Sudafrica: un Paese emergente?

Springbok (Antidorcas marsupialis)
Springbok (Antidorcas marsupialis)
No, secondo noi, non è il caso. Ecco perché.
Il Sudafrica è in difficoltà: dopo che il 2022 si è chiuso con una contrazione dell’attività nel 4° trimestre, il Paese ha vissuto un 1° trimestre 2023 piuttosto difficile. E se è riuscito a riprendersi nel 2° trimestre (crescita economica dell’1,6% su un anno e dello 0,6% rispetto al trimestre precedente) è solo perché i tagli della corrente elettrica, necessari per mantenere a galla un’infrastruttura obsoleta, sono stati, in definitiva, inferiori al previsto, grazie anche all’utilizzo di generatori diesel. Una situazione che ha consentito di riavviare l’attività nell’industria e nel settore minerario, dando un certo impulso all’economia.
Il Paese resta però in crisi e, fondamentalmente, la situazione è cambiata poco. L’uso dei generatori diesel può aiutare, ma è lungi dall’essere la soluzione più economica per produrre elettricità per un Paese di quasi 60 milioni di abitanti. A ciò si aggiunge il fatto che il tasso di disoccupazione sudafricano, al 32,6% della popolazione attiva a giugno, rimane il più alto del G20 (l’Organizzazione dei 20 principali Paesi industrializzati). Questa sottoutilizzazione dell’immensa forza lavoro esistente, combinata con un’infrastruttura obsoleta incapace di far fronte al minimo picco della domanda, rende il Paese improduttivo e incapace di far fronte a momenti di domanda elevata, che, quasi inevitabilmente, si traducono in un’impennata dell’inflazione.
Non sorprende quindi che la Banca centrale sudafricana non si aspetti un vero decollo dell’economia, la cui crescita, intorno allo 0,4% nel 2023, dovrebbe attestarsi a circa all'1% nel 2024 e nel 2025, ossia dovrebbe restare molto fiacca. Le autorità monetarie locali ritengono, però, che, a tali livelli, la crescita economica sarà in linea con il potenziale del Sudafrica! Un’osservazione molto preoccupante per gli investitori che quindi devono domandarsi se un’economia il cui potenziale di crescita supera appena l’1% possa davvero venir considerata un mercato emergente. Ovviamente noi ne dubitano e ciò spiega, in gran parte, il basso livello di valutazione del mercato azionario di Johannesburg, ben al di sotto della media dei mercati emergenti, e la sua scarsa performance dall'inizio dell'anno. E per una buona ragione: lungi dall’essere un Paese emergente, oggi il Sudafrica è semplicemente un Paese che cerca di restare a galla.
Punti di forza
Il Sudafrica dispone, comunque, di alcuni punti di forza che ci fanno sperare che un giorno possa tornare alla ribalta. Innanzitutto la sua ricchezza in materie prime – e in particolare in metalli preziosi – che potrebbe, in circostanze normali, rappresentare la pietra angolare della sua economia. Ma perché ciò avvenga è necessario che siano disponibili le infrastrutture necessarie per il buon funzionamento delle operazioni e per il trasferimento della produzione sui mercati esteri. Sfortunatamente, oggi non è ancora così e non lo sarà tanto presto. D’altro canto, il Paese può essere orgoglioso della qualità di alcune delle sue istituzioni, e in particolare della credibilità della sua Banca centrale che non ha esitato a combattere con decisione l’inflazione. Certo ha un obiettivo di inflazione particolarmente largo (al 4,5%, con una tolleranza dell'1,5%, il che significa che mira a un'inflazione compresa tra il 3% e il 6%), ma fa di tutto per centrarlo, tanto che con la recente salita dei prezzi non ha esitato a spingere i suoi tassi ufficiali all'8,25% (a partire da maggio). In questo modo è riuscita a controllare l’inflazione che, dopo aver raggiunto il picco del 7,6% nell’autunno 2022, ha cominciato a scendere per ritornare intorno al 4,8% in agosto, un livello già vicino all’obiettivo delle autorità monetarie locali.
Nonostante questo relativo successo, la Banca centrale sta attenta a non cantar vittoria. E per una buona ragione: non avendo ritoccato i tassi ufficiali per diversi mesi, vede restringersi il differenziale tra i tassi di interesse del Sudafrica e quelli degli Usa o della zona euro, dove le Banche centrali hanno continuato a rialzarli più a lungo. Una situazione che pesa sul rand sudafricano, che ha perso il 9% da inizio anno nei confronti dell'euro, così come nei confronti del dollaro americano. In questo contesto cresce quindi il rischio di veder aumentare i prezzi dei prodotti importati… e quindi l’inflazione. Infine, per quanto riguarda i punti di forza del Paese, non dobbiamo tralasciare il dinamismo e la flessibilità di alcune sue grandi aziende in settori come la finanza (36% dell’indice MSCI South Africa) o le telecomunicazioni (7%), alcune delle quali non esitano neppure ad espandersi nel continente africano e nel resto del mondo, cercando altrove la crescita che manca al proprio mercato interno. In definitiva, è il loro dinamismo e la loro capacità imprenditoriale che potrebbero portarci un giorno a tornare ad investire sulla Borsa di Johannesburg.
Per ora stanne alla larga
Pur essendo ricco di materie prime, un settore che rappresenta 1/5 dell'indice MSCI South Africa, il Sudafrica dispone anche di istituzioni di buona qualità, che molti Paesi gli invidiano, così come di imprese che osano scommettere su geografie insolite, il che dà loro un profilo diverso da quello di tanti altre. Purtroppo, però, sul fronte del mercato interno, le prospettive restano fosche e, dato il suo potenziale di crescita molto basso - stimato appena all’1,0% dalla stessa Banca centrale - il Sudafrica faticherà ad attrarre gli investitori. Per il momento ti consigliamo quindi di non investire in questo mercato.
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