I dati economici che spiazzano la Fed

Stati Uniti
Stati Uniti
La Fed ha intrapreso con entusiasmo il movimento di riduzione dei tassi, ma è rimasta spiazzata dai dati sul mercato del lavoro: con +254.000 posti di lavoro creati, il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1% della popolazione attiva e le retribuzioni orarie sono salite di quasi il 4% in un anno, ossia con una crescita più rapida dell’inflazione. Un maggior numero di famiglie americane ha quindi i mezzi per spendere, oltretutto, con un costo del credito in discesa. Insomma, l’economia americana sembra decisa a non voler saperne di rallentare. Questa situazione aumenta l’incertezza riguardo il futuro della politica monetaria statunitense. Se prima della pubblicazione dei dati sulla disoccupazione gli investitori avevano iniziato a credere in un secondo taglio dei tassi ufficiali dello 0,5% il prossimo 7 novembre, oggi si aspettano che il ribasso sarà “solo” dello 0,25%.
Il dollaro riacquista colore, azioni e bond interessanti
Questi ultimi sviluppi hanno fatto ritrovare un po’ di colore al biglietto verde. Scambiato intorno a 1,12 Usd solo qualche settimana fa, l'euro sta, infatti, scendendo ora intorno a 1,09 Usd, tanto che ai livelli attuali il dollaro si ritrova, secondo noi, sopravvalutato rispetto all’euro. Questo non deve sorprendere: sull’altra sponda dell’Atlantico le attese sono di una crescita continua, grazie alla capacità di innovazione che consente ai colossi americani di dominare i mercati mondiali. In Europa invece, in assenza di riforme strutturali, è difficile che la sola riduzione dei tassi possa risolvere i problemi di (poca) crescita. Il Giappone cerca di rimanere a galla, mentre la Cina sta facendo il possibile per correggere gli errori del passato. Ma in questa fase, nessuna delle principali economie sembra avere le carte in regola per competere con gli Stati Uniti. L’economia americana è quindi sulla strada di una crescita dinamica e la Borsa statunitense è saldamente presente in tutte e tre le nostre strategie di portafoglio. Le obbligazioni in dollari occupano il 15% (di cui il 5% quelle ad alto rendimento) della strategia dinamica e difensiva e il 20% (di cui il 5% ad alto rendimento) di quella equilibrata. Il mercato azionario Usa è al 5% nella strategia difensiva, al 10% in quella equilibrata e al 15% nella dinamica. Per investirci puoi acquistare l’Etf Invesco S&P 500 (1052,76 euro, Isin IE00B3YCGJ38) per la parte azionaria, l’Etf Xtrackers II US Tr. (180,05 euro, Isin LU0429459356) per la parte obbligazionaria e l’Etf iShares $ HY corp bd (88,99 euro, Isin IE00B4PY7Y77) per i bond a alto rendimento. @
Il nome del prossimo presidente conta poco
Donald Trump promette 7,5 miliardi di tagli fiscali per le imprese che producono negli Stati Uniti e l’eliminazione delle tasse sulle prestazioni sociali. Per compensare questi tagli fiscali, punta a aumentare i dazi doganali (dal 10% al 20%). Kamala Harris riprende le ricette di Biden, con 3,5 miliardi di riduzioni delle imposte per le famiglie che guadagnano meno di 400.000 dollari all'anno, mentre nelle sue intenzioni il deficit fiscale deve essere colmato dai più ricchi e dalle imprese, cosa che a Biden non è riuscita: con lui il deficit è esploso a oltre il 7% in media dal 2021.
Attendi, stiamo caricando il contenuto