguenza, i consumi elvetici non sono minacciati dall'aumento dei prezzi, ma anzi sono sostenuti dal miglioramento della situazione sul mercato del lavoro (più occupazione) e dal calo dell'elevato tasso di risparmio. Inoltre, l'impennata dei prezzi dell'energia ha un impatto minore sulle famiglie svizzere perché la quota del loro budget dedicata all'energia è due volte più bassa rispetto a quella delle famiglie dell'Ue.
In breve, l'attività economica svizzera continuerà a espandersi nei prossimi mesi e prevediamo una crescita del PIL di circa il 2% per tutto il 2022. Tuttavia il prossimo anno anche quest’economia risentirà dell’atteso rallentamento economico dei suoi principali partner commerciali. Grazie al buon andamento della domanda interna, la crescita resterà, tuttavia, a un livello vicino all'1%.
Una Borsa difensiva
Come tutti i mercati azionari del mondo, negli ultimi mesi la Borsa svizzera ha registrato alti e bassi. Nel complesso, comunque, ha limitato i danni e registrato un calo relativamente limitato su un anno, grazie alla natura difensiva della maggior parte delle società quotate sulla Borsa di Zurigo, con il settore sanitario che ne rappresenta il 38% e i beni di consumo (come il cibo) il 25%. Rispondendo a esigenze quotidiane, le vendite delle imprese attive in questi settori accusano infatti meno i cambiamenti della situazione economica; il che spiega perché il mercato azionario svizzero ha la volatilità più bassa tra quelli presenti nelle nostre strategie di portafoglio; una caratteristica particolarmente utile per ridurre il rischio complessivo di un portafoglio in questo momento di grande incertezza. Senza contare che il continuo apprezzamento del franco svizzero rispetto all'euro rafforza l’atteso rendimento degli attivi svizzeri.
In concreto, le azioni svizzere restano, secondo noi, essenziali in tutte e tre le nostre strategia di portafoglio (con una quota del 5% in tutte e tre). Clicca sul nome del prodotto per trovare la scheda tecnica dei prodotti consigliati: Axa WF Framlington Switzerland. F C (98,09 franchi svizzeri al 27/7; Isin LU0087657408) e Ubs Msci Switzerland 20/35 (25,72 euro, il prezzo di Borsa al 27/7 LU0977261329).
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