Europa spiazzata dal ritorno di Trump

Usa-Euro
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Il consumatore americano è uno dei principali motori dell'economia globale. In un momento in cui Europa, Cina e Giappone sono alle prese con una domanda interna fiacca, il mercato americano è importante per i produttori di questi Paesi. Da buon uomo d'affari, Trump intende far pagare il privilegio di accedervi con salati dazi sui prodotti stranieri, soprattutto se in concorrenza con la produzione americana. Coloro che desiderano vendere negli Stati Uniti saranno esortati a stabilirsi lì e a creare posti di lavoro e ricchezza. Chi non lo farà dovrà pagare il conto. I dazi doganali americani deprimeranno la domanda di prodotti europei negli Stati Uniti, in un momento in cui la domanda europea è in declino e i consumatori cinesi stanno abbandonando alcuni prodotti europei come le automobili e i beni di lusso. La Germania, le cui esportazioni nel 2023 pesavano più di un terzo delle esportazioni europee verso i Paesi terzi, l'Italia (quasi il 13%), i Paesi Bassi (12%) e la Francia (11%) potrebbero subire più di altri le conseguenze di nuovi dazi americani. Inoltre, il movimento di deregolamentazione che negli Stati Uniti ha il sostegno del nuovo Presidente è in contrasto con quello che stiamo vivendo in Europa, dove le autorità impongono alle imprese oneri normativi sempre maggiori. L’Europa è di fronte a una grande sfida che potrebbe reindirizzare la sua politica economica e la sua crescita. Riuscirà a coglierla e vincerla?
Verso un credito più costoso del previsto?
Trump vuole combattere l'immigrazione e ridurre la pressione fiscale per rilanciare l'economia: minor manodopera e maggiori consumi possono portare a un aumento dell’inflazione e al rallentamento del taglio dei tassi da parte della Fed (la Banca centrale americana).
In Europa, ci aspettiamo che la Banca centrale (Bce) continui a tagliare i tassi di riferimento. Ma si troverà di fronte a due problemi: da un lato, gli alti rendimenti offerti dagli Stati Uniti faranno competizione ai tassi europei, mantenendoli probabilmente alti. D'altro canto, un differenziale di tassi troppo ampio peserebbe sull'euro, rendendolo debole rispetto al dollaro, con tutti i rischi che ciò comporta in termini di inflazione. La finestra di opportunità di cui gode oggi la Bce per tagliare i tassi di riferimento potrebbe ridursi.
A ciò si aggiunge il fatto che, in termini di bilancio, l'Europa potrebbe dover aumentare la quota destinata alla difesa. Trump non è entusiasta della NATO e la sua priorità è verso l'Asia: gli europei dovranno quindi spendere di più per la propria sicurezza, pena la minaccia di abbandono da parte degli Stati Uniti. In un momento in cui le finanze pubbliche devono essere risanate, i fondi spesi per la difesa saranno soldi sottratti altrove. L'industria statunitense del petrolio e del gas ha festeggiato l'elezione di Trump perché, stando alle promesse, dovrebbe avere carta bianca per produrre quanto vuole. D'altro canto, gli idrocarburi abbondanti e a buon mercato renderanno meno competitive le energie rinnovabili su cui l'Europa sta puntando.
E i miei investimenti allora?
Lo scenario in Europa non è positivo, il recupero di competitività e produttività per tener testa all’alleato americano non è scontato senza riforme e decisioni importanti. Al momento le Borse del vecchio continente restano perciò escluse da tutti e tre i nostri portafogli. Investiamo in Europa sì, ma solo attraverso singoli titoli, come investimento extra portafoglio, che non deve superare il 10% del capitale investito. Per puntare sul nostro continente ti stiamo consigliando di acquistare, solo per citare alcune delle azioni, Italian Sea Group (7,16 euro) e OVS (2,67 euro) quotate a Milano; Air Liquide (159,26 euro), Sanofi (90,87 euro) e Vallourec (16,65 euro) quotate a Parigi; Ahold Delhaize (32,31 euro) e ASML (631,5 euro) sul mercato di Amsterdam. Per vedere l’elenco completo delle azioni europee che consigliamo vai sul nostro sito o cercale nelle tabelle alle pagine 10-12 della rivista.Attendi, stiamo caricando il contenuto