La Svizzera sorprende i mercati: nel secondo trimestre l’economia ha registrato una crescita dello 0,1%, superando le previsioni che indicavano una possibile contrazione. Un risultato inatteso, che arriva dopo l’ottimo +0,8% del trimestre precedente, sostenuto dalle esportazioni accelerate verso gli Stati Uniti in vista delle nuove tariffe. Gli USA hanno infatti introdotto una tariffa del 39%, la più alta tra i paesi sviluppati. Una misura che avrebbe potuto mettere in ginocchio le esportazioni elvetiche, ma che al momento non ha frenato del tutto la crescita.
Il governo svizzero è al lavoro per negoziare una riduzione dei dazi entro ottobre, mentre molte aziende valutano strategie alternative: tra queste, la possibilità di spostare parte della produzione all’estero. Anche la Banca Nazionale Svizzera segue con attenzione la situazione, pronta a intervenire con politiche monetarie espansive, inclusi tassi d’interesse sotto lo zero, per sostenere la domanda interna.
Le previsioni restano comunque positive: secondo alcune stime, il PIL svizzero dovrebbe crescere dell’1,4% nel 2025, superando la media della zona euro, ma molto dipenderà dall’esito delle trattative commerciali e dalla tenuta del settore farmaceutico, vero pilastro dell’economia svizzera.