Aria di recessione sulla Svezia

Storm
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Sul fronte del commercio estero i principali mercati di sbocco delle esportazioni svedesi sono in rallentamento o non vanno bene: l’Eurozona è sull'orlo della recessione, gli Usa cercano di evitarla e la domanda asiatica - quella cinese in particolare - si dimostra meno dinamica che in passato. Anche la domanda interna non lascia ben sperare: nel 2023, come nel 2024, il reddito disponibile delle famiglie svedesi diminuirà, a causa del forte aumento degli interessi da pagare sui prestiti. Inoltre, l’elevata inflazione contribuisce a provocare un crollo del potere d’acquisto delle famiglie. Pochi Paesi sono tanto esposti alle conseguenze dell’aumento dei tassi di interesse come la Svezia. Questo Paese ha, infatti, sia un tasso di indebitamento delle famiglie molto elevato - pari addirittura al 168% del reddito disponibile al 2022 secondo Eurostat - sia una predilezione verso i tassi variabili e di mutui con solo un breve periodo a tasso fisso: questa combinazione di caratteristiche offrono una scarsa protezione alle famiglie in caso di un aumento del costo del denaro in seguito ai rialzi dei tassi d’interesse.
Secondo la Riksbank (la Banca centrale svedese), meno del 10% dei mutui ha attualmente una durata di tasso fisso superiore ai 2 anni. Ora che i tassi di interesse su questi prestiti sono triplicati, passando da meno dell’1,5% di inizio 2022 a quasi il 4,5% di oggi, oltre il 90% delle famiglie svedesi con un mutuo ipotecario sono già esposte a oneri molto elevati da pagare sui prestiti o lo saranno entro 24 mesi.
È alta la percentuale di famiglie svedesi che hanno ancora un mutuo. Un trattamento fiscale favorevole degli interessi pagati sui prestiti coniugato alla normativa vigente che consente di sospendere il rimborso del capitale (pagando solo gli interessi sul debito) non appena il debito residuo risulta la metà del valore dell'immobile sotto ipoteca fa sì che la montagna di debiti che grava sulle famiglie diminuisca molto gradualmente. Quando tutto va bene, questo tipo di prestiti “a solo interesse” sono attraenti perché consentono alle famiglie di limitare la quota del proprio reddito da destinare all’acquisto della propria abitazione e quindi di mantenere un maggior potere d’acquisto. Tuttavia, nello scenario attuale - in cui i tassi di interesse sono triplicati mentre i prezzi degli immobili sono in calo - questi prestiti stanno avendo un impatto notevole sulla capacità di spesa delle famiglie che, di conseguenza, guardano al futuro con meno ottimismo.
Ovviamente, gli investimenti ne soffrono. Basti pensare che nel primo semestre dell’anno le costruzioni di nuove abitazioni sono diminuite del 57% rispetto allo stesso periodo del 2022 e nelle grandi città il calo è stato ancora maggiore (-66% a Stoccolma). Dato che il settore edile rappresenta solo poco più del 5% del PIL, l’impatto è ancora gestibile. Ma questo fenomeno non risparmia neppure i consumi. E il fatto che le famiglie, che hanno acquistato casa negli ultimi anni, vedano diminuire il valore delle loro proprietà e il loro reddito disponibile proprio in un momento in cui l’inflazione elevata erode il loro potere d’acquisto, è una situazione preoccupante che grava sull’economia, spingendola verso la recessione.
Anche se l’inflazione è scesa, allontanandosi dai picchi superiori al 12% toccati a fine 2022 / inizio 2023, si è attestata al 6,5% a settembre, ossia a uno dei livelli più elevati tra le economie industrializzate, e ciò desta a ragione la preoccupazione delle autorità svedesi. La banca centrale, pur avendo alzato i tassi d'interesse portandoli verso il 4% a settembre, non è certa di aver terminato il ciclo di rialzi, ritenendo probabile un ulteriore aumento entro i prossimi 12 mesi e un ritorno ai livelli attuali non prima di due anni. Solo tra tre anni, nell’autunno del 2026, ci si aspettano dei tassi ufficiali un po’ più bassi, intorno al 3,7%.
Considerando che sempre più famiglie svedesi continueranno a essere colpite dal peso del debito le prospettive per la domanda interna non sono entusiasmanti. Solo con le esportazioni l’economia potrà ritrovare un po’ di dinamismo, ma non prima del 2025, e nel frattempo la Svezia rischia di rimanere più indietro rispetto alle altre economie. Proprio partendo da queste considerazioni, su Investi 1532, abbiamo cambiato il nostro consiglio da acquista a non acquistare su tutti i prodotti che investono in questo Paese, a eccezione delle due azioni svedesi del nostro paniere su cui il consiglio non è cambiato e resta mantenere. Continua a seguirci su carta e online per ulteriori aggiornamenti su questo tema.Attendi, stiamo caricando il contenuto