Nel mese di agosto 2025 l’ISTAT ha registrato un calo della fiducia dei consumatori, che scende da 97,2 a 96,2, mentre la fiducia delle imprese rimane sostanzialmente stabile a 93,6. La diminuzione tra i cittadini riguarda tutte le componenti dell’indice, anche se con intensità diverse: il dato futuro passa da 93,9 a 92,2, segnalando un crescente pessimismo sulle prospettive economiche; la componente economica cala da 98,2 a 97,0, indicando una valutazione meno positiva dell’andamento generale; anche gli aspetti personali e correnti mostrano un peggioramento, con valori che scendono rispettivamente da 96,9 a 95,9 e da 99,7 a 99,2, pur restando meno critici rispetto alle altre aree.
Il quadro delle imprese, invece, appare più sfumato. Nel settore manifatturiero la fiducia diminuisce lievemente, da 87,8 a 87,4, soprattutto a causa di attese di produzione meno favorevoli, anche se si registrano giudizi migliori sugli ordini e un aumento delle scorte. Le costruzioni segnano un calo da 102,3 a 101,3: le imprese esprimono valutazioni negative sugli ordini in portafoglio, ma allo stesso tempo mostrano attese più ottimistiche per l’occupazione. Nel commercio al dettaglio il peggioramento è più evidente, con l’indice che passa da 105,7 a 102,8 e con valutazioni in discesa sia sulle vendite passate che su quelle attese, sia nella grande distribuzione sia nella rete tradizionale. A bilanciare queste tendenze contribuiscono i servizi di mercato, che registrano un recupero deciso, passando da 93,8 a 95,0, grazie soprattutto al buon andamento dei settori trasporto, magazzinaggio e comunicazione, mentre il comparto turistico arretra.