Cambiamenti radicali nella metodologia

Scopri le novità delle nostre strategie di investimento.
Scopri le novità delle nostre strategie di investimento.
Come preannunciato, da questo mese ci sono novità nella metodologia di valutazione dei portafogli. Primo, abbiamo preso atto dell’accresciuta importanza delle azioni Usa, che ormai pesano per i 2/3 circa delle Borse mondiali: ora la quota minima di azioni Usa rimane al 5% per il portafoglio Difensivo, ma sale dal 10% al 15% per l’Equilibrato e dal 15% al 25% per il Dinamico. Secondo, abbiamo “sospeso” dagli elementi che contribuiscono al calcolo dei portafogli la sopra/sottovalutazione delle valute basata sul modello della parità del potere d’acquisto. Con l’elezione di Trump ci avviamo in una stagione in cui l’ipotesi che una valuta sopra o sottovalutata torni in 10 anni a riallinearsi al suo valore corretto non regge in un contesto in cui è salito il rischio di guerre valutarie e di svalutazioni competitive.
Le conseguenze le vedete in tabella. A parte un residuo 5% di bond cinesi nel portafoglio Difensivo, sulla base dei nuovi calcoli gli unici bond in cui investire sono quelli in euro e in dollari Usa. Per questo diciamo addio alle corone norvegesi. Entrano in selezione i bond societari in euro (vedi pagina 23) e crescono i bond in dollari Usa (in un caso anche i bond societari in dollari Usa). I bond in euro calano. L’effetto finale è più bond in portafoglio.
Passano dall’80% all’85% nel Difensivo, dal 50% al 60% nell’Equilibrato e dal 30% al 35% nel Dinamico. Sul fronte delle azioni diamo priorità (salvo poche eccezioni) ai mercati con una crescita interna e poca dipendenza dagli Usa che è passata dall'essere potenzialmente vantaggiosa a rischiosa (anche se potrebbe pagare se i problemi commerciali venissero risolti bene). Pertanto, escono dai nostri Portafogli Tokio, Toronto, Seul, Londra e Zurigo, mentre entrano tre nuovi mercati: Varsavia, Mumbai e Istanbul.
I NOSTRI PORTAFOGLI | |||||||||
Difensivo | Equilibrato | Dinamico | |||||||
Prima | Adesso | Differenza | Prima | Adesso | Differenza | Prima | Adesso | Differenza | |
Obbligazioni in euro | 40% | 25% | -15% | 10% | 5% | -5% | - | - | - |
Obbligazioni societarie in euro | - | 10% | 10% | - | 5% | 5% | - | - | - |
Obbligazioni ad alto rendimento in euro | 5% | 5% | - | 5% | 5% | - | 5% | 5% | - |
Obbligazioni in dollari Usa | 10% | 25% | 15% | 15% | 25% | 10% | 10% | 15% | 5% |
Obbligazioni societarie in dollari Usa | 10% | 10% | - | 10% | 15% | 5% | 10% | 10% | - |
Obbligazioni ad alto rendimento in dollari Usa | 5% | 5% | - | 5% | 5% | - | 5% | 5% | - |
Obbligazioni in corone norvegesi | 5% | - | -5% | 5% | - | -5% | - | - | - |
Obbligazioni cinesi | 5% | 5% | - | - | - | - | - | - | - |
TOTALE OBBLIGAZIONI | 80% | 85% | 5% | 50% | 60% | 10% | 30% | 35% | 5% |
Azioni americane | 5% | 5% | - | 10% | 15% | 5% | 15% | 25% | 10% |
Azioni australiane | - | - | - | - | - | - | 5% | 5% | - |
Azioni brasiliane | - | - | - | - | - | - | 5% | 5% | - |
Azioni canadesi | - | - | - | 5% | - | -5% | 5% | - | -5% |
Azioni cinesi | 5% | 5% | - | 10% | 5% | -5% | 10% | 5% | -5% |
Azioni giapponesi | 5% | - | -5% | 5% | - | -5% | 5% | - | -5% |
Azioni indonesiane | - | - | - | 5% | 5% | - | 5% | 5% | - |
Azioni inglesi | - | - | - | - | - | - | 5% | - | -5% |
Azioni messicane | - | - | - | 5% | 5% | - | 5% | 5% | - |
Azioni sudcoreane | - | - | - | 5% | - | -5% | 5% | - | -5% |
Azioni svizzere | 5% | - | -5% | 5% | - | -5% | 5% | - | -5% |
Azioni turche | - | - | - | - | - | - | - | 5% | 5% |
Azioni indiane | - | - | - | - | 5% | 5% | - | 5% | 5% |
Azioni polacche | - | 5% | 5% | - | 5% | 5% | - | 5% | 5% |
TOTALE AZIONI | 20% | 15% | -5% | 50% | 40% | -10% | 70% | 65% | -5% |
Polonia, un’economia dinamica fiduciosa nel futuro
Nel 2024 l’economia è cresciuta di circa il 3%, e le attese son buone anche per il 2025 e 2026. Bassa disoccupazione, mercato interno dinamico, salari che crescono più dell'inflazione, sono la ricetta che ne sostiene la crescita con guadagni di produttività oltre la media dei Paesi Ocse. A ciò si aggiunge una politica fiscale espansionistica, con un deficit a quasi il 5% del Pil tra il 2022 e il 2024, usata per fare investimenti. Sarà necessario riequilibrare le finanze pubbliche, ma non dovrebbe incidere sulla crescita perché il debito (53,5% del Pil) è sotto i livelli dalla maggior parte dell'Eurozona, dando a Varsavia margini di manovra. In secondo luogo, la Banca centrale polacca, i cui tassi sono al 5,75%, dovrebbe poterli abbassare favorendo l'economia. Con Trump, il commercio mondiale rischia di finire sotto pressione, per cui avere un mercato interno dinamico e poca dipendenza dalle esportazioni evita incertezze. La Borsa di Varsavia ha valutazioni interessanti, il suo rapporto prezzo/utile è prossimo a 10, mentre il rendimento da dividendi è vicino al 6%. Per un confronto, il rapporto prezzo/utile atteso dell'indice Msci dei mercati emergenti nel suo complesso è superiore a 15, con un rendimento da dividendo inferiore al 3%. Il mercato azionario polacco, benché piccolo, è conveniente: la presenza della sua Borsa in un portafoglio ben diversificato offre delle opportunità ed entra in tutti i nostri portafogli. Per investirci c’è solo un Etf, iShares Msci Poland (21,1 euro il prezzo di Borsa al 7/2 su Xetra, dove è quotato; Isin IE00B4M7GH52).
India: la via della crescita è tracciata
Un decennio fa, l’India aveva difficoltà a gestire periodi di crescita. Poi c’è stata l'adozione di una tassa sui beni e servizi che ha sostituito una miriade di imposte locali e ha contribuito a semplificare il sistema fiscale; sono state rimosse molte barriere al commercio e alcune alla proprietà straniera di aziende in molti settori. Si è, così, creato un ambiente più favorevole agli affari e un'economia più stabile, con un’inflazione più bassa, anche in periodi di forte domanda. Nonostante la forte crescita nel 2023 e nel 2024, l'inflazione è scesa al 5%-6% e oggi è al 5,2%. Sebbene ci sia ancora da fare in termini di riforme, i progressi sono innegabili, il Paese sta vivendo la più rapida crescita tra le grandi economie del mondo e i consumatori crescono. L'India è emersa come preferita dagli investitori in cerca di alternative alla Cina, ma le valutazioni sono aumentate, rendendo Mumbai molto più cara di altri mercati comparabili. Diversi fattori contribuiscono, però, oggi a un approccio più favorevole. Primo: quando il commercio mondiale è sotto pressione, l'importanza di un mercato interno dinamico cresce e, dato il profilo demografico, l'India promette bene. Secondo: l'India non è un grande esportatore, per cui ha meno da perdere dal calo del commercio globale. Terzo: è una delle rare potenze a fare affari con l'Occidente pur beneficiando dei vantaggi dell'energia russa a basso costo. Quarto: ci sono misure per attrarre investimenti e trasformare il Paese in una potenza industriale e di servizi. In un momento in cui i costi di produzione in Cina aumentano e le industrie occidentali cercano di diversificare, emerge come alternativa. Le rimesse degli indiani all’estero sono quasi raddoppiate negli ultimi dieci anni (129 miliardi di dollari nel 2024) e questo porta valuta al Paese. Quinto: dopo un lungo periodo di guadagni, le azioni indiane erano circa il 10% sotto i picchi di settembre 2024, pur restano su valori alti. Certo non mancano i rischi. Primo, la riforma del mercato indiano ha ancora molta strada da fare. Secondo, la classe media vede una crescita indebolita e un'inflazione alimentare ancora alta. Terzo, lo spazio per misure fiscali o di bilancio è limitato dall'elevato debito pubblico (circa l'82% del Pil, che è relativamente alto per un mercato emergente). Bilanciando pro e contro, l’India entra nei nostri portafogli Equilibrato e Dinamico. Puoi farlo con un Etf come Xtrackers Msci India (18,98 euro il prezzo di Borsa a Milano al 7/2; Isin LU0514695187) che ha costi particolarmente contenuti.
La Borsa turca solo per chi accetta un po' di rischio
Dopo un periodo di politiche “eterodosse”, la politica monetaria è tornata sulla strada giusta: per frenare l'iperinflazione (85% a ottobre 2022) la Banca centrale ha alzato i tassi dall'8,5% al 50%, e la scelta ha dato frutti. In assenza di elezioni fino al 2028, le Autorità hanno smesso con le spese elettorali e il deficit, al 5% del Pil nel 2023 e nel 2024, ora dovrebbe tornare a circa il 3%. È uno sviluppo accolto con favore dalle agenzie di rating, che lo scorso anno hanno migliorato il rating del Paese ben due volte. Il crollo della lira turca ha fatto poi esplodere le esportazioni, contribuendo a ricostituire le riserve valutarie. La Turchia è tornata alla situazione finanziaria in cui si trovava nel 2021, prima degli sfortunati esperimenti monetari “eterodossi” del Presidente. Contro ogni aspettativa, l'economia ha poi resistito all'impennata dei prezzi, che ha devastato il potere d'acquisto delle famiglie, e al successivo aumento dei tassi. I prossimi trimestri sembrano più incerti, di conseguenza, la crescita del Pil sarà limitata nel 2025, per poi accelerare a medio termine se riprenderanno gli investimenti esteri: la Turchia, infatti, ha un ampio mercato interno e una posizione ideale tra Europa e Asia per integrarsi nei flussi commerciali internazionali, ma non ha i soldi per svilupparli e dipende dagli investimenti stranieri che potrebbero tornare se la lira continua a stabilizzarsi sul mercato dei cambi. Le esportazioni verso gli Usa, poi, sono limitate (solo il 6% del totale) e non dovrebbe temere sanzioni commerciali dirette. Con oltre 85 milioni di abitanti può contare anche sul suo ampio mercato interno. In sintesi: ha un potenziale interessante, ma per sfruttarlo ha bisogno del denaro degli investitori stranieri. E per attrarli servono stabilità finanziaria e politica. Se così sarà, la Turchia potrebbe rivelarsi la piacevole sorpresa dei prossimi anni. Per chi si riconosce nel portafoglio Dinamico, una piccola puntata su Istanbul è un modo per scommettere su questo scenario. Lo si può fare con un Etf come Amundi Msci Turkey (47,2 euro il prezzo di Borsa a Milano il 7/2; Isin LU1900067601) che ha costi bassi.
Vantaggi per te
Ricorda che, per mettere mano ai tuoi portafogli e adeguare i tuoi investimenti, hai a disposizione i vantaggi che abbiamo negoziato per te (www.altroconsumo.it/investi/vantaggi-per-gli-abbonati/condizioni-esclusive) per farti risparmiare e seguire al meglio i nostri consigli. Se hai scelto InvestoPro EVO, piattaforma italiana, sviluppata in partnership con Intesa Sanpaolo per investire, hai facilmente accesso a tutti i mercati che compongono i nostri portafogli e hai a tua disposizione condizioni eccezionali ed esclusive, tra cui nessun canone di tenuta conto e commissioni scontate sugli investimenti. Se non hai ancora aderito, ma vuoi farlo, ti basta andare qui www.investopro.com/altroconsumo dove trovi tutta la documentazione completa. Hai meno tempo da dedicare agli investimenti, e il numero di operazioni da fare ti spaventa? Nessun problema: in questo caso, ricorda che per semplificarti la vita ci sono i portafogli che Fundstore ha costruito ispirandosi alle nostre strategie. Li trovi qui www.fundstore.it/altroconsumo: non si tratta di una consulenza personalizzata, ma di prodotti che si ispirano alle strategie d'investimento di Altroconsumo.
Attendi, stiamo caricando il contenuto